Triste primato di malati di diabete a Taranto
Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Siena, specializzato in Nefrologia Medica. Ha collaborato alle attività di ricerca, aggiornamento e formazione svolte dal Dipartimento di Farmacologia Clinica ed Epidemiologia del Consorzio Mario Negri Sud nell’area della Medicina Generale.
Coautore delle linee della Società Italiana Obesità Puglia per l’attività fisica finalizzata alla prevenzione ed al trattamento del sovrappeso e dell’obesità in età adulta. Tutor Universitario in Medicina di Famiglia e Tutor Valutatore per esame di Abilitazione in Medicina e Chirurgia
Docente al Corso di Formazione “Tutor per la Formazione Specifica in Medicina Generale
Docente al Corso di “Tirocinio pratico valutativo per l’esame di abilitazione all’esercizio della professione di Medico Chirurgo.
Il Dott. Giovanni Colucci è tra i medici più autorevoli pugliesi che ha studiato l’obesità e tutti i rischi ad essa connessi, dalla manifestazione del diabete di cui la provincia di Taranto è al primo posto in Puglia, seguita a ruota da quella di Foggia e da Brindisi e dai tumori che si sono moltiplicati la cui causa può essere attribuita ad una alimentazione contaminata, oltre che dall’ambiente in cui si vive.
Da poco ha compiuto 65 anni.
Dott. Colucci, il triste primato di malati di diabete a Taranto, quando fino a ieri si pensava fosse espressamente collegato ad una familiarità? Quanto incide in questo la contaminazione dei prodotti che mangiamo?
Una parte, il 30- 40%. Più di dieci anni fa, il ministero della Salute ha condotto uno studio nell’area adiacente al Siderurgico prelevando campioni a random sulla terra e campioni prelevati dal latte delle pecore e delle mucche per misurare il particolato. Lascio a voi le deduzioni.
Ma la classifica del numero degli ammalati vede Taranto al primo posto, seguita da Foggia, vicina alla terra dei fuochi e da Brindisi. Tutte e tre collegate all’inquinamento
Negli studi condotti esiste, ma non da tutti riconosciuta, la sindrome metabolica caratterizzata da alcuni indicatori che poi alla fine scatenano il rischio cardiovascolare. Questa l’abbiamo riscontrata negli adolescenti dai 14 – 15 anni in su. Gli studi epidemiologici più recenti dimostrano che il diabete di tipo 2 non è soltanto la malattia degli adulti, ma anche dei giovani. Bisogna seguire soprattutto i ragazzi per evitare a lungo andare lo sviluppo della patologia. Il rischio maggiore parte dall’obesità che porta a due patologie frequenti: il diabete e l’ipertensione. Ambedue sono fattori di rischio cardiovascolare. Gli organi interessati sono rene, cuore e cervello. Nel diabetico abbiamo delle alterazioni micro (retina e rene) e macro vasali (coronaropatie e vasculopatie sistemiche). Il ruolo predominante lo ha il rene, se consideriamo che tutti i pazienti di almeno 50 anni diabetici nel 40/50% presentano albuminuria (presenza di proteine nelle urine) questo porta a insufficienza renale cronica, nei casi gravi alla dialisi. Naturalmente le conseguenze sono anche alterazioni a livello coronarico e a livello cerebrale. Inoltre nel diabetico, si ha la neuropatia diabetica ed alterazioni dell’apparato digerente (gastroparesi); infine la retinopatia diabetica. Lo stile di vita e l’alimentazione, portata avanti per tutta la vita, consente una lunga sopravvivenza del paziente diabetico.
Dott. Colucci, stile di vita, alimentazione e moto, dunque, sono le precauzioni per prevenire il diabete e non solo quello, ci sono poi i tumori che possono essere un’altra conseguenza, tutto sembra legato all’alimentazione e all’ambiente, soprattutto nel nostro territorio
Abbiamo parlato dell’obesità che provoca un’alterazione del microbiota a livello intestinale e a livello plasmatico. Questi sono fattori che da una parte provocano l’insulina resistenza, dall’altra scateno i tumori. Il paziente diabetico, per una serie di eventi, è già di per sé ad alto rischio di tumore. Negli studi fatti a livello Provinciale abbiamo riscontrato una percentuale molto alta nei maschi, di pazienti che con diabete avevano alterazione a livello prostatico. Abbiamo preso una popolazione di pazienti nella provincia Jonica ed estrapolato tutti quelli con il diabete e li abbiamo confrontati con una coorte di non diabetici. Quelli che avevano il diabete usavano più farmaci per l’ipertrofia prostatica, al contrario degli altri. Naturalmente tutto questo comporta un alta incidenza di tumore della prostata, in pazienti, obesi e diabetici e conseguentemente una maggiore incidenza di tumori di altra natura. Al Sud non si mangia più correttamente, abbiamo abbandonato la cosiddetta ‘dieta mediterranea’.
Abbiamo notato che i bambini non si nutrono più di verdure, ortaggi e legumi perché condizionati dall’alimentazione errata dei genitori che per mancanza di tempo si indirizzano su alimenti la cui cottura richiede meno tempo. Questo penalizza sicuramente la salute.
Il pasto veloce danneggia l’organismo. I fast food, il cosiddetto “Cibo spazzatura”, spesso senza conoscere la provenienza delle carni utilizzate
Ha citato un argomento interessante: la carne. Si parla moltissimo, nel mondo scientifico, della resistenza agli antibiotici, il 70- 80% è legato alla somministrazione degli antibiotici negli allevamenti di animali, quindi abbiamo già una predisposizione a non reagire bene all’antibiotico; questo dimostra che non sappiamo come vengono curati gli animali.
Apriamo una brutta parentesi, oggi c’è una progressione incredibile di tumori che sembra non ignorare nessuna famiglia.
La prevenzione è forse l’unica arma rimasta. Abbiamo pubblicato un articolo sulla prevenzione quaternaria (spesa eccessiva, che il sistema sanitario sopporta). Se questa fosse stornata nella prevenzione primaria avremmo un numero inferiore di malattie.
Il sistema nazionale deve intervenire profondamente già dalle scuole elementari nell’educare il bambino ad una corretta alimentazione. Cercare di evitare che i bambini diventino obesi e andare incontro alle patologie di cui abbiamo parlato; pertanto ci sarebbe un minor riscontro delle patologie neoplastiche. Se li educhiamo ad una corretta alimentazione e migliori stili di vita, avremo una sopravvivenza più lunga. C’è una disparità fra il Nord ed Sud. Al nord l’uomo vive mediamente fino a 83 anni, al sud al contrario la media è di 79 anni. Il sistema nazionale non offre la possibilità di individuare quei pazienti a rischio con le indagini strumentali. È necessario correggere l’alimentazione sia dei bambini che degli adulti per mezzo di nutrizionisti qualificati. Dallo studio che abbiamo pubblicato, abbiamo trovato che la sedentarietà è al primo posto per l’obesità; i ragazzi praticavano meno sport. Il fruttosio è stato dimostrato causa di diabete negli adulti. Nel nostro studio, condotto sugli adolescenti, è stato riscontrato che il fruttosio non correla con l’obesità, perché la cellula adiposa è ancora funzionante. Il fruttosio contenuto in tutte le bevande dà delle grosse problematiche. Quindi non mi stanco di dire che è indispensabile la prevenzione primaria nei ragazzi ed una corretta alimentazione. Bisogna migliorare lo stile di vita. Naturalmente ci devono essere dei percorsi integrati tra il sistema Sanitario Nazionale, scuola e i genitori. Aiutando i ragazzi miglioreremo la società del futuro.