Vito Tisto, leader dell’edilizia “green” di Adelfia è stato posto in stato di arresto domiciliare con
l’accusa di aver interrato 117 tonnellate di rifiuti nei campi, provocando secondo i carabinieri del
Nucleo operativo ecologico di Bari un significativo ed esteso deterioramento del sottosuolo.
Significativa ai fini dell’indagine, l’esposto del Deputato Giovanni Vianello ex Cinque Stelle e
attualmente componente della Commissione ecomafie che per primo si è accorto del sospetto
passaggio di mezzi nelle campagne circostanti.
L’inchiesta giudiziaria che oltre al costruttore Tisto coinvolgerebbe altre 14 persone potrebbe
riservare clamorosi sviluppi.
La stessa Holding dell’imprenditore, pubblicizzava un’edilizia “green ed ecosostenibile”, le sue
costruzioni infatti vantano le più moderne tecniche di risparmio energetico ed ecosostenibilità,
smaltendo però contemporaneamente i rifiuti nelle campagne di Adelfia, in terreni oltre che di
proprietà del gruppo anche di altri imprenditori che volevano risparmiare sullo smaltimento rifiuti.
Gli sversamenti documentati sarebbero 56, mentre 120 tonnellate di materiali pericolosi che
sarebbero finiti sotto terra.
Grande preoccupazione e sconcerto tra gli abitanti del territorio che hanno puntato molto
sull’agricoltura di qualità e sul biologico.
Proprio mentre gli alti vertici mondiali parlano di “disastro ambientale” illustrando le catastrofiche
conseguenze che tutti saremo obbligati a pagare, il nostro territorio già ampiamente compromesso,
subisce l’incoscienza di un’ imprenditoria che inquina irrimediabilmente l’ambiente, gli agricoltori
pugliesi oltre a dover pagare a caro prezzo il costo della globalizzazione si ritrovano ancora una volta
a dover mettere in discussione la qualità dei propri prodotti per colpa del “furbetto” di turno.