CORONAVIRUS: I MEDICI DI BASE POTREBBERO NON GARANTIRE L’ INOCULAZIONE DELLA TERZA DOSE
Via libera del governo e del servizio sanitario nazionale alla terza dose del vaccino anti – covid 19 . Il richiamo ulteriore che ha il fine ultimo di rafforzare e preservare l’ immunità di fronte alle varianti, potrebbe non essere garantito da parte dei medici di base.
“ Gli accordi contrattuali in merito alla somministrazione della prima e seconda dose sono stati disattesi. La distribuzione dei vaccini ai medici di famiglia è stata scarsa e improvvisata. Alle luce di questo e dei nostri impegni extra covid, siamo indotti a ritenere che l’ eventuale assegnazione ai medici di Medicina generale della terza dose non potrà essere garantita. Aspettiamo di capire cosa intendono fare il Governo e le Regioni. Ma non siamo affatto ottimisti ”.
A dichiararlo è stato Ludovico Abbaticchio, Presidente Nazionale del Sindacato Medici Italiani ( SMI ).
« L’ attuale fase della vaccinazione di massa – prosegue – e la difficoltà di raggiungere tutte le classi di età della popolazione, c’ indicano che gli hub non potranno rimanere per troppo tempo cosicché il nuovo coinvolgimento dei medici di famiglia è indicato dal Governo come la soluzione ideale per proseguire la profilassi della popolazione. Però, distogliere il medico di famiglia dall’ ordinario controllo e dal trattamento delle cronicità danneggia la prevenzione, non permette un buon controllo di riacutizzazione di malattie croniche e di diagnosi precoci. Se poi aggiungiamo il continuo giungere di telefonate per rassicurare sulla bontà della vaccinazione e per spiegare come ottenere il green pass, il quadro dello svilimento della professione del medico di medicina generale è completo. Sono queste le grandi difficoltà legate alla possibilità della inoculazione della terza dose del vaccino anti covid da parte dei medici di famiglia ».
Abbaticchio evidenzia anche le disparità nel trattamento economico tra medici.
« Non è bello prendere atto – sostiene – che l’ impegno di spesa per questa pandemia è stato molto alto e che affidare ai medici di medicina generale la campagna vaccinale sarebbe molto più economico. I medici di medicina generale hanno concordato 8 euro per le somministrazioni in studio o negli hub e 25 euro per il domicilio, mentre altri colleghi hanno ottenuto 80 euro lordi all’ ora ».
Abbiamo vissuto – conclude – una drammatica situazione sul piano organizzativo e operativo. La distribuzione dei vaccini ai medici di famiglia è stata scarsa, improvvisata; alcuni hanno avuto poche dosi, altri tante. I medici che hanno scelto di operare negli hub sono stati comunque discriminati rispetto agli altri operatori. Hanno potuto contare, oltre che sui vaccini, su infermieri, amministrativi e vaccini. Alle luce di questo e dei nostri impegni extra Covid, siamo indotti a ritenere che l’ eventuale assegnazione ai medici di medicina generale della terza dose non potrà essere garantita.
Francesca Branà