Taranto – Raffineria Eni. Peacelink: “Terreni e falda inquinati nelle aree del progetto Tempa Rossa.”
TARANTO – “Terreni e falda inquinati da metalli ed idrocarburi nell’area della Raffineria Eni di Taranto vengono confermati dalle analisi effettuate dal gestore degli impianti e da Arpa Puglia che effettua in contraddittorio le analisi e successivamente procede alla validazione delle stesse al fine di consentire le successive opere di bonifica. Si riscontra un inquinamento storico e diffuso in tutta l’area della Raffineria che interessano le matrici terreno ed acqua di falda in virtù dei documenti che attestano le contaminazioni con le analisi effettuate durante le campagne di caratterizzazione del 2010 sino alle più recenti del 2017. Le stesse contaminazioni interessano anche le aree coinvolte dai lavori del progetto Tempa Rossa e cioè due serbatoi e un sottopasso ferroviario.”
Sul sito dell’Associazione Peacelink vengono riportati i dati del monitoraggio sui livelli di contaminazione della falda e del terreno dal 2010 al 2018 (il documento completo a questo link): dati pre e post bonifica effettuata della Raffineria Eni, che mostrano la presenza di inquinanti da ricondurre direttamente all’attività di raffinazione. I livelli presenti nei grafici rilevano come l’attuazione della bonifica non abbia prodotto diminuzioni nel livello di contaminazione dei terreni e delle falde:
- 2010: “Nei 526 campioni di terreno realizzati nell’area serbatoi nuovi sono state riscontrati 43 superamenti della Concentrazione Soglia di Contaminazione (CSC) relativi ad inquinanti come idrocarburi pesanti, mercurio, cromo esavalente e p-xilene. Per i terreni prelevati nell’area sottopassaggio ferroviario dei 59 campioni effettuati sono stati riscontrati 25 superamenti delle CSC relativi ad inquinanti come idrocarburi pesanti e leggeri. Dei 28 campioni prelevati dalle acque di falda dell’area serbatoi nuovi Tempa Rossa 13 hanno evidenziato superamenti delle CSC. Superamenti attribuibili agli inquinanti come idrocarburi totali, composti monoaromatici, idrocarburi policiclici aromatici e pentaclorofenolo. Nell’unico campione prelevato dal piezometro del sottopassaggio ferroviario è stato riscontrato un superamento dei limiti per l’inquinante idrocarburi totali.”
- 2015: “In virtù di quanto dichiarato dallo stesso gestore degli impianti della raffineria dovremmo iniziare a rilevare gli effetti degli impianti di bonifica. Cosa riportano i monitoraggi di agosto 2015? Superamenti per arsenico, manganese, nichel, ferro, cromo totale, cromo esavalente, idrocarburi totali e BTEXS, IPA tot, benzene, etilbenzene, p-xilene, toluene, benzo[a]pirene, benzo[g,h,i]perilene.”
Arrivando al 2017 i dati mostrano che la messa in opera della bonifica non sia stata sufficiente a contrastare la criticità mostrata dai rilievi antecedenti la bonifica. Peacelink si domanda legittimamente: “Possono quindi ritenersi efficaci questi sistemi di bonifica in virtù delle più recenti analisi effettuate anche anni dopo la messa in esercizio di questi impianti di bonifica?”
La contaminazione viene certificata anche dai monitoraggi di Eni e Arpa Puglia e considera il periodo 2002-2017: “Dai dati riportati sopra viene confermata la situazione di generale contaminazione della falda acquifera superficiale sulla quale sono stati condotti i campionamenti in contraddittorio (10% dei piezometri). Oltre ad una generale diffusione di anioni quali solfati e fluoruri, appare evidente la diffusione di metalli come alluminio, ferro e manganese, con concentrazioni variabili, spesso accentuate nei pressi dei rilevati ferroviari. Risultano numerosi anche i superamenti relativi al nichel, arsenico e tallio. Localmente vi sono punti in cui si registrano altre concentrazioni di MTBE associati a BTEXS e talvolta parametro idrocarburi totali. In particolare, accanto a situazioni già note come i casi critici dei piezometri P240, P246 e P132, si segnala che nell’area esterna, destinata al riutilizzo dei materiali scavati dal lotto 1 per l’installazione dei serbatoi del progetto Tempa Rossa (area di riutilizzo n.2), i piezometri PE06 e PE02new registrano diversi superamenti, tra cui il più importante è quello relativo all’MTBE” (Arpa Puglia)
Nel documento presentato da Peacelink si legge che la bonifica per la contaminazione del progetto di Tempa Rossa avverrà al di sotto di un metro dell’area risultata contaminata. Bonifica che in alcuni punti – come spiega Peacelink – ha già ricevuto certificazione da Arpa Puglia.
Il documento redatto da Peacelink è stato depositato alla Procura della Repubblica e integra l’Esposto Ilva Eni presentato dall’Associazione nel dicembre 2017.
(Grafico proprietà Eni)