Turandot, il soprano Katia Ricciarelli ambasciatrice della grande lirica con l’Orchestra Sinfonica 131

Turandot, il soprano Katia Ricciarelli ambasciatrice della grande lirica con l’Orchestra Sinfonica 131 della Basilicata Il bel canto italiano sta animando diversi spettacoli musicali che, stanno accompagnando cittadini e visitatori di Matera Capitale Cultura 2019, lungo un percorso musicale della grande tradizione lirica italiana, grazie alla presenza e regia del soprano Katia Ricciarelli, da anni ambasciatrice della musica lirica italiana nel mondo.
Standing ovation per l’incompiuta pucciniana, Turandot, il dramma lirico in 3 atti e 5 quadri, porta la firma alla regia di Katia Ricciarelli che ha visto in Turandot, capolavoro del Novecento, un’opera di straordinaria modernità.

Parco del Castello Tramontano in Matera giovedì 18 luglio 2024 alle ore 21:00, ha fatto da palcoscenico naturale all’Orchestra Sinfonica 131 della Basilicata con un omaggio ai classici della musica lirica, trasformatosi in un grande teatro all’aperto per ospitare la rivisitazione di una delle più importanti opere liriche del celebre compositore lucchese Giacomo Puccini, in occasione del centenario dalla sua morte avvenuta a Bruxelles il 29 novembre 1924, ricalcando l’esperienza che ogni anno raccoglie una straordinaria adesione.
Un impianto scenico “contemporaneo” simbolico, per un’opera attualmente moderna ed in cui è lapalissiano, un approccio tecnologico grazie alle scene di Damiano Pastoressa, e i moderni costumi delle sarte Valentina Tamborra e Angela De Bari che, hanno illuminato i corpi di Turandot (Alisa Katrhoshi), Altoum (Francesco Armeno), Timur (Davide Ruberti), Calaf (Valery Georgiev), Liu (Donatella De Luca ), Ping (Alberto Zanetti), Pang ((Fernando Suglia), Pong (Ma Ke) e Mandarino (Luciano Matarazzo).
Diretti dal maestro dell’Orchestra Sinfonica 131 della Basilicata, Regia Katia Ricciarelli e Anna Aiello, il direttore Franco Zingariello ed i musicisti, hanno eseguito magistralmente l’opera pucciniana incantando il pubblico.

Ma a suggellare la loro bravura, l’esecuzione del “Nessun dorma” della Turandot di Giacomo Puccini, che ha visto la platea alzarsi in piedi ed applaudire senza sosta.
La Camerata delle Arti sotto la direzione artistica di Francesco Zingariello, non ha fatto altro che confermare la sua fama, incantando con la magistrale interpretazione di Turandot, l’ultima opera rimasta incompiuta di Giacomo Puccini, sottolineando l’impegno di tutti nel raggiungere gli ambìti riconoscimenti di cui si fregia da tempo l’Orchestra.
La serata è stata condotta dal giornalista Filippo Olivieri e dalle note di sala della dott.ssa Emanuela Casciabanco.

Il giornalista Filippo Olivieri ha chiesto al pubblico presente un minuto di silenzio, di raccoglimento e di riflessione per commemorare i due vigili del fuoco Nicola Lasalata e Giuseppe Di Martino, morti durante le operazioni di spegnimento di un incendio di vegetazione a Nova Siri, in contrada Cozzuolo, in provincia di Matera.
Una iniziativa dall’alto valore simbolico per ricordare le vittime sul lavoro e per richiamare tutti ad un impegno comune per costruire un’alternativa di valori, di cura e di solidarietà che metta al centro della nostra vita la sicurezza sul lavoro.
Il Castello Tramontano di Matera che ha ospitato l’evento ed ha fatto rivivere l’estro di Giacomo Puccini, si è trasformato nel “tempo delle favole”, diventando la “Pechino Pucciniana”.
L’opera, incentrata sulla figura della principessa Turandot, simboleggia il trionfo dell’amore, della passione, sulle nefandezze che la figura umana può sviluppare durante il suo vissuto.

“Qui finisce l’opera perché a questo punto il Maestro è morto”. Sono le parole pronunciare dopo aver deposto la bacchetta, secondo le cronache successive alla prima del 25 aprile 1926, dal direttore d’orchestra Arturo Toscanini, uno dei giganti della cultura italiana, non solo per meriti artistici ma anche per integrità morale. Era appena risuonato il Mi b funebre che sanciva il compimento del rito: Puccini era morto insieme a Liù.
L’incompiuta pucciniana, l’opera con cui Puccini indaga a fondo e scruta nell’animo umano, rimase incompiuta proprio perché il Maestro, esitò a lungo su come rendere la trasformazione della principessa di gelo che dalla naturale predisposizione verso la morte, alla fine per amore si apre alla vita.

Direttore artistico della Camerata delle Arti Francesco Zingariello: “La produzione di Turandot rappresenta l’evento musicale più atteso della nostra stagione concertistica. Un’opera straordinaria, ospitata in una location naturale di grande suggestione che conferma Matera come palcoscenico ideale per allestimenti operistici all’aperto, il tutto arricchito dalla presenza di Katia Ricciarelli in qualità di regista, pronta ad offrire ai giovani cantanti che compongono il cast, la sua inarrivabile esperienza, che l’ha portata ad essere una delle “Liù” più celebri della storia del teatro.
Ecco perché questa produzione di “Turandot” ha un valore particolare nella nostra stagione artistica, che si conferma anche un laboratorio internazionale per giovani studenti stranieri che vogliono vivere da protagonisti la tradizione lirica italiana.
Turandot fu l’ultima opera scritta da Giacomo Puccini e rimase incompiuta a causa della sua morte. Fu rappresentata al Teatro alla Scala di Milano il 25 aprile 1926 diretta da Arturo Toscanini che, interruppe la rappresentazione a metà del terzo atto, due battute dopo il verso «Dormi, oblia, Liù, poesia!» (alla morte di Liù), ovvero dopo l’ultima pagina completata dall’autore, e – secondo alcune testimonianze – si rivolse al pubblico con queste parole: «Qui termina la rappresentazione, perché a questo punto il Maestro è morto». Le sere seguenti l’opera fu messa in scena con il finale rivisto da Franco Alfano.
Anche noi ha ricordato Francesco Zingariello questa sera abbiamo fatto la stessa scelta. Ci siamo fermati a metà del terzo atto, perché a questo punto il Maestro Puccini è morto”.

Soprano Katia Ricciarelli: “Bisogna far vivere il canto, indossare i panni del personaggio e comprendere che il melodramma è fatto anche di recitazione. È necessario abituarsi a calcare le scene, e per far questo l’unica via è lavorare.
Ho una mia accademia insieme al collega Francesco Zingariello, quando una persona giovane ha bisogno di un consiglio non mi tiro mai indietro: se ti serve un’informazione è naturale andare alla fonte, ed è sempre una gioia mettere a disposizione ciò che si ha”.