Taranto – ILVA. 4000 esuberi: i sindacati insorgono e proclamano lo sciopero.
TARANTO – Dopo la lettera inviata dalla cordata AM InvestCo Italia alle rappresentanze sindacali, in cui la nuova proprietà Ilva esprime l’intenzione di impiegare 9.930 dipendenti Ilva – 7600 nello stabilimento di taranto, 900 a Genova, 700 a Novi Ligure, 160 a Milano e 240 in altre sedi – lasciando così un esubero di lavoratori pari a 4000 unità, il consiglio di fabbrica ha proclamato uno sciopero di 24 ore nella fabbrica.
Lo sciopero, indetto per lunedì 9 ottobre è un forte segnale di rottura con la nuova cordata AM InvestCo Italia: “Ci rifiutiamo di considerare che tale impostazione, possa rappresentare il punto di partenza della trattativa che vede coinvolti migliaia di lavoratori e le loro famiglie come fossero merce di scambio”.
“Fim,Fiom,Uilm,Usb invitano i lavoratori ad aderire in massa alle iniziative di mobilitazione e di lotta messe in campo per impedire ad AM InvestCo e al Governo di sbeffeggiare ulteriormente un territorio già fortemente devastato dal punto di vista, ambientale, sanitario e occupazionale”.
Intanto anche il Comune di Taranto, in una nota ufficiale del sindaco Rinaldo Melucci, esprime disappunto per la superficialità con la quale l’esubero dei dipendenti viene gestito: “All’indomani della aggiudicazione della procedura Ilva, che già era parsa a molti frettolosa e poco attenta alle aspirazioni dell’intera comunità ionica, torniamo purtroppo ad esprimere ai livelli istituzionali interessati ed alla struttura commissariale disappunto per la disinvoltura con la quale viene gestita la delicatissima tematica degli esuberi e della ricollocazione e riqualificazione degli addetti del siderurgico. In occasione della visita della nuova proprietà a Taranto, avevamo segnalato le condizioni di approccio che avrebbero garantito una convergenza di interessi e tutto il supporto del Civico Ente. Purtroppo, ad oggi, nessuna di tali precondizioni si sta realizzando e, a tutela della Città, non resteremo in silenzio o immobili, sia chiaro. Come da notizia odierna, desideriamo anche comprendere in quale direzione stia procedendo l’antitrust europeo, per una richiesta di approfondimenti dall’esito per nulla scontato. Torniamo a rivendicare un maggiore e corretto coinvolgimento, non consentiremo alcun ricatto, Taranto è cambiata. Il dialogo non si ferma, ma il metodo va radicalmente modificato.”