Quando Pasolini rimase folgorato da Taranto

Pasolini, nel 1959, rimase folgorato da Taranto a tal punto da parlarne in questi entusiastici termini: “La città perfetta, viverci è come vivere dentro una conchiglia”.
Nella propria ventennale carriera, Pierpaolo Pasolini s’è servito d’ogni mezzo di comunicazione – artistico e d’informazione – per assicurarsi che il proprio pensiero si spargesse a macchia d’olio, come un vero e proprio messaggio evangelico, fra le genti dell’Italia del boom economico.
Da sempre intellettuale controverso: in molti sostengono che un’Italia bigotta, cristiana e democristiana come quella dei ’50 e ’60 non fosse pronta per accogliere come proprio portavoce, come proprio cantore di verità un pensatore cattolico, comunista ed omosessuale.
Il capoluogo di provincia pugliese, in occasione del centounesimo anniversario dalla nascita del poeta, decide di ricambiare le lusinghe indicendo 3 incontri – 16 e 23 Febbraio, 2 Marzo – per omaggiarlo.
Il primo altro non è che un reading pubblico di alcune poesie e prose del poeta d’adozione romana. Il secondo uno spettacolo teatrale che ripercorre gli ultimi giorni di vita del regista, arrivando fino all’omicidio perpetrato da Pino Pelosi attorno al quale aleggiano ancora moltissimi dubbi. Durante il terzo ed ultimo evento saranno invece esposti alcuni elaborati realizzati da vari Istituti superiori di Taranto, in aggiunta ad un’opera inedita di Giulio De Mitri, alcune opere del pittore mediorientale Fuaz Aziz ed alcune foto di scena del film del 1964, “il Vangelo secondo Matteo”.
Questa iniziativa si preannuncia come un’ulteriore successo da parte dell’assessorato alla cultura tarantino e del suo titolare, Fabiano Marti che si dice entusiasta riguardo al progetto.




