Bari – una nuova pista d’atletica in memoria di Pietro Mennea, intervista esclusiva per Pugliapress con Manuela Olivieri
Il mito dell’atletica pugliese e italiana rivive ora non solo con i filmati a lui dedicati sulle sue vittorie, ma anche con una nuova pista d’atletica a lui intitolata. Bari, 20 giugno 2017. Presso il Centro Sportivo Cus Bari, una nuova pista da otto corsie per i 400 metri viene inaugurata e intitolata al campione pugliese, alla presenza di tante personalità di spicco, tra cui il Rettore dell’Università degli Studi di Bari, Antonio Felice Uricchio, il Presidente del Coni Puglia Angelo Giliberto, lo stesso Presidente del Cus Bari Giuseppe Seccia, e con l’immancabile partecipazione di Manuela Olivieri, moglie dell’indimenticata Freccia del Sud. Tale struttura si prefigge come obiettivo non solo di formare i nuovi campioni del futuro nell’atletica, nel ricordo delle imprese del grande corridore di Barletta, ma ben presto potrebbe anche ospitare importanti eventi sportivi a livello nazionale e internazionale. Un ennesimo grande riconoscimento per il detentore dell’Oro Olimpico di Mosca nel 1980 nei 200 metri piani, e del più che longevo record mondiale in tale categoria (sconfitto solamente nel 1996 dall’americano Michal Johnson, ma tuttora record europeo imbattuto), e di altri titoli vinti nelle sue numerose competizioni e manifestazioni sportive disputate. Unico nella storia di tale sport a qualificarsi a quattro finali olimpiche consecutive (Monaco di Baviera 1972 – Montreal 1976 – Mosca 1980 – Los Angeles 1984), detentore assoluto del record italiano nei 100 metri piani con 10”01 di tempo, come anche quello della miglior prestazione individuale a livello mondiale nei 150 metri piani, con il tempo di 14”08, realizzato sulla pista di Cassino il 22 Marzo 1983. In lui aveva sempre prevalso l’idea di uno sport totalmente pulito, libero dall’utilizzo di qualsiasi sostanza o medicinale che migliori le prestazioni di un atleta, cosa per cui aveva continuato a battersi fino ai giorni nostri. In una intervista per il quotidiano Repubblica rilasciata nel 1987, rivelò che un fisioterapista americano gli aveva proposto del doping durante le Olimpiadi del 1984; dichiarò inoltre, riferendosi al suo ritiro dall’attività agonistica e alla somministrazione di medicinali in questo sport che: “«Ho capito che nella mia vita stavo cercando tutto tranne che quello». Autore di sprint e rimonte prodigiose, che hanno infiammato e fatto sognare tanti italiani. Diventato in seguito anche politico, saggista, avvocato, commercialista, dirigente calcistico, autore di tanti scritti sullo sport, a lui la città di Londra ha addirittura dedicato nel 2012 una stazione cittadina della metropolitana. Ogni anno inoltre, dal 2013, viene celebrato nel mondo dell’atletica il Mennea Day in corrispondenza del 12 Settembre. Un esempio non solo nello sport, ma anche nella vita.
Pugliapress ha intervistato sua moglie, Manuela Olivieri, raccogliendo le sue importanti dichiarazioni riguardanti non solo questo ultimo importante nuovo progetto, ma anche sulla vita stessa dell’indiscusso campione di Barletta.
Questa l’intervista esclusiva per Pugliapress:
Quando ha saputo di questo progetto per una nuova pista intitolata a Pietro Mennea che cosa ha pensato?
“Da quando Pietro non c’è più, in realtà, sono molti gli impianti e le piste di atletica che portano il Suo nome, però devo riconoscere che la nuova pista del CUS Bari, ha un significato particolare, dal momento che Pietro ha conseguito le Sue due prime lauree (Scienze Politiche e Giurisprudenza) proprio presso questa Università. Inoltre, nel 1979, ha partecipato ai campionati mondiali universitari di Città del Messico, perché iscritto alla Facoltà di Scienze Politiche presso quest’Università: in quell’occasione (forse superfluo ricordarlo) ha conquistato il record del mondo dei 200 metri, ancora record europeo … come non avere un legame speciale con l’Ateneo barese ….
Pietro Mennea è stato un esempio e lo è tuttora per tantissimi italiani, a riprova di ciò il successo di una fiction realizzata alcuni anni fa sulla sua vita, che riscosse un notevole consenso di pubblico televisivo (nel suo ruolo il bravissimo attore tarantino Michele Riondino). Esiste a suo avviso qualcuno in questo momento nell’atletica italiana o mondiale che gli avvicina o lo ricorda in qualche modo?
“Pietro, è sempre stato molto amato dalle persone, credo perché era riuscito a dimostrare che chiunque può raggiungere traguardi in apparenza impossibili, ma che con l’impegno, il sacrificio e la determinazione, possono essere conquistati. Inoltre Pietro, pur essendo un grande campione, è sempre rimasto umile e disponibile verso gli altri, e, senza clamore, ha sempre cercato di essere vicino alle persone più deboli. Io non sono una grande esperta di atletica, e quello che so me lo ha raccontato Pietro, però ora c’è un ragazzo giovanissimo, Filippo Tortu, che mi sembra molto promettente nella velocità. Il caso ha voluto che, per una serie di ragioni, noi conoscessimo la famiglia di Filippo, e molti anni fa, quando era piccolo ed ancora non correva, io e Pietro, una sera d’estate siamo stati a cena a casa loro: chissà che non sia stato un segno. Io ricordo che Pietro, diceva spesso che pur essendo vero che si rimane legati ai propri successi, i record ci sono per essere battuti, e a Lui avrebbe fatto piacere che il Suo 19”72 fosse battuto da un ragazzo italiano …. Chissà …. “
Cosa penserebbe Pietro Mennea dell’attuale situazione dell’atletica italiana, e in conclusione, quale messaggio si sente di rivolgere a tutti quei giovani che vogliono avvicinarsi a questo sport?
“Francamente non so e non posso sapere cosa penserebbe Pietro dell’atletica italiana. Per quanto riguarda la pratica dell’atletica, Pietro, quando si rivolgeva ai giovani, diceva sempre che in ogni caso è propedeutica a qualsiasi altro sport, ed una buona preparazione atletica, aiuta a far bene qualunque altro sport. In ogni caso, sono certa che spingerebbe i ragazzi a praticare sport, perché lo sport, qualunque esso sia, è formativo: insegna valori come il rispetto delle regole, il rispetto dell’avversario, principi di giustizia, perché vince il più bravo e non il più furbo. Aiuta anche a comprendere l’importanza delle sconfitte, perché, purtroppo, è invitabile che capitino nella vita, ma è proprio da lì che bisogna ripartire comprendendo e correggendo gli errori fatti, e, soprattutto, come accennavo prima, lo sport insegna che con l’impegno ed il sacrificio si ottiene sempre qualcosa; e lo sport per Pietro ha rappresentato l’inizio di un percorso di successi che hanno fatto di Lui un vero Campione…… nella vita. ”
FOTO – Pensieri di Sport