Recovery Plan
Posted On 10/02/2021
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La burrascosa strada che ha condotto al Recovery Plan è terminata, dopo essere stata approvata
dal Consiglio dei Ministri e, rappresenta una buona notizia per il nostro territorio.
Dal momento che l’Italia è la maggiore beneficiaria del pacchetto Next Generation EU, ha
dichiarato il Commissario UE agli Affari Economici e Monetari, Paolo Gentiloni, il successo del Piano
nazionale di ripresa e resilienza messo a punto da Roma, condizionerà la riuscita dell’intero piano
europeo.
I singoli progetti di investimento, sono stati selezionati secondo criteri volti a concentrare gli
interventi su quelli trasformativi a maggiore impatto sull’ economia e sul lavoro.
Cos’è il Recovery Plan?
Il Recovery Plan o Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è stato approvato dal Consiglio dei
Ministri del 12 gennaio 2021 , rappresenta il documento che individua le azioni per il rilancio , lo
strumento per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid – 19, ed è finanziato con 222
miliardi di euro.
In breve, si tratta di un programma che individua le linee guida per la gestione e la spesa dei 209
miliardi del Recovery Fund concessi all’ Italia.
Già da ottobre 2020 l’ Unione ha iniziato a reclamare un intervento più tempestivo dei 27 Paesi a
condividere la bozza e i progetti preliminari, invece il termine ultimo per la presentazione alla
Commissione europea è aprile 2021.
Il documento approvato in Consiglio dei Ministri prevede non solo dei fondi previsti dal Recovery
Fund, ma anche 13,5 miliardi di React – EU e 1,2 miliardi del Just Transition Fund.
Il piano ha previsto l’utilizzo di almeno 196 miliardi di euro provenienti dal Next Generation EU.
Quest’ ingente somma, è volta al rilancio dell’economia, ma anche e soprattutto alla ripresa sociale
del paese.
Sono stati così suddivisi:
– Rivoluzione Verde con 68,9 miliardi di euro;
– Digitalizzazione con 46,18 miliardi di euro;
– Infrastrutture con 31,98 miliardi di euro,
– Istruzione con 28,46 miliardi di euro,
– Parità di genere con 21,28 miliardi di euro,
– Salute con 19,72 miliardi di euro che sebbene abbia retto con in attesa forza e costanza agli
urti della pandemia, ha evidenziato carenze, che dovranno essere necessariamente colmate
in un’ottica futura, in particolare con riferimento a:
– Assistenza e telemedicina;
– Innovazione e Assistenza sanitaria.
La missione raggruppa 16 componenti funzionali a realizzare gli obiettivi economico e sociali
definiti nella strategia di Governo, che a loro volta si articolano in 47 linee di intervento per
progetti omogenei e coerenti.
Finalmente la nostra Regione e tutto il Mezzogiorno sono stati posti al centro del rilancio della
Nazione e in questo quadro, sono molteplici ed importanti i progetti approvati che riguardano
la Puglia e segnatamente le province di Taranto e di Brindisi.
Il Presidente Conte ha ottenuto queste importanti risorse europee che ci consentiranno di
avviare il più grande piano d’investimenti del dopoguerra con la Puglia protagonista.
La nostra Regione ha conservato un potenziale di crescita rilevante, che non può essere
dilapidato in vista di una sfida epocale come quella che si pone davanti con il Recovery Plan.
Il Presidente Michele Emiliano ha presentato un progetto per 18 miliardi, precisando che
investire al Sud, non significa danneggiare il nord.
Ogni euro investito al Sud produce non meno del 20% di effetto anche sulle industrie del
centro nord.
Concentrare investimenti al Sud aiuta a non allargare il divario senza modificare in maniera
significativa l’economia del Nord.
La Puglia è pronta ad affrontare assieme alle altre regioni del Sud la sfida, ma il Sud deve essere
entità omogenea dove non si investe duplicando tutto come se fossimo nazioni diverse, ma in
modo integrato.
Nelle schede allegate alla bozza di Recovery Plan ci sono interventi che permettono alle regioni
del Mezzogiorno di avere un ruolo, soprattutto quelli relativi alla Rivoluzione Verde e
all’Economia circolare, basti pensare all’economia circolare a Brindisi come contropartita
rispetto alla decisione dell’Enea di allocare a Frascati il progetto relativo alla ricerca sulla
fusione nucleare, interventi collegati alla decarbonizzazione.
La Puglia può avere un ruolo stante la decarbonizzazione della centrale Enel di Brindisi Sud
entro il 2025 e la programmata riduzione di combustibile fossile nell’impianto siderurgico di
Taranto.
La Puglia trova un riconoscimento nel capitolo relativo all’ Integrazione tra l’alta capacità di rete
con il trasporto regionale, con gli interventi da realizzare entro il 2026 sulla linea Bari – Bitritto
e sulle Ferrovie del Sud Est che da Bari arrivano sino in Salento passando da Martina Franca e
Lecce.
Per i progetti portuali, Taranto otterrà investimenti per aumentare l’accessibilità marittima.
La Regione Puglia ha presentato al Governo schede per interventi da inserire nel Recovery Plan.
Dovrebbe esserci un progetto finalizzato al ripristino del patrimonio produttivo e paesaggistico
del Salento, con un investimento di circa 1 miliardo.
Si chiedono interventi per l’ all’industria e strumenti di sostegno alle aziende e di attrazione
degli investimenti con priorità ai fondi integrativi per la finanza d’impresa.
L’obiettivo è quello di strutturare nuovi prodotti finanziari per dare spinta ad alcuni settori
come ICT, digitale, Automotive e Cyber security.
La Regione sta accelerando per rafforzare il Progetto Puglia Innovation Center for Safety and
Security. Non mancano le richieste relative al potenziamento delle infrastrutture, insistendo
sulle opere da completare di competenza di Anas e RFI.
La Puglia è pronta a fare la sua parte, come la certificazione dell’Agenzia per la coesione
territoriale dimostra.
Questo non è il tempo delle scelte facili, ma dei progetti ambiziosi e lungimiranti.
Francesca Brana’
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