Ettore Bassi torna in scena con Trappola per topi e tinge di giallo il Teatro Mercadante di Altamura

Ettore Bassi torna in scena con Trappola per topi e tinge di giallo il Teatro Mercadante di Altamura Prosegue la lunga rassegna culturale che sta animando la città murgiana di Altamura e il Teatro Mercadante, con il II appuntamento della rassegna “Mettiamoci in…prosa”, direzione artistica di Silvano Picerno.
Il II appuntamento della Rassegna “Mettiamoci in…prosa”, è stato dedicato al genere poliziesco e investigativo, permettendo di far immergere lo spettatore nel mistero di un classico senza tempo della commedia “gialla” di Agatha Christìe, “Trappola per topi”.

Sabato 25 gennaio alle ore 21 e domenica 25 gennaio alle ore 17,30 , il talento e l’adesione di una compagnia di artisti, quali Ettore Bassi, Claudia Campagnola, Dario Merlini, Stefano Annoni, Maria Lauria, Marco Casazza, Raffaella Anzalone e Tommaso Cardarelli, hanno animato il tempio del musicista altamurano Saverio Mercadante, e giocato seriamente con un’opera classica che ha lasciato spazio all’invenzione ed alla sorpresa, conducendo i partecipanti in un viaggio letterario e artistico senza tempo, “Trappola per topi” di Agatha Christìe.
L’ennesimo evento caratterizzato da una grande partecipazione di pubblico.
Un successo che il Teatro Mercadante grazie alla maestria e bravura dell’attore e conduttore Ettore Bassi, regia di Giorgio Gallione e produzione La Pirandelliana, ha accolto con entusiasmo.

Un cartellone di eventi e rassegne che sta generando progetti capaci di radicarsi nel tessuto culturale del territorio, grazie alla maestria e talento degli attori ospitati e presenti in città.
L’attore Ettore Bassi come protagonista, ha dato vita ad una straordinaria metamorfosi di forme narrative, combinando la suspense del giallo internazionale con le atmosfere Britsh, tra follia, rigore ed eccentricità.
Il risultato? Una commedia tesa e incalzante, abitata da personaggi tanto eccentrici quanto bizzarri, impregnata di suspense ed ironia.

L’omicidio si è svolto nella pensione familiare Monkswell Manor nella campagna inglese. Mollie e Giles Ralston ricevono i loro primi cinque ospiti. Ma è in corso una bruttissima bufera di neve. La sera stessa la Radio trasmette la notizia di un omicidio avvenuto a Paddington, la vittima un’anziana donna.
Nel frattempo nell’albergo arrivano degli strani clienti, ognuno sembra avere qualcosa da nascondere, qualche segreto forse legato a un fatto di sangue avvenuto molti anni prima.
La locanda resta isolata a causa della tormenta e anche il telefono viene isolato, ma prima che ciò avvenga arriva alla pensione il sergente Trotter della polizia di Scotland Yard, in missione per proteggere ospiti e albergatori da un oscuro assassino psicopatico intenzionato a colpire nuovamente.
Poco dopo viene ucciso uno degli ospiti, la signora Boyle.
Trotter indaga sull’assassinio e mette Mollie e Giles l’uno contro l’altro, facendo in entrambi sorgere il sospetto che l’altro abbia una relazione extra-coniugale.
Trotter ricostruisce la scena del crimine con l’aiuto di tutti i clienti della pensione e, quando si trova da solo con Mollie, prova a ucciderla perché la ritiene tra i colpevoli della morte prematura del fratello, morto per le privazioni subite dall’anziana donna che era morta a Paddington.
La signora Boyle era il giudice che aveva affidato i bambini alla coppia di contadini mentre Mollie era l’insegnante del fratellino, il terzo “topolino”.
Il bambino diventato vittima dei contadini le aveva scritto una lettera in cui descriveva gli abusi subiti. Sfortunatamente Mollie si era ammalata, la lettera era finita tra le altre e aveva potuto leggerla solo dopo la morte del bambino.
Ma con l’intervento della signorina Casewell, che era la sorella di Trotter, e del maggiore Metcalf, inviato da Scotland Yard come cliente della pensione per proteggere i Ralston e gli altri ospiti, Trotter sarà disarmato e arrestato.
Ettore Bassi nel ruolo del sergente Trotter è riuscito a catturare l’attenzione degli spettatori e coinvolgerli indirettamente nell’azione scenica con le sue indagini, valorizzando molto l’aspetto contemporaneo della commedia.

I personaggi, pur essendo figli della loro epoca, sono apparsi come protagonisti senza tempo, in quanto le ferite esistenziali, i segreti, che ognuno di loro esplicita o nasconde, sono quelli dell’Io diviso, della pazzia inconsapevole.
Un’opera chiusa e precisa che però ha lasciato spazio all’invenzione ed alla sorpresa.
Regista Giorgio Gallione: “Il 25 novembre 1952 all’Ambassadors Theatre di Londra andava in scena per la prima volta Trappola per topi di Agatha Christie. Da allora, per 70 anni ininterrottamente, il sipario si è alzato su questa commedia “gialla” senza tempo e di straordinaria efficacia scenica. Ed ora tocca a noi…
Non è consueto per me, spesso regista drammaturgo in proprio, misurarmi con un classico della letteratura teatrale. Certo da interpretare, ma da servire e rispettare. Ma non ho avuto dubbi ad accettare. Perché Trappola per topi ha un plot ferreo ed incalzante, è impregnata di suspense ed ironia, ed è abitata da personaggi che non sono mai solo silhouette o stereotipi di genere, ma creature bizzarre ed ambigue il giusto per stimolare e permettere una messa in scena non polverosa o di cliché.
In fondo è questo che cerco nel mio lavoro: un mix di rigore ed eccentricità. D’altronde, dice il poeta, il dovere di tramandare non deve censurare il piacere di interpretare. Credo che i personaggi di Trappola nascano ovviamente nella loro epoca, ma siano vivi e rappresentabili oggi, perché i conflitti, le ferite esistenziali, i segreti che ognuno di loro esplicita o nasconde sono quelli dell’uomo contemporaneo, dell’io diviso, della pazzia inconsapevole. E credo riusciremo a dimostrarlo grazie alla potenza senza tempo di Agatha Christie, ma anche e soprattutto con il talento e l’adesione di una compagnia di artisti che gioca seriamente con un’opera “chiusa” e precisa come una filigrana, che però lascia spazio all’invenzione e alla sorpresa, una promessa di imprevedibilità e insieme di esattezza. E poi c’è la neve, la tormenta, l’incubo dell’isolamento e della bivalenza, il sospetto e la consapevolezza che il confine tra vittima e carnefice può essere superato in qualsiasi momento. Ingredienti succosi ed intriganti che spero intrappoleranno il pubblico”.
Nel corso di questi anni, guardando i programmi televisivi succede sempre più spesso di imbattersi nei racconti di casi di cronaca nera o giudiziaria oppure di vicende centrate su situazioni di disagio individuale o sociale.
Storie di omicidi, di violenze e abusi, di aggressioni e atti di bullismo, di malattie gravi e invalidanti, di incidenti stradali e calamità naturali dall’esito tragico: casi, tutti questi, accomunati dal senso di sofferenza vissuto dai singoli, nelle famiglie o nelle comunità più allargate. Con un’espressione molto sintetica ma efficace si parla di “TV del dolore”, che va a razzolare nel fango e nelle miserie della cronaca nera nostrana cercando quello che non c’è per alimentare voci e sospetti.
In “Trappola per topi” invece, siamo di fronte alla grazia, alla leggerezza, al garbo.
A distanza di quasi setta anni dal primo tentativo, dal 25 novembre 1952 quando all’Ambassadors Theatre di Londra, andava in scena per la I volta “Trappola per topi”, il giallo funziona ancora splendidamente perché, gli attori hanno i tempi e i modi oltre che, passione e voglia di divertire divertendosi.
Il pubblico a conclusione della commedia, ha salutato gli attori con scroscianti applausi.