Taranto – Morte dei due operai: indaga la Procura
TARANTO – La città si ritrova a piangere altre due morti bianche, altre due vittime sul lavoro: Giovanni Palmisano, 33enne titolare di un’impresa edile di Locorotondo e Angelo D’Aversa, 54enne di Statte.
Erano circa le 8.00 quando il cestello elevatore su cui i due si trovavano, si sarebbe sganciato dalla gru, facendo precipitare i due operai dal terzo piano di uno stabile in via Galeso (quartiere Tamburi), ad una altezza di oltre dieci metri. Immediato l’intervento degli operatori sanitari del 118 che nulla hanno potuto, se non constatare il decesso dei due uomini.
Sul luogo della tragedia, ieri, sono intervenuti i funzionari della Spesal della Asl – servizio prevenzione e sicurezza sul lavoro – della Digos e della scientifica, che hanno effettuato gli accertamenti per chiarire la dinamica dell’incidente. Secondo i primi responsi, i due operai non avrebbero indossato le imbracature, né i caschi di protezione. Il mezzo su cui stavano lavorando i due operai è stato posto sotto sequestro e la Procura di Taranto ha intanto aperto un fascicolo sull’incidente.
Una morte terribile, avvenuta sotto gli occhi atterriti dei residenti della zona: “In Italia si continua a morire di lavoro e nei modi più assurdi, nei primi 9 mesi del 2018, periodo gennaio-settembre, siamo a oltre 800 vittime con una crescita pari all’8,5% rispetto al 2017. Per questo dobbiamo lottare affinché ci siano più controlli e maggiore manutenzione dei macchinari che vengono utilizzati dalla forza lavoro.” Scrive Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, esprimendo il suo cordoglio ai familiari delle due vittime.
Nella serata di ieri, tanti sono stati i messaggi di cordoglio, tra cui quello Arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro, che in una nota stampa, ha affrontato il tema della sicurezza sul lavoro: “(…) quel che non ci stancheremo mai di pretendere è che il lavoro sia sicuro, che vengano rispettate tutte le prescrizioni che spesso vengono ignorate o aggirate, cosa che in tanti casi i lavoratori sono costretti ad accettare a causa della necessita di garantirsi un reddito.”