‘U MEGGHIE D’U MEGGHIE, IL NUOVO LIBRO DI CLAUDIO FRASCELLA
Giovedì 19 dicembre, alle 17.30, nel Salone degli specchi Palazzo di Città di Taranto, il giornalista-scrittore Claudio Frascella, presenterà la sua nuova creatura editoriale. ‘U’ meggie du megghie’, questo il titolo, rigorosamente in dialetto tarantino, racconta la Taranto degli anni 60/70, vista prima attraverso gli occhi di un bambino, poi di uno studente.
La prefazione è stata affidata a Tonio Attino, giornalista di tante testate nazionali e regionali. Rimandandovi all’approfondimento nel prossimo numero del settimanale cartaceo di Puglia Press, vi forniamo alcune righe dell’antologia di Frascella, alcune tratte dalla prefazione di Attino (di cui vi proponiamo uno stralcio), altre dell’autore.
Attino. ‘Che appaia chiaramente oppure no, questo libro ha radici – quantomeno sentimentali – in una città che non esiste più. Taranto, negli anni Sessanta e Settanta, viveva una stagione allegra. Forte del progresso portato da una industrializzazione ricca e folle, pullulava di persone ottimiste. Stavano insieme al bar, per strada, nelle piazze, giocavano e ridevano di niente. Questo libro, sono sicuro, nasce nella testa di Claudio Frascella in quegli anni lì, cioè in un fantastico giardino zoologico di personaggi simpatici, curiosi, comunque interessanti.
Claudio Frascella, un amico anche per noi, dalla penna magica. Abbiamo raccolto un’intervista particolarmente interessante.
“Avevo scritto che non ci sarebbero stati più seguiti al filone “‘U megghie si’ tu!”. In realtà, quella fra le vostre mani è un’antologia dei primi due volumi che hanno registrato lusinghieri risultati, in fatto di attestazioni e dal punto di vista editoriale. A Piero Massafra, un amico, prima di essere il mio unico editore, avevo prospettato un paio di progetti che mi stanno a cuore. Libri di memoria, temi che vanno dritti al cuore. Ci proverò ancora. Nel frattempo, mi ha incoraggiato: perché non fare una rilettura di quei due primi volumi mettendoci qualcosa in più? Volevamo fosse una strenna, così ho accelerato sui tempi di consegna, rivisto un po’ di cose.
Dunque, il libro è scritto in un tarantino che risente delle più recenti inflessioni rionali. Sui Tamburi certi accenti sono diversi da quelli del quartiere Salinella. In ambedue i casi, amabili. Con gli amici amo parlare il dialetto, scrivere messaggi nel “mio” tarantino, che non è quello scritto o studiato dai vari Diego Marturano, Nicola Gigante, Giovanni Acquaviva, Giacinto Peluso, Nicola Caputo, Bino Gargano, Emilio Consiglio, Claudio De Cuia, Enzo Risolvo, Alfredo Majorano, Angelo Fanelli, Michele De Noto, Michele Scialpi e altri ancora.
Ho scritto di vizi e di virtù dei tarantini, per sorriderne insieme. In mezzo a questi, ci sono anche io. Stando con amici, conoscenti, tarantini di passaggio, ho assorbito storie e riflessioni. Un lavoro di anni, tanto che alcune divertenti chiacchierate, grazie a Mario Cassetta diventarono prima appunti, poi una breve raccolta, infine il primo dei due volumi “‘U megghie si’ tu!”.
A proposito, ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti, è vero, verissimo, anzi probabile”. Un sentito ringraziamento all’autore della copertina, Nico Pillinini, che ho incrociato per una vita. Claudio Frascella