lavoronotizie nazionaliPrima paginaSindacatoTaranto e provincia

Ex Ilva, incontro in Regione sul nuovo Accordo di programma: le note di UILM e FIOM

Pubblicità

 Si è tenuto oggi, nel padiglione 152 della Fiera del Levante di Bari, l’incontro convocato dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per fare il punto con istituzioni, parti sociali e associazioni datoriali sulle proposte del Governo relative all’Accordo di Programma per la decarbonizzazione dello stabilimento ex Ilva di Taranto.

“Abbiamo ribadito quanto sia surreale che nell’incontro del 27 giugno scorso con il Ministro Urso siano stati posti di fatto aut aut sulle chiusure, mentre i sindacati non sono nemmeno firmatari dell’intesa, riservata a ministeri e istituzioni”, denunciano i rappresentanti sindacali della UILM, Gianni Ricci e Davide Sperti.

“Non resteremo spettatori di scelte che ricadranno su migliaia di cittadini pugliesi, dipendenti di Acciaierie d’Italia, di Ilva in A.S. e del sistema degli appalti. È inaccettabile che dopo l’incendio all’altoforno 1 del 7 maggio si prospetti l’Accordo di Programma come unica soluzione e passaggio vincolante per l’AIA. Fino a ieri questo strumento non era mai entrato realmente in campo, salvo qualche bozza nel 2023 usata per forzare sull’iniezione di risorse senza un reale controllo statale”.

“Prima hanno provato a scaricare la questione sul mercato, con la corsa alla privatizzazione già dall’estate 2024, quando non c’erano le condizioni. Oggi il tentativo è di scaricare la responsabilità sugli enti locali”, sottolinea Sperti. “Solo lo Stato può garantire la continuità operativa e la conciliazione tra decarbonizzazione, produzione e occupazione. Occorrono scelte concrete e tecnicamente sostenibili per approvvigionamento di acqua e gas, ma serve anche ascoltare davvero le istituzioni locali che oggi hanno dimostrato disponibilità a collaborare per definire modifiche puntuali all’intesa”.

La UIL conferma la massima disponibilità al confronto, ma vigilerà su ogni scelta, chiedendo che Regione, Governo e Comune pretendano chiarezza e coerenza. Il prossimo appuntamento è fissato per il 3 luglio al Ministero del Lavoro, dove si discuterà della CIGS che riguarda oltre 4.000 lavoratori, di cui 3.500 a Taranto. “Taranto ha diritto a risposte vere, non a promesse di facciata», concludono Ricci, Toma, Sperti e Oliva.

Condividendo completamente la necessità che lo Stato prenda in mano le redini della situazione (ma questo è un punto assai spinoso del confronto col Governo Meloni), i rappresentati di CGIL e CGIL-FIOM Francesco Brigati, segretario generale della Fiom-Cgil Taranto, Gigia Bucci, segretaria regionale della Cgil, Giovanni D’Arcangelo, segretario provinciale Cgil Taranto, Giuseppe Romano, segretario regionale Fiom-Cgil, hanno dichiarato: «L’incontro, che riteniamo positivo, è servito per avere ben chiari quali sono i punti all’interno dell’Accordo di programma interistituzionale e quelle che sono le soluzioni che gli enti locali discuteranno con il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso»,

Per quanto riguarda, invece, «le responsabilità del governo rispetto alla sentenza della Corte europea dei diritti umani e a quella imminente del Tribunale di Milano che potrebbe pronunciarsi per la chiusura dell’area a caldo», i rappresentanti di Fiom e Cgil hanno fatto presente che «una cosa è avere una chiusura programmata dello stabilimento altra cosa è trovarsi di fronte ad una emergenza sociale che avrebbe forti ripercussioni non solo dal punto di vista ambientale ma anche da quello occupazionale.

Abbiamo ribadito – hanno sottolineato Brigati, Bucci, D’Arcangelo e Romano – che per avviarci verso una transizione ecologica è necessario il gas, e la nave rigassificatrice, per cui è opportuno individuare soluzioni utili a garantire il processo di decarbonizzazione. Regione Puglia, Provincia di Taranto e i sindaci dei Comuni di Taranto e di Statte si sono detti disponibili a recepire le nostre indicazioni e a lavorare affinché si trovi la strada che garantisca un Accordo di programma, e su questo siamo stati chiari, che serve per il rilascio della nuova Autorizzazione integrata ambientale».

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio