Taranto – Nominati i nuovi commissari straordinari Ilva. Attesi in mattinata i ministri
TARANTO – Attesi questa mattina in Prefettura i 5 ministri, che presenzieranno al tavolo per il Contratto Istituzionale di Sviluppo, che aveva subito una battuta d’arresto lo scorso anno. Centro cittadino blindato, con il dispiegamento delle forze dell’ordine pronte all’arrivo del vicepremier Di Maio e dei ministri Sergio Costa, Alberto Bonisoli, Giulia Grillo e Barbara Lezzi che nel primo pomeriggio incontreranno anche le associazioni ambientaliste.
Intanto ieri il ministro Di Maio ha firmato il decreto di nomina dei nuovi Commissari straordinari dell’ex Ilva: Francesco Ardito, avvocato e dirigente della Aqp, Antonio Cattaneo, revisore contabile e responsabile nazionale della divisione Forensic di Deloitte e, Antonio Lupo, avvocato.
La nomina è arrivata a poche ore dalla lettera contenente le dimissioni dal ruolo di commissari straordinari – con decorrenza dal primo giugno 2019 – di Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba: “Una volta portata a compimento, con l’esecuzione del contratto di affitto con obbligo di acquisto da parte del Gruppo Arcelor Mittal dei compendi aziendali del Gruppo Ilva, la parte del programma dell’Amministrazione Straordinaria, approvato dal Ministero dello Sviluppo Economico, che ha consentito, per la prima volta in una procedura di amministrazione straordinaria di così grande rilievo, la salvaguardia pressoché integrale dei lavoratori del Gruppo e la prosecuzione delle attività industriali delle Società in A.S., i Commissari Straordinari hanno ritenuto opportuno rimettere l’incarico per consentire al Ministro dello Sviluppo Economico ogni valutazione sull’ulteriore percorso che l’Amministrazione Straordinaria del Gruppo Ilva dovrà affrontare nell’ambito degli indirizzi che fornirà la Commissione speciale per la riconversione della Città di Taranto, istituita dalla Legge n. 145 del 2018 anche in raccordo con il Tavolo istituzionale permanente per l’area di Taranto di cui al decreto legge n. 1 del 2015. I Commissari ringraziano il Ministro, e tutta la struttura ministeriale, per la fattiva e intelligente collaborazione assicurata in tutti questi anni.”
Anche il Codacons parteciperà al tavolo sull’ex Ilva. L’associazione che, come noto, rappresenta nel processo in corso numerose famiglie danneggiate dall’inquinamento della città prodotto dagli stabilimenti dell’azienda, chiederà al Governo un decreto “Salva-Taranto”, contenente misure ad hoc per tutelare l’ambiente e salute dei residenti e indennizzare le vittime dell’Ilva. “All’incontro proporremo al Governo un decreto per Taranto, volto ad anticipare la rimozione delle scorie di carbone e bonificare il quartiere Tamburi, disponendo se necessario la riduzione della produzione per gli stabilimenti – spiega il presidente Carlo Rienzi – Ciò per consentire ai bambini della zona di andare a scuola anche nelle giornate di vento, considerato che ancora oggi, durante i “wind days”, gli studenti sono costretti a rimanere chiusi in casa a causa del forte inquinamento dell’aria. Al tempo stesso chiederemo al Ministro Di Maio di inserire in un decreto ad hoc il riconoscimento di indennizzi in favore di tutte le famiglie danneggiate dall’ex Ilva e che da decenni attendono giustizia” – conclude Rienzi.
Anche il governatore della regione Puglia, Michele Emiliano, si è espresso in una nota ufficiale auspicando l’annuncio da parte del vicepremier Di Maio, dell’eliminazione dell’immunità penale ad ArcelorMittal: “ Credo che Di Maio annuncerà che finisce l’immunità penale per la gestione degli impianti. Se no sarebbe una visita senza notizie specifiche da comunicare. Significa che chi gestisce l’Ilva torna a essere un cittadino italiano come tutti gli altri e deve rispettare le leggi, deve soggiacere alle regole che prevedono di salvaguardare la vita delle persone sopra ogni altro interesse. Noi abbiamo impugnato davanti alla Corte costituzionale, al fianco del GIP di Taranto, tutti e dodici i decreti. Quindi stiamo sostenendo la tesi del Gip di Taranto che tutti i decreti salva-Ilva sono incostituzionali per lesione del diritto alla salute. Purtroppo la Regione è espropriata di ogni potere di controllo all’interno della fabbrica. Nel senso che le leggi e questi decreti prevedono che, a differenza di tutte le altre fabbriche pugliesi, la Regione non può entrare in fabbrica e non può effettuare direttamente i controlli. Questi vengono fatti sì dall’ARPA Puglia ma sotto il controllo dell’ISPRA e direttamente dal Ministero dell’Ambiente, escludendo la Regione Puglia. Cosi come io non ho il potere di chiuderla. Quindi mi auguro che almeno questa anomalia costituzionale gravissima in danno della salute dei tarantini venga meno”.