RIAPERTURA SCUOLE IN PUGLIA E TRASPORTI
La necessità, tanto auspicata, di rientrare a scuola, si scontra bruscamente con la consapevolezza che le condizioni offerte non siano in grado di garantirci un rientro in piena sicurezza.
Non è un rebus, ma piuttosto una decisione da prendere in modo consapevole e sicuramente non scontata. Non è assolutamente messo in discussione il momento prezioso e unico che i ragazzi trascorrono a scuola: l’ incontro con i compagni, il confronto tra punti di vista differenti, la possibilità di conoscere ogni giorno qualcosa di nuovo e di sperimentare le proprie capacità. Ma in periodo di pandemia la scuola sta pagando le problematiche legate soprattutto al trasporto pubblico locale da una parte e alla sanità pubblica dall’ altra.
Se tutti i protocolli di sicurezza vengono rispettati, il rischio di contagio diminuisce, ma questo non significa che gli studenti non possono contagiarsi perché, poi, escono da scuola, si assembrano con altri amici, non usano la mascherina. Inesorabile sarà la congestione sugli autobus di linea ed altrettanto inesorabile sarà la compromissione di tutti quelli accorgimenti posti in essere, con grande sacrificio, a scuola e nella vita sociale in genere, volti a contrastare il diffondersi del SARS-COV2.
E’ necessario a chi di competenza, attivarsi affinchè, si adottino le misure ritenute necessarie a garantire e tutelare il diritto alla salute ed il diritto allo studio.
Con una nota è intervenuto Roberto Calienno, Segretario Regionale Cisl Scuola.
“ Con l’ avvicinarsi della ripresa delle lezioni nelle scuole pugliesi, “ lo scaglionamento di entrate ed uscite degli alunni nelle scuole, disposto dai prefetti di alcune province della Puglia, non ci trova né può trovarci d’ accordo; non è una buona soluzione, non corrisponde alle manifeste volontà del Governo centrale e regionale e neppure a quelle del Ministro dell’ Istruzione e dell’ Assessore regionale all’ istruzione. Non lo è perché ignora la ‘ centralità dei ragazzi ’; complica, e rende ingestibile, il modello organizzativo delle scuole e ne lede la propria autonomia.
Non lo è perché, con gli orari scaglionati, cospicui gruppi di studenti si troverebbero ad uscire dalle scuole persino alle 5 del pomeriggio, nella fase delicata della loro crescita con stravolgimento degli orari e delle abitudini; e ciò sarebbe un vero disastro per la loro crescita psico-sociale, specie dopo un anno e mezza di didattica a distanza.
Non lo è perché, con detta soluzione, per rendere efficiente la sorveglianza durante il tempo scuola dilatato, occorrerebbe tanto personale Ata in più al punto da rendere insufficienti le risorse al momento destinate al così detto “ Organico Covid ”.
La soluzione scelta non sembra essere realizzabile dal punto di vista organizzativo: basti pensare ai tanti docenti con cattedra di 24 ore, su 2 o 3 scuole che sarebbero costretti, anche in virtù di una unità oraria di 45/50 minuti, a entrare al mattino in una scuola per terminare il loro servizio giornaliero nel tardo pomeriggio in altra scuola.
Non lo è perché, questa facile soluzione adottata lede, inequivocabilmente l’autonomia scolastica cui spetta, compete la scelta del più idoneo modello scolastico da adottare, nel rispetto degli Organi collegiali, per garantire la qualità dell’ istruzione, della formazione dei nostri giovani.
E, allora, la Cisl Scuola Puglia – perfettamente consapevole della criticità derivante dalla pandemia che dal 2020 ha colpito il mondo, della responsabilità che ad ognuno, per il proprio ruolo, spetta; chiede se non sia questo il caso di confrontarsi per apportare il proprio contributo sulla conoscenza – fatta di una quotidianità vissuta nella scuola – di ciò che è una scuola, di quale sia la sua vita, la sua complessità; e, nel giusto valore che ad essa spetta – e viene ad ogni formazione di Governo richiamato – , non si ricorra semplicisticamente, e gravemente, ad adottare disposizioni da calare dall’ alto sulla comunità educante “.
Francesca Branà