Taranto – Padre presta al figlio il fucile per cacciare: denunciati entrambi per porto abusivo d’arma
CRISPIANO – I controlli volti a garantire il corretto svolgimento dell’attività venatoria, costituiscono una delle attività d’istituto tipica dell’Arma Forestale. Anche negli ultimi giorni di questa stagione venatoria, conclusasi lo scorso 10 febbraio, i reparti sono stati impegnati nel contrasto alle pratiche di caccia illegali, il cosiddetto “bracconaggio”.
Nel corso di tale attività disposta dal Gruppo Carabinieri Forestali di Taranto, i militari delle Stazioni Carabinieri Forestale di Martina Franca, del Nucleo Carabinieri Tutela Biodiversità di Galeone e del Nucleo Carabinieri CITES di Bari, in località Calzerosse a Crispiano, hanno sorpreso un uomo di 38 anni che stava svolgendo l’attività venatoria in modo illegittimo, in quanto non era in possesso di porto d’armi e di tutti i documenti necessari per esercitare la caccia. Dal controllo è emerso che il fucile in suo possesso gli era stato ceduto, sul posto di caccia, dal padre titolare del porto d’armi. Immediatamente è scattato il sequestro dell’arma e delle munizioni ed entrambi sono stati denunciati a piede libero in concorso tra loro per porto abusivo d’arma. Peraltro, entrambi si erano addentrati in un’area ove è vietata l’attività venatoria, in quanto “Fondo Chiuso” ai sensi delle normative nazionali e regionali in materia. Ai due cacciatori saranno inoltre comminate sanzioni amministrative per oltre 1.000 euro. Entrambi rischiano la reclusione fino a sei anni e una multa fino a 26.000 euro.
Nell’ambito di altre operazioni antibracconaggio i militari della Stazione Carabinieri di Marina di Ginosa hanno deferito all’Autorità Giudiziaria due cacciatori e sequestrato armi, munizioni e fauna selvatica in loro possesso. Il primo è stato denunciato per aver abbattuto fauna selvatica nei cui confronti la caccia non era consentita e il secondo per aver esercitato l’attività venatoria mediante l’utilizzo di un fucile da caccia semiautomatico alterato, in quanto privo del riduttore e contenente più delle n.03 cartucce consentite nel serbatoio, aumentando la potenzialità di offesa dell’arma e violando la norma sulla tutela della fauna selvatica omeoterma.
Tale servizio di sicurezza dell’ambiente e del territorio, avviato dallo scorso settembre, proseguirà anche a stagione venatoria chiusa per impedire che i bracconieri esercitino la loro caccia illegale in periodi non consentiti dalla legge.