In 15.000 a Brindisi per le vittime delle mafie
“Con i nostri colori, con la nostra rabbia, con la nostra allegria, con la forza e la voglia inesauribile di migliaia di studenti siamo scesi in piazza per tornare a decidere sulle nostre terre, sulle nostre vite e sul nostro futuro, per urlare che la mafia noi non la vogliamo e per dire ancora una volta che è dalle scuole che può e deve partire il cambiamento. In Puglia serve parlare di antimafia sociale nei luoghi della formazione, dove spesso accadono casi di corruzione con logiche baronali, simili a vere e proprie dinamiche mafiose. Conosciamo casi di esperienze di alternanza scuola-lavoro presso aziende che spesso non rispettano clausole di salvaguardia sociale e “poco trasparenti”. Per questo chiediamo un Codice Etico che impegni le aziende che somministrano alternanza affinché siano pulite da logiche mafiose e corruzione” afferma Davide Lavermicocca, Coordinatore dell’Unione degli Studenti Puglia.
“Riteniamo importante tenere viva la memoria delle vittime ma anche denunciare ciò che non vogliamo più subire sui nostri territori, sempre più controllati e deturpati dai fenomeni mafiosi. A partire dai saperi si combattono le mafie: vogliamo istruzione gratuita contro le diseguaglianze, misure concrete contro la mala gestione degli appalti che vede la criminalità inserirsi direttamente nei sistemi formativi e di diritto allo studio, la promozione di percorsi di studio dell’antimafia nei nostri atenei” continua il Coordinatore del sindacato studentesco.
“Porteremo dentro scuole ed università, in rete con le altre associazioni impegnate e con i rappresentanti delle comunità, queste problematiche e continueremo ad interrogare le istituzioni affinché si mettano in campo serie politiche che guardino al multiculturalismo come una risorsa e non come un fenomeno da arginare o da “stigmatizzare” e per investimenti sempre più urgenti su istruzione e politiche giovanili” dichiara Vittorio Ventura della Rete della Conoscenza Puglia.
“Le diseguaglianze tra la popolazione sono in forte aumento e chiediamo politiche sociali concrete. La dispersione scolastica in Puglia è al 19% e sempre meno studenti scelgono di proseguire gli studi universitari nella Regione e le barriere economiche di accesso ai saperi incidono nella trasmissione delle disuguaglianze tra le generazioni. Pertanto, chiediamo che vengano rimessi al centro delle politiche di sviluppo regionali e nazionali conoscenza e formazione accessibile a tutti” concludono Lavermicocca e Ventura.