Taranto – Medico avrebbe falsificato firme paziente. La Procura apre una nuova inchiesta sulla morte di Angela Valeria Lepore.
TARANTO – La Procura di Taranto avrebbe aperto una nuova inchiesta sul caso di Angela Valeria Lepore, la poliziotta 27enne di Toritto (Ba), deceduta il 17 luglio 2014 dopo tre interventi chirurgici negli ospedali Santissima Annunziata di Taranto e Policlinico di Bari.
La giovane poliziotta, in vacanza dai suoi familiari a San Pietro in Bevagna, arrivò al Pronto Soccorso di Manduria l’11 luglio, accusando dei forti dolori al fianco destro. In quella sede le venne diagnosticato un calcolo renale e una “massa fluida” non precisata in un rene.
Il giorno seguente venne condotta nel Reparto di Urologia dell’Ospedale SS. Annunziata e lì, dopo una serie di accertamenti, i medici decisero di sottoporla a un duplice intervento chirurgico: asportazione di un calcolo renale e impianto di un polmone artificiale.
A seguito di complicazioni, nella notte tra il 13 e il 14 luglio, fu trasferita nel Reparto di Rianimazione al Policlinico di Bari per essere sottoposta il 16 luglio ad un intervento neurochirurgico per complicazioni cerebrali. Angela Valeria Lepore morì la notte del 17 luglio. L’indagine fu aperta dalla Procura di Bari e iscrisse nel registro degli indagati 20 medici del Pronto Soccorso di Manduria in cui era arrivata per una prima visita, del SS Annunziata di Taranto e del Policlinico di Bari. Al termine degli accertamenti per mezzo delle consulenze, la Procura di Bari aveva poi chiesto l’archiviazione per i sette medici di Bari, passando il tutto nelle mani della Procura di Taranto, con 13 indagati coinvolti nella vicenda. (inizialmente i sanitari indagati erano 11, solo dopo la denuncia presentata dai genitori della ragazza furono inseriti nel registro degli indagati i sanitari di Manduria e Bari).
La Magistratura di Taranto aveva poi chiesto il rinvio a giudizio per i due medici tarantini che avevano eseguito il primo intervento chirurgico e l’archiviazione per altri 8.
Negli ultimi giorni, una nuova inchiesta della Procura di Taranto ipotizza, sulla base di una perizia calligrafica, che le tre firme relative ad un intervento, una trasfusione e l’anestesia, sarebbero state messe non dalla paziente ma dal dottor Antonio Di Pinto, uno dei medici che hanno curato la 27enne nell’Ospedale di Taranto e che ora rischierebbe un processo per falso. Il P.M. di Taranto Remo Epifani avrebbe chiesto quindi il rinvio a giudizio e l’udienza preliminare sarebbe fissata al prossimo 19 dicembre.
L’8 novembre inizierà una nuova udienza per omicidio colposo in cui sono imputati due medici – Antonio Di Pinto e il collega urologo Mario De Siati.