Taranto – La Regione Puglia non volti le spalle alla città, per l’istituzione della Zes.
L’istituzione della Zes – Zona economica speciale – prevista dal decreto per il Sud e discussa al Senato, starebbe generando una lotta tra l’Autorità portuale Jonica con sede a Taranto e l’Autorità portuale del Basso adriatico, comprendente gli altri 5 porti della Regione (Bari, Manfredonia, Brindisi, Monopoli e Barletta).
Nei giorni scorsi era stata ipotizzata l’idea di creare due aree dislocate, per la Zes, che dovrebbe aver luogo presso l’Autorità portuale di Taranto, per via del conflitto che si pensava generasse l’accorpamento dei 6 porti pugliesi in un’unica Zona Economica Speciale, con l’unica sede a Taranto.
La situazione attuale del porto tarantino, secondo questa prospettiva, richiederebbe particolari interventi che non si allineerebbero con le attività necessarie per gli altri porti.
Fatta questa premessa, la Regione è tenuta per legge a presentare una proposta motivata con l’individuazione della Zes.
Nei giorni scorsi, il Presidente dell’Autorità portuale del Basso adriatico, Ugo Patroni Griffi, avrebbe colto l’occasione per sottolineare che la realtà portuale tarantina necessiterebbe certamente dell’istituto della Zes, ma che se rimanesse unica sede in Puglia, si creerebbe una “distorsione della concorrenza tra Autorità di sistema portuale esistenti in Puglia”.
Il presidente Griffi avrebbe poi inoltrato una lettera al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in cui sottoponeva la richiesta di unire i 6 porti ma, con due sedi in subordine alla Regione.
A difendere la posizione tarantina senza il dislocamento in due sedi, è Luigi Vitali, segretario regionale di Forza Italia, che avrebbe rivolto un appello alla Regione Puglia, con riferimento alla Ten- T – cui la norma della Zes fa riferimento – che stabilisce che la Zona Economica Speciale debba essere “costituita anche da aree non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico funzionale, e comprenda almeno un’area portuale con le caratteristiche stabilite dal regolamento (UE) n. 1315 dell’11 dicembre 2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, collegata alla rete transeuropea dei trasporti (Ten-T)”.
Questa mattina intanto, i consiglieri regionali tarantini, hanno presentato mozione al Presidente della Regione Puglia. Di seguito, il testo integrale:
“La Regione si impegni a presentare la proposta di istituzione della Zona economica speciale (Zes) nel territorio di Taranto”.
È quanto chiedono i consiglieri regionali tarantini al presidente Emiliano e al governo regionale con una mozione urgente congiunta, presentata da Francesca Franzoso e sottoscritta da Mino Borraccino, Marco Galante, Gianni Liviano, Michele Mazzarano, Luigi Morgante, Donato Pentassuglia, Renato Perrini.
La mozione, protocollata stamattina, sarà inserita nei lavori del prossimo consiglio regionale.
“Il porto di Taranto vive da anni una situazione in cui, agli sforzi profusi dal Governo in termini di investimento, non corrisponde l’effettiva espressione del suo potenziale.
L’istituzione della Zes, invece, rappresenterebbe il nesso economico funzionale alla sua effettiva ripresa”.
I consiglieri, nel documento, richiamano il “decreto Sud, attualmente in discussione al Senato, che disciplinerà l’iter di istituzione delle zone economiche speciali”. E ricordano che spetterà “alla Regione presentare la proposta di istituzione della Zes, corredata da un piano di sviluppo strategico”.
A sostegno della loro richiesta, i consiglieri citano anche la Legge Taranto, nel passaggio in cui prevede “l’istituzione di Zes e zone franche urbane” e quindi “ la delibera di Giunta istitutiva del gruppo di lavoro sulla Zes dell’area di Taranto”.
“Il reciproco interesse dei porti di Taranto Bari e Brindisi all’istituzione di una Zes pugliese, rende doveroso evidenziare la necessità di un’attenzione particolare per la provincia ionica” intesa come “occasione favorevole per la creazione di condizioni, in termini economici finanziari ed amministrativi, che consentano lo sviluppo delle imprese già operanti nel territorio o nell’area, nonché l’insediamento di nuove imprese”.