La Mafia ha paura, storia di un Sud che può vincere.
La Mafia ha paura, storia di un Sud che può farcela La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni.
La storia di Anna Rosa Tarantino seppure collocata nella cronologia di un tempo passato, resta, per il valore e la concretezza dei risultati, sospesa nel presente.
E’ drammaticamente attuale perchè le mafie sono ancora tra noi: ma soprattutto sono attuali e vivi, perché sul solco dell’azione e lungo il tracciato di un’intuizione forte e reale, ha generato grandi risultati investigativi e giudiziari, si è mossa e si muove ancora oggi l’attività di contrasto alle mafie.
La Mafia ha paura, storia di un Sud che può farcela
Dallo shock per l’efferato omicidio di Anna Rosa Tarantino, vittima innocente di una violenza a lei completamente estranea, al racconto di una scelta: quella della stragrande maggioranza dei cittadini di Bitonto di scendere in campo per sfidare un nemico finalmente costretto a mostrare a tutti il suo volto malvagio. Anche a chi, in precedenza, aveva preferito non vederlo.
È la storia di “La mafia ha paura – Storia di un Sud che può vincere”, docufilm presentato questa mattina a Bari e realizzato nell’ambito di un’iniziativa finanziata dai “Cantieri di antimafia sociale”, a cura della Regione Puglia, su proposta partecipata dal Comune di Bitonto, Città Metropolitana di Bari e Avviso Pubblico – Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione.
Le immagini, realizzate da Marco Agostinacchio e destinate soprattutto al dibattito nelle scuole, raccontano le reazioni della comunità bitontina alla tragedia del 30 dicembre 2017, quando l’anziana sarta fu assassinata casualmente in una sparatoria tra gruppi criminali rivali in guerra per il controllo delle piazze di spaccio.
Un dolore inaspettato, destinato a cambiare irrimediabilmente le vite di una città di quasi 60mila abitanti. Ma destinato anche ad essere parte di un contesto di ripartenza di un’intera comunità che, attraverso cultura ed eventi, ha voluto riappropriarsi di quegli spazi in precedenza sottratti dalle organizzazioni criminali, da sempre ostili a qualsiasi risveglio culturale e sociale del territorio.
«Anna Rosa Tarantino è il simbolo di una città che ha smesso di ‘giocare a nascondino’ con la parola “mafia” e ha compreso l’importanza del contrasto alla malavita organizzata – ha sottolineato Michele Abbaticchio, Vicepresidente di Avviso Pubblico e, in quegli anni, sindaco di Bitonto -. Questo docufilm non è solamente l’omaggio ad una vittima innocente di mafia. È la testimonianza di una comunità che reagisce alla prepotenza mafiosa, riappropriandosi dei territori con eventi, creazione di aree ludiche, parchi, punti sportivi di prossimità. Una comunità composta da tanti cittadini, ognuno con il proprio ruolo, che non si arrendono e non si lasciano intimidire dalle minacce di una criminalità che non conosce altri linguaggi oltre a quello della violenza e della droga, con cui inganna e avvelena tanti ragazzi. Una criminalità che, in questi casi, può essere sconfitta. E, proprio per questo, ha paura».
La Mafia ha paura, storia di un Sud che può farcela
Un risveglio, quello della città di Bitonto, che ancora oggi chiede attenzione e linfa continua, perché il contrasto civico alle mafie non può conoscere pause e ogni giorno può subire sconfitte o reagire con piccole e grandi vittorie.
Il docufilm “La mafia ha paura – Storia di un Sud che può vincere” continuerà ad essere proiettato nelle prossime settimane durante il tour di eventi organizzato sul territorio pugliese da Avviso Pubblico.
Il docufilm è disponibile sul canale YouTube di Avviso Pubblico e sul sito www.nonsonounodivoi.it