LA SCUOLA AI TEMPI DEL COVID
La scuola di tutti i giorni è fatta, si di lezioni, ma soprattutto di sguardi, abbracci accoglienti e rassicuranti, di pacche sulla spalla, di scambio di intese e accattivanti complicità che legano in mille modi allievi e docenti, che tutto conoscono dei propri studenti.
I docenti riescono sempre a leggere dentro l’animo dei propri studenti.
La scuola è sempre stata spazio di affetti, di empatie, di sentimenti che legano docenti con docenti, docenti con alunni, alunni con alunni, docenti e genitori, personale di segreteria che diventa saggio consigliere di docenti e genitori.
Come può sostituirsi tutto questo con la ” Didattica a distanza ” in un mondo che necessita di materialità che genera sentimenti?
In questa situazione di forte stress, in un quadro di così pesante difficoltà, la scuola sta dimostrando, come in ogni emergenza, grande capacità di reazione e di intervento, riuscendo a garantire attraverso la didattica a distanza il diritto all’istruzione e cercando di rimanere vicini agli studenti e alle famiglie pur sapendo che nulla può essere la presenza in classe.
Le tecnologie si sono rivelate una preziosa risorsa per evitare l’isolamento e ricreare un ambiente inclusivo, dinamico e partecipato.
In attesa che il virus smetta la sua ferale azione e si torni alla normalità, tutti i docenti, anche i più strenui combattenti contro il digitale, si sono attivati a predisporre materiali didattici, rendendoli disponibili attraverso il registro elettronico.
L’impegno del Prof. Antonio Carbonara, coincide, come quello di molti altri insegnanti, nell’impegno di una scuola migliore.
Antonio Carbonara Professore di religione presso l’Istituto scolastico ICS ” Giovanni Paolo II – De Marinis di Carbonara ( Bari ) in questa intervista ci racconta, cosa significa fare scuola nel tempo della pandemia da Covid – 19.
– Prof. Carbonara, insegnanti e alunni si sono dovuti adattare ad una nuova forma di insegnamento che la didattica a distanza oggi impone. Qual è stata la reazione degli insegnanti e degli alunni rispetto a questa imprevedibile necessità?
Abbiamo già sperimentato la didattica a distanza lo scorso anno, all’inizio della pandemia. Le scuole si sono attrezzate le reti wifi per i collegamenti con gli alunni a casa. Ritengo che tutti i protagonisti del mondo della scuola, abbiano compreso la gravità del momento. Abbiamo tirato fuori risorse che neanche sapevamo di avere, ma è stata una sfida di vita e cittadinanza attiva.
– Prof. Carbonara il passaggio dalla didattica in presenza alla didattica a distanza, l’ha vissuta in maniera ambivalente?
In questo momento stiamo lavorando secondo le indicazioni delle ordinanze del Presidente della Regione Puglia Emiliano, cioè con una Didattica digitale integrata. In sintesi, facciamo lezione con gli alunni in classe e in contemporanea accendiamo il nostro PC per collegarci con gli alunni a casa. Capite bene che non è facile lavorare in queste condizioni.
La didattica in presenza affiancata alla Ddi espletata in maniera sincrona, sta sfiancando tutti, sovente abbassando la qualità della formazione e dell’istruzione, non tenendo conto delle difficoltà metodologiche che stanno ampliando le disuguaglianze cognitive.
– Prof. Carbonara le famiglie aiutano, oppure gli studenti più deboli si sono dispersi nel web e nelle loro lacune dentro uno sfondo che non li ha dotati di competenze sufficienti per reggere l’urto della scuola in presenza e figuriamoci della scuola a distanza?
Che risultati sta riscontrando con l’apprendimento a distanza?
Le famiglie collaborano con noi con serenità, se ci sono problemi circa la didattica ci consultano per chiarimenti. Forse qualche famiglia lamenta il troppo tempo che i figli trascorrono per la scuola davanti al computer. Solitamente, sono previsti 45 minuti di lezioni live con intervalli di 15 minuti per passare alle lezioni successive.
– Prof. Carbonara cosa pensa del fatto che il Governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, scoraggia la didattica in presenza?
Michele Emiliano non scoraggia la didattica in presenza, ma è preoccupato per la situazione epidemiologica che registra un aumento dei casi Covid – 19 e un carico delle terapie intensive. Più volte, anche attraverso i canali social, Emiliano ha riferito che la scuola resta una ” Comunità ” come tante altre dove il virus può circolare.
In classe siamo tutti con la mascherina che, devo dire con grande sincerità, non è sopportabile per sei ore consecutive. Gli alunni sono messi alla prova oltre le loro possibilità, per questo ritengo che si sarebbe dovuto intervenire diversamente all’inizio dell’anno scolastico con soluzioni alternative. Forse i doppi turni avrebbero consentito una didattica in presenza e in sicurezza, limitando il numero di alunni per classe.
– Professore che impatto ha avuto su di lei e i suoi studenti questo drastico ed immediato passaggio da lezioni frontali in classe fisica a lezioni a distanza virtuali?
Sia noi insegnanti che alunni abbiamo con tranquillità affrontato il momento, consci del fatto che occorre la collaborazione di tutti per arrivare ai risultati finali. Gli alunni hanno superato molto bene la prova della pandemia, non possiamo chiedere di più alla fine dell’anno scolastico in termini valutativi.
– Professor Carbonara come sta portando avanti la sua didattica e quali sono gli aspetti positivi che sta riscontrando con questa nuova modalità?
Ci sono pochi alunni in classe. A costoro consegno attività didattiche – ludiche, anche per rendere piacevole il lavoro. A casa alterno lezioni live a materiale che invio, come articoli e video. Non ritengo di dover essere esigente, considerando lo stress psicologico che vivono alunni e famiglie a causa dell’emergenza.
– Qual è l’impatto emotivo Professore e l’atteggiamento dei suoi studenti?
I miei studenti si sono dimostrati maturi e responsabili. Non dimenticheranno facilmente la pandemia e il periodo vissuto. Un’esperienza di vita unica che li farà crescere in meglio.
– Prof. Carbonara cosa le manca di più del suo lavoro in questo periodo?
Mi mancano gli sguardi e i sorrisi degli alunni. Mi mancano quelle lezioni nelle quali suonavo con la mia chitarra e intonavo canzoni, coinvolgendo in coro i miei alunni.
– Professore qual è la sua personale visione della scuola del futuro? Ritiene che questo periodo possa costituire occasione per il sistema scolastico di rinnovarsi?
La scuola deve certamente dare una svolta, soprattutto in termini di offerta formativa. Siamo ancorati ad un vecchio modo di fare scuola, con libri non ancora aggiornati. Facciamo parte di una comunità europea della quale non sappiamo assolutamente nulla.
Come docente di religione auguro che i miei alunni possano educarsi alla tolleranza, al rispetto e all’amore per il prossimo.
La figura di Papa Francesco è apprezzata nel mondo della scuola. Una voce fuori dal coro la sua, in grado di destare le coscienze e di trasmettere messaggi di speranza.
Ringraziamo il Professor Antonio Carbonara per la sua disponibilità e per la preziosa testimonianza, auspicando che questo periodo, possa rivoluzionare la didattica, rammentando che nulla potrà mai sostituire gli sguardi, gli abbracci e la complicità che avviene in presenza, all’interno di una classe.
Francesca Brana'