Lecce – La festa di Sant’Oronzo, le giostre e quel “pasticciotto” brutto alla leccese.
LECCE- Quest’anno Oronzo, il santo protettore del capoluogo salentino, se la ride dall’alto della sua colonna.
A Lecce, infatti, anche una cosa di una semplicità estrema come le giostre è diventata motivo di contesa, contrasto e fiumi di parole inutili.
Eppure questa vicenda era cominciata bene con una dichiarazione del neo-sindaco Carlo Salvemini il quale annunciava pubblicamente di mettere a disposizione delle categorie più deboli proprio i biglietti che il comune di Lecce aveva avuto dai giostrai.
Passata la festa gabbato il santo, verrebbe da dire, perché il 27 agosto, in proroga rispetto al 26, giorno in cui le celebrazioni patronali si chiudono, anche le giostre hanno chiuso.
Tutto sembrerebbe regolare se non per il fatto che su quei biglietti è stampata a chiare lettere la data di apertura del Luna park ovvero dal 24 al 29 di agosto. La gente dopo il 27 è andata alle giostre e le ha trovate chiuse. Scoppiano le polemiche ed il sindaco risponde anche attraverso un suo post su un noto social: “Leggo di polemiche su una presunta chiusura anticipata delle giostre. Non c’è nessun “caso” da dover spiegare. Semplicemente la scadenza dell’autorizzazione è stata da sempre fissata alle ore 24.00 di domenica 27 agosto, accordando ai gestori ulteriori 24 ore oltre il termine delle festività. La delibera di giunta sull’organizzazione di Sant’Oronzo è a disposizione di tutti. Se ci sono stati difetti di comunicazione essi non possono essere attribuiti al comune che – semplicemente – non ha ritenuto ci fossero ragioni di concedere una proroga per i giorni 28 e 29 agosto. Del resto bancarelle e luminarie sono state smontate e tutti gli spettacoli previsti conclusosi entro sabato 26. I fuochi segnano ufficialmente la conclusione della Festa dei Santi Patroni. Non c’è ragione alcuna di accendere polemiche incomprensibili”.
Questa la cronaca. Non ci preoccupa in questa sede capire o dire chi ha sbagliato. Il pensiero però va naturalmente ai bambini, principali destinatari di quei biglietti. Un bambino non conosce il significato di “delibera”, né saprebbe dove andare a trovarla; ad un bambino poco importa che qualcuno sui biglietti ha stampato le date sbagliate, ai bambini non interessa la politica, le polemiche politiche di parte. Ai bambini interessa solo salire su quelle giostre. I bambini sono innocenti, ingenui quel tanto che basta a trasformare un giro in ruota panoramica in un viaggio nel cielo magari verso la luna. Lo ripetiamo: lasciamo perdere le accuse reciproche e le polemiche e mettiamoci tutti davanti ad una scelta. La prossima volta decidiamo responsabilmente e veramente se vogliamo “tornare bambini” che è cosa ben diversa dal “rimbambimento”.
Fabio A. Grasso