NEI GUAI I FURBETTI DEL VACCINO
In Italia la vaccinazione prosegue a rilento, i vaccini arrivano in ritardo , ma la prima cosa che è stata fatta è la costruzione di hub nei quali somministrare i vaccini. L’ Italia guarda alla forma e non alla sostanza, dimostrandosi ancora panpenalistica.
La fase incipiente dell’attuale campagna vaccinale, sarebbe stata scandita, dalla somministrazione di dosi, a titolo di favore, a soggetti non rientranti nelle categorie prioritarie individuate dal Ministero della Salute e dalle Regioni (operatori sanitari, operatori e ospiti di RSA e altre figure ad essi assimilabili).
A facilitare i “ furbetti ” sono state spesso le deroghe concesse a livello regionale. E’ stato semplice, muoversi all’ interno delle maglie larghe concesse dai singoli territori.
Ad oggi i ”furbetti” oggetto di indagine da parte di procure e carabinieri del Nas sono quasi mille in tutta Italia. Al momento, il Nord ha numeri doppi, e la gran parte si concentra in Piemonte. Tra le Regioni che hanno registrato il maggior numero di furbetti “salta fila” che hanno approfittato delle occasioni per ricevere il vaccino prima degli altri spiccano Sicilia, Campania, Calabria e Valle d’Aosta. Un caso a parte è poi la Puglia, dove sono stati vaccinati con precedenza preti, sacerdoti , operatori della Caritas. Nella sola città di Bari 53 sono gli indagati, numero destinato a crescere in maniera esponenziale.
La Procura della Repubblica di Bari ha avviato una inchiesta ” illo tempore ” che si sta rapidamente estendendo e coinvolgerebbe anche l’ex Presidente di Confindustria Puglia, Domenico De Bartolomeo. La Procura ha convocato 23 indagati per il giorno 30 di aprile e altre 26 persone indagate per il giorno 10 maggio. Tutte dovranno rispondere alle domande dei magistrati durante l ’interrogatorio, o avvalersi delle facoltà previste dalla legge. Si tratta per lo più di residenti a Bari e Altamura. Altre persone, che hanno fornito giustificazioni valide, sono state escluse dalle indagini, dopo essere state audite.
Di quale reato dovranno rispondere i ” Furbetti “?
Fermo restando che il vaccinatore (sia esso medico o infermiere) assume la qualità di pubblico ufficiale, ci si chiede se a carico di chi somministri una dose di vaccino a chi non ne ha in quel momento diritto, debba ascriversi il reato di “Peculato” (art. 341 c.p.) o di ”Abuso d’Ufficio” (art. 323 c.p.). In seguito alla riforma del 1990, l’elemento oggettivo del reato di peculato è costituito esclusivamente dall’ appropriazione, la quale si realizza con una condotta da cui deriva un’estromissione totale del bene dal patrimonio dell’avente diritto con il conseguente incameramento del bene stesso da parte dell’agente. Operando le dovute trasposizioni della norma al caso delle somministrazioni dei vaccini, occorre ora inquadrare quale sia la lesione dell’ avente diritto (che nello specifico va individuato nel Servizio Sanitario Nazionale a cui interessa la profilassi della popolazione) che l’ antigiuridicità della condotta dell’agente (che nella fattispecie è l’infermiere o il medico che dispone del vaccino). Il reato è quello dell’ Abuso d’ ufficio poichè è ravvisabile uno sviamento che si concretizza in un uso irregolare del bene ( il vaccino ) senza che questa azione, comporti alcuna perdita o lesione patrimoniale in danno dell’ avente diritto. La dose del vaccino, non viene sottratta al Servizio Sanitario Nazionale, ma viene somministrata ad un futuro (legittimo) destinatario anticipando solamente la tempistica prestabilita.
“Saltare la fila è un atto pieno di responsabilità, con che coscienza la gente salta la lista sapendo che lascia esposto a rischio concreto di morte persone over 75 o persone fragili?” ha tonato il prof. Mario Draghi durante la conferenza dell’ 8 aprile.
Francesca Branà