LO ” SCANNACRISTIANI “, ” U VERRU” , ” IL PORCO ” DOPO 25 ANNI TORNA LIBERO
Posted On 01/06/2021
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La figura del Killer affascina e, al tempo stesso, inquieta e turba le coscienze della gente comune e ci spinge a porci la fondamentale domanda che ogni essere umano formula quando è costretto a confrontarsi con dei comportamenti forieri di particolare sconvolgimento emotivo.
Ogni azione umana, da quella del ” Santo ” a quella del ” Mostro ” racchiude di comunicare un messaggio. Un messaggio che il giudice Giovanni Falcone ha cercato di decifrare, soprattutto in un paese dove spesso ci si accontenta di approssimazioni, di valutazioni, di cifre non verificate, lui si distingueva per un rigore matematico nella ricerca della verità.
Giovanni Falcone era convinto che uno Stato tecnicamente attrezzato e politicamente impegnato, potesse sconfiggere il crimine organizzato.
La lotta non è simboleggiata da una sola persona, solo quando più persone lottano insieme, la mafia ci pensa due volte prima di uccidere.
Tommaso Buscetta, il superpentito della mafia lo aveva messo in guardia, fin dall’ inizio delle sue confessioni, il conto con Cosa Nostra restava aperto finchè non avessero raggiunto l’ obiettivo.
Il Bene e il Male si esprimono in modo ugualmente eccessivo. Eccessiva l’ offesa per le famiglie delle vittime alla notizia della liberazione di Giovanni Brusca, che se ne va libero con i suoi piedi, all’ aria aperta.
Un destino amaro ha voluto che la legge fortemente voluta da Giovanni Falcone, sua principale vittima, abbia trovato applicazione nei confronti del carnefice.
La liberazione di Giovanni Brusca era prevista ma nonostante ciò, ha innescato aspre polemiche. Dopo 25 anni ha lasciato il carcere di Rebibbia per fine pena. Lo stragista e feroce assassino ha finito quasi di scontare la sua pena, ora sarà sottoposto a 4 anni di libertà vigilata come disposto dalla Corte d’ Appello di Milano dopo la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Roma.
Giovanni Brusca formalmente è l’uomo che ha azionato il telecomando della Strage di Capaci del 23 maggio 1992 e della morte del piccolo Di Matteo, figlio undicenne del pentito Santino, strangolato e sciolto nell’ acido.
Giovanni Falcone non era stregato dalla mafia, ma è stato l’ unico magistrato che si sia occupato con impegno dei problemi di Cosa Nostra.
Il solo in grado di spiegare perchè la mafia siciliana costituisca un mondo razionale e funzionale, e di fronte all’ incapacità e alla mancanza di responsabilità del governo, si è dovuto erigere a difensore di certi mafiosi contro lo Stato, soprattutto dei pentiti, vittime trasversali di Cosa Nostra, perchè Cosa Nostra uccideva ad essi padri, madri, parenti, figli per aver rotto il fronte del silenzio. Falcone dall’ altra parte della barricata ha lottato a fianco dei mafiosi contro le barbarie dello Stato, ma Cosa Nostra aveva a disposizione un arsenale completo di strumenti di morte. Giovanni Brusca fedelissimo di Totò Riina, accusato della Strage di Capaci ed altri efferati delitti, grazie alla sua collaborazione ” tortuosa ” con la giustizia, è tornato libero con 45gg di anticipo rispetto alla scadenza della condanna. In 25 anni ha usufruito di 80 permessi premio e nel 2002, aveva ottenuto anche l’ autorizzazione a sposarsi in carcere con la sua compagna, dalla quale ebbe un figlio.
La sua scarcerazione dopo le confessioni di aver partecipato all’ organizzazione degli attentati di Roma e Firenze del 1993, della Strage di Capaci, dell’ omicidio del piccolo Di Matteo e oltre 150 delitti che non ha risparmiato donne e bambini, rappresenta un’ offesa nei confronti delle famiglie delle vittime, ma essendo in uno Stato di diritto, la legge prevede che i collaboratori di giustizia usufruiscano dei benefici, non ci resta che farcene una ragione anche se è molto dura.
La Liberazione è un fatto normale, quello che non è normale, invece, che dopo 30 anni la verità sulla strage sia ancora tenuta ostaggio di reticenze, viltà e menzogne. Si auspica che la verità barattata, non gli fornisca la più remota possibilità di tornare ad essere il ” Mostro ” che è stato.
DURA LEX, SED LEX.
Francesca Branà
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