Lotta alla illegalità, intervista esclusiva per Pugliapress con Don Aniello Manganiello
Da anni conduce una dura battaglia senza sosta contro l’illegalità, insegnando ai giovani i veri valori della vita. Da sempre in prima fila nella lotta alla mafia. Per sedici anni, dal 1994 al 2000, è stato parroco della chiesa di Santa Maria della Provvidenza, nel quartiere Scampia a Napoli e nel suo ultimo libro,”Gesù è più forte della camorra”, racconta tutte le vicende legate a quegli anni, passati a togliere giovani dalla strada e dallo spaccio, a sfidare la criminalità. Un parroco che, armato di grande forza di carattere e coraggio, porta avanti in tutta Italia, tra conferenze e servizi televisivi, la lotta senza confine al male diffuso: l’illegalità, di qualunque forma essa sia. Fondatore dell’Associazione “Ultimi”, dedita allo sviluppo di sempre nuove idee per infondere nei giovanissimi i veri principi di giustizia e legalità, e di lotta al malaffare di qualunque provenienza.
Don Aniello Manganiello ha rilasciato per Pugliapress alcune sue dichiarazioni su questi temi, e sul convegno di Novembre organizzato in Puglia dall’Associazione ”I cittadini contro le mafie e la corruzione”, soffermando anche l’attenzione durante l’intervista su alcuni momenti importanti della sua vita, come anche della sua odierna battaglia.
Lei ha partecipato il 25 novembre scorso all’importante convegno organizzato dall’Associazione nazionale “I cittadini contro le mafie e la corruzione” tenutosi ad Acquaviva delle Fonti, nella provincia di Bari, sui temi della lotta alla corruzione, all’illegalità, e alle mafie. Ci dica tutte le sue considerazioni personali su questo evento, e sul suo intervento.
“Giro per l’Italia, da nord a sud, da est a ovest per incontrare i ragazzi e i giovani e parlare loro del fresco profumo della libertà, Servi di nessuno e tantomeno della mafia. Ai ragazzi ricordo sempre la grande importanza dello studio, della formazione. Lo studio e la formazione mettono al riparo da tanti danni sempre dietro l’angolo. Don Lorenzo Milani diceva che “Ogni parola non imparata oggi è un calcio nel culo domani” e ancora ” Studiate…altrimenti gli altri faranno di voi quello che vogliono e vi strumentalizzeranno”. E io continuo a girare per l’Italia per dire ai ragazzi e ai giovani che “La legalità conviene!!”
Il convegno di Acquaviva ha visto una notevole partecipazione di ragazzi e studenti. Come può essere spiegato questo avvicinarsi dei giovani a temi importanti come quelli discussi in questo evento?
“L’incontro è avvenuto in una scuola e questo favorisce e impegna i ragazzi a partecipare. La scuola in questione ritiene importante, ai fini di un percorso, per educare alla legalità, organizzare eventi incontri su questo argomento, come pure sulla Cittadinanza attiva, sul bullismo, sull’importanza delle regole , sulla conoscenza delle mafie per poterle contrastare nel quotidiano. I ragazzi non potevano non esserci a questo incontro, ma se chi tiene l’intervento riesce a coinvolgere i ragazzi, cambia completamente in meglio l’interesse e la partecipazione degli studenti. Sarebbe comunque importante organizzare simili incontri anche nel pomeriggio, fuori dall’orario scolastico e potremo renderci conto se ai giovani questi temi interessano. Devo comunque sottolineare il grande interesse e la forte attenzione manifestate dai ragazzi durante tutto l’incontro. Le domande, l’ascolto, il silenzio, sono stati gli aspetti positivi che gli studenti hanno sfoderato dal loro cilindro. I giovani oggi hanno bisogno di testimoni, di amministratori onesti e di politici solamente preoccupati del bene comune. Questi elementi sono carenti e i giovani sono disaffezionati alla politica. Questi incontri servono a incoraggiare i ragazzi a mettersi in gioco e a operare onestamente e con passione.”
Che cosa si potrebbe fare per contrastare efficacemente l’illegalità?
“Importante è la comunità, il senso di appartenenza a un gruppo umano, perché questo ti supporta. I giovani oggi ubriacati di relazioni virtuali si stanno privando della bellezza di stare insieme e di battagliare contro il male che è la camorra nei nostri territori. Sono sempre più convinto che la forza delle mafie non sta nelle organizzazioni malavitose, ma sta nel nostro silenzio e nei nostri soldi. Bisogna iniziare a denunciare. Subito questa mia affermazione verrebbe contestata da diverse parti, ma è questa la strategia che bisogna mettere in campo. A questo punto il discorso si fa serio e impegnativo perché si tratta di rivedere vita e comportamenti. Allora fumando le droghe, giocando alle slot oppure frequentando i bingo, vendendo roba rubata, comprando abbigliamento falso, cd contraffatti noi alimentiamo le tasche dei mafiosi. Così facendo rendiamo forte la mafia. I giovani vanno perciò accompagnati, sostenuti, incoraggiati a porsi di fronte a questo gravissimo fenomeno che è la mafia. “
Lei conduce da anni una strenua battaglia contro il malaffare e la corruzione di ogni genere, qual è stato il momento più difficile? Ha mai pensato di lasciare?
“Ritornando ai tempi in cui ero parroco a Scampia non posso negare che in occasione delle minacce da parte di un clan, che furono numerose, la tentazione di gettare la spugna fu grande. Grande gratitudine devo ai miei parrocchiani che mi hanno sostenuto, difeso e supportato.”
FOTO – La Fede Quotidiana