Incendi di ulivi secchi in Salento: Coldiretti Puglia lancia l’allarme ambientale
Si moltiplicano gli incendi di ulivi secchi in Salento, con centinaia di ettari divorati dalle fiamme e fitte nubi tossiche che minacciano campagne e centri abitati. La denuncia arriva da Coldiretti Puglia, che segnala un’emergenza ambientale e agricola alimentata dalla presenza di alberi seccati dalla Xylella, dall’incuria e dalle elevate temperature estive.
Ulivi secchi in fiamme: emergenza incendi in Salento
I roghi si stanno diffondendo rapidamente in diverse aree del Salento, trasformando le piante secche per Xylella in vere e proprie torce con temperature che superano i 750 gradi. La vegetazione abbandonata, i campi incolti e i rifiuti dispersi tra le sterpaglie favoriscono la propagazione delle fiamme. Secondo Coldiretti, a bruciare sono anche impianti di irrigazione e cumuli di immondizia, sprigionando fumi tossici che si riversano anche nei centri urbani.
«Ogni anno – afferma Coldiretti Puglia – si ripete una strage che lascia il territorio in condizioni lunari e danneggia in maniera irreversibile l’ambiente e il paesaggio».
Danni agricoli, turistici ed economici: Coldiretti chiede interventi urgenti
I danni causati dagli incendi di ulivi secchi in Salento non sono solo ambientali. Coldiretti sottolinea gravi ricadute sull’economia agricola e sull’immagine turistica del territorio. Il Salento, noto per le sue bellezze naturali, attira ogni anno migliaia di visitatori italiani e stranieri: la devastazione dei paesaggi compromette l’attrattività della regione, penalizzando agricoltori e operatori turistici.
«I ritardi nell’espianto e nel reimpianto degli ulivi hanno peggiorato la situazione – denuncia Coldiretti – e la burocrazia sta causando più danni della stessa Xylella».
Ogni ettaro distrutto dalle fiamme costa oltre 10.000 euro tra spese per lo spegnimento, la bonifica e il ripristino ambientale, secondo le stime dell’associazione.
Piromani e cambiamenti climatici: le cause dei roghi
Alle condizioni climatiche estreme si aggiunge la mano dell’uomo. L’azione dei piromani, unita a disattenzioni e incuria, alimenta ulteriormente i focolai. Coldiretti evidenzia l’importanza della rete di sorveglianza fornita dagli agricoltori locali, primi a intervenire in caso di emergenza ma esposti a gravi rischi personali.
Il fenomeno è aggravato dalla tropicalizzazione del clima: nei 12 mesi da giugno 2024 a maggio 2025, la temperatura media è stata di 0,69°C superiore alla media 1991-2020 e di 1,57°C rispetto all’epoca preindustriale, secondo i dati del sistema meteorologico europeo Copernicus.
«La rapidità d’intervento è fondamentale – ribadisce Coldiretti – ma servono anche strumenti normativi e operativi più efficaci per prevenire e affrontare gli incendi».
Prospettive e appelli
Coldiretti Puglia chiede alle istituzioni interventi urgenti per contenere il fenomeno: incentivi per la pulizia dei campi, accelerazione delle pratiche di reimpianto, strumenti per contrastare la desertificazione. L’associazione invita anche cittadini e turisti alla massima attenzione per evitare comportamenti che possano innescare nuovi incendi.
Intanto, la stagione estiva è appena iniziata e le previsioni meteo non promettono tregua. Il rischio incendi resta elevato e il monitoraggio del territorio sarà decisivo per limitare ulteriori danni.
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