Sperpero di denaro pubblico, cose che solo ad Altamura potevano vedersi

Sperpero di denaro pubblico, cose che solo ad Altamura potevano vedersi Proviamo a rileggere un passaggio che Enrico Berlinguer fece a proposito della “Degenerazione della politica”: “Molti italiani, secondo me, si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi (magari dovuti, ma ottenuti solo attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti) o sperano di riceverne, o temono di non riceverne più”.
Proviamo ora a riportare questo passaggio ai giorni nostri, precisamente nella realtà altamurana.
L’attesa si dice che abbia il sapore del fascino e del mistero, ma ad Altamura invece, tutto ciò ha solo il sapore del ridicolo.
Gli altamurani sono stati gettati in una cloaca di ipocrisia con un contorno grottesco di “Vi pigliamo per il culo”, poche ore fa è apparsa la Delibera 93 del 12 giugno 2025, quindi è arrivato il BANDO.
Cosa dice la Delibera? La Giunta comunale delibera di approvare il cartellone della Rassegna Estiva Comunale 2025, di finanziare la spesa complessiva di euro 185.911,00 iva al 22% compresa, per la procedura di gara per la selezione del soggetto organizzatore della Rassegna Estiva Comunale 2025.
La stragrande maggioranza dei cittadini altamurani sono arrabbiati, altri vivono l’ignavia e altri ancora non sono assolutamente d’accordo.
Nessun altamurano avrebbe mai immaginato che un giorno la Città di Altamura, si trasformasse nel labirinto di Cnosso, nell’attesa che arrivi Teseo.
Qual è invece l’espediente che gli altamurani dovrebbero trovare? In realtà i consiglieri di opposizione come fece Dedalo, stanno costruendo le ali per uscirne rivolgendosi all’autorità giudiziaria e segnalare la irregolarità delle procedure perseguite visto che, si è deciso di andare lo stesso avanti imperterriti e fieri della propria scelta, anche se non condivisa dai cittadini.
Il voto è vero, è sovrano ma Altamura non è sempre una cortigiana da mungere.
Come abbiamo anticipato nel precedente articolo
la Giunta Petronella, ha dovuto sottrarre una cospicua somma agli altamurani ed offrire qualcosa di più per il risveglio e il riscatto di Altamura: l’approvazione della “Delibera della vergogna”, un provvedimento che rappresenta il manifesto della cattiva amministrazione della Cosa pubblica, ossia la Delibera N.77 del 22/05/2025 per la realizzazione della manifestazione “Oscar della VERGOGNA”, per la presentazione di DUE libri alla modica cifra di 55.835,00, comprensiva di Iva e contributo ANAC.
Questo modo di amministrare la città, è l’ennesimo pugno in faccia agli altamurani che versano le imposte comunali, auspicando un buon uso delle stesse da chi è chiamato a gestirle.
Gli altamurani avevano bisogno di un nuovo polmone “verde” per respirare cultura. Ma siete sicuri che di tutto questo marasma da cloaca, ne siano contenti? E’ vero che una passerella non si nega a nessuno, ma regalare 56.000 euro di soldi pubblici, a me pare un’esagerazione.

Eppure in questi giorni di forti trambusti politici, se ne stanno vedendo di tutti i colori, tanto da lasciarci senza parole per la “spregiudicatezza” in cui vengono e continuano ad essere perpetrati.
Nel caso “de quo” i “mostri” esistono e sono pure clientelari e discriminatori. E nessuno lo fa per amore di Altamura, ma per soddisfare quella sete di potere che gli altamurani devono subire.
Oggi anche i “moralisti (senza patentino o tesserino)” fanno la morale. Tutti sembrano affetti della “Sindrome di Aristotele”, nonostante la loro (dubbia) rettitudine morale, pretendono sempre di avere ragione.
E siamo sicuri che gli altamurani, quelli onesti, della società civile, avranno voglia di rivotarli?
Il dubbio c’è, e d’altronde come Cartesio e Sant’Agostino ci hanno insegnato che, nel dubbio c’è l’esistenza.
La politica oramai è infettata e il virus si sta diffondendo. E intanto mentre lo sperpero clientelare è lapalissiano, il favoritismo pure, c’è pure chi minaccia querele.
La politica è divorata da un cancro in metastasi, difficile se non impresa ardua da debellare, è ormai la normalità all’interno del bunker delle istituzioni, a qualsiasi livello, come se ottenere prebende e benefici senza bandi, sia un atto dovuto di “ordinaria amministrazione”.
È una diatriba tra maggioranza e opposizione dove il TERZO gode, ma la cultura davvero si deve fare con i soldi pubblici? Non abbiamo più una risposta.
Non sarebbe stato utile e opportuno destinare quei soldi pubblici al ripristino del manto stradale, onde evitare una perdurante, degradata, immotivata, inaccettabile e intollerabile situazione che crea quotidianamente gravi rischi per la sicurezza della circolazione? Tutto ciò induce ad una profonda riflessione.



Sandro Pertini asseriva: “Non esiste una moralità pubblica e una moralità privata. La moralità è una sola, perbacco, e vale per tutte le manifestazioni della vita. E chi approfitta della politica per guadagnare poltrone o prebende non è un politico. È un affarista, un disonesto”.
La morale è anche uno stato d’animo di forza, effetto, azioni e soprattutto di pensiero culturale. Sarebbe saggio utilizzarla sempre, ma significherebbe chiedere troppo, è troppa la strafottenza istituzionale.
E mentre noi scriviamo, l’assessore alla Cultura scrive e lo fa con disinvoltura “Grande Albano”. Qui il problema diventa serio.
Ho cercato di sdrammatizzare quello che nei fatti non è solo una diatriba social, ma realtà istituzionale, che non dovrebbe esserci, visti i tanti problemi che la città sta attraversando e lo si vede anche dalle foto che alleghiamo.
Una politica da pedanteria acuta, in cerca di proscenio, ma cosa volete che sia?
In passato vedevate gente pascolare nei prati verdi, oggi invece decide, ma decide male per la collettività.
Vorrei fare una precisazione che si trova nella Carta Costituzionale, nell’art. 21 Costituzione I comma: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, e ne siamo tutti coinvolti, soprattutto noi giornalisti che scriviamo in prima persona.
Finché si ricopre un incarico pubblico, si devono accettare critiche (anche le più feroci), al diritto di critica corrisponde un diritto di replica, ma sempre negli ambiti costituzionali e democratici.
Non siamo abituati a voltarci dall’altra parte, ma il diritto di cronaca e libertà delle idee, dev’essere sempre esercitato.
L’ironia è una dichiarazione di dignità, quella che manca osservando i politici a tutti i livelli di turno.
Possibile che gli elettori con la matita in mano, non riescono mai ad avere una memoria buona?
Adesso…Felicità è tenersi per mano, andare lontano, la felicità….(povera) Altamura!