Taranto – Arcelor ferma la procedura di spegnimento degli impianti
TARANTO – ArcelorMittal sospende la procedura di spegnimento degli altiforni nell’impianto, lo rende noto l’azienda attraverso una nota stampa diramata ieri sera, accogliendo l’invito del Tribunale di Milano – che ha fissato la prima udienza relativa al ricorso d’urgenza presentato dai commissari Ilva, al 27 novembre.
“A seguito della recente richiesta dei Commissari dell’Ilva al Tribunale di Milano volta all’ottenimento di provvedimenti provvisori relativi all’acciaieria di Taranto, AM InvestCo Italy prende atto e saluta con favore l’odierna decisione del Tribunale di non accogliere la richiesta di emettere un’ordinanza provvisoria senza prima aver sentito tutte le parti. AM InvestCo seguirà l’invito del Tribunale a interrompere l’implementazione dell’ordinata e graduale sospensione delle operazioni in attesa della decisione del Tribunale. Tale processo è in linea con le migliori pratiche internazionali e non recherebbe alcun danno agli impianti e non comprometterebbe la loro futura operatività.”
Il giudice Claudio Marangoni nel fissare l’udienza relativa al ricorso d’urgenza presentato dai commissari ha sottolineato la “rilevanza delle questioni sollevate dalle parti” e la “complessità obbiettiva del contenzioso” tale da richiedere un “contraddittorio”, e ha invitato il gruppo a garantire “la piena operatività” degli impianti e quindi a non spegnere gli altiforni.
Nel ricorso dei commissari si legge che l’iniziativa di ArcelorMittal di sciogliere il contratto di affitto dell’ex Ilva “nulla c’entra con le giustificazioni avanzate che non pervengono neppure ad un livello di dignitosa sostenibilità: essa è invece semplicemente strumentale alla dolosa intenzione di forzare con violenza e minacce un riassetto” dell’obbligo contrattuale “precedentemente negoziato (…) che il gruppo (…) evidentemente non ritiene più rispondente ai propri interessi”. I comportamenti di ArcelorMittal per perseguire l'”illegittimo intento” di sciogliere il contratto d’affitto dell’ex Ilva “sono stati programmati” per “recare il maggior possibile livello di devastante offensività”. E’ scritto nel ricorso cautelare depositato, tramite i legali, dagli ex commissari contro l’iniziativa del Gruppo avvenuta senza alcun “preavviso” e la disponibilità “ad un esame congiunto della situazione per l’adozione di un piano condiviso” per garantire la “continuità dell’attività”.
Intanto la Procura di Milano indaga anche su eventuali illeciti tributari e su presunti reati pre-fallimentari, con un focus sul mancato pagamento dei creditori dell’indotto, nel fascicolo esplorativo aperto sull’addio di ArcelorMittal all’ex Ilva, ancora formalmente a carico di ignoti e senza ipotesi di reato. Filoni questi che si aggiungono a verifiche su presunte appropriazioni indebite di materiale relativo al magazzino di materie prime, su false comunicazioni societarie e al mercato. (Fonte ANSA)
Nella giornata di ieri, alla portineria C dello stabilimento, le aziende dell’indotto erano presenti dalle 6 del mattino per protestare contro i mancati pagamenti di Mittal, mentre l’incontro a Palazzo Chigi tra il premier Conte e Lakshmi Mittal e Aditya Mittal, alla presenza del ministro dello Sviluppo Economico, Patuanelli, slitta ancora e si pensa possa avvenire nella giornata di venerdì.
Ieri sera, al Quirinale, i segretari della Cgil, Cisl e Uil, sono stati ricevuti dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Al termine dell’incontro, la posizione di Mattarella è di scongiurare l’abbandono di Mittal, per l’implicazione occupazionale e per salvaguardare il sistema industriale italiano: “l’Ilva è un grande problema nazionale che va risolto con tutto l’impegno e la determinazione”.
La questione dello scudo penale, mai realmente uscita di scena, sembra messa nuovamente sul piatto della trattativa con il gruppo AMInvestCo Italia; ieri sera è stato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, a parlarne alla stampa: “Se si definisce un accordo con Mittal nel quadro di questo accordo ci sarà anche la componente dello scudo penale. Io penso che debba essere fatto ma in un quadro complesso”. Gualtieri ha anche smentito l’ipotesi di un prestito ponte ventilata dai giornali. “Ilva non chiuderà. Occorre una soluzione industriale perché l’Italia ha bisogno di un’acciaieria. Auspico una ripresa del negoziato. Questo – ha detto – è un momento delicato. Da Arcelor Mittal è arrivato un primo segnale positivo anche se legato alla vicenda processuale”.