Polveriera Libia: Palazzo Chigi esclude l’invio di truppe. Preoccupazione dall’Italia e dal mondo
Libia vicina al baratro. La situazione del paese nordafricano è sempre più simile ad una polveriera pronta ad esplodere. Una nazione, da sempre importante crocevia del mediterraneo, stretto da storiche e consolidate alleanze commerciali ed energetiche con il nostro paese, diventata una bomba ad orologeria a due passi dall’Europa.
Da diversi giorni la capitale Tripoli è presa di assedio da parte delle truppe della Settima Brigata di Tarhuna, vicine al Generale Khalifa Haftar, che spingono per prendere in mano il controllo della nazione, destituendo il premier Fayez Al Sarraj, appoggiato dall’Onu oltre a diverse nazioni europee tra cui l’Italia. Diversi mesi fa tale milizie, insieme ad altre brigate oppositrici del potere centrale, erano state già sconfitte e allontanate dalle forze presidenziali. Ora, i paramilitari di tale unità hanno ripreso in mano le armi, con l’obiettivo di riconquistare il controllo del paese. Alle spalle di queste milizie figura il Generale Haftar, l’uomo forte della Cirenaica, già seguace di Gheddafi, fautore della sconfitta dei combattenti dell’Isis nelle città di Sirte e Derna, e su cui forse aleggia l’appoggio del presidente francese Macron.
Sono circa cinquanta i morti in una settimana di scontri. Vi sarebbero inoltre diverse decine di feriti.
Situazione sempre più critica. Dichiarato dal premier Al Sarraj lo Stato di emergenza.
In serata si era anche diffusa la voce, poi non confermata, di una sparatoria nelle sede del governo di accordo nazionale.
Circa quattrocento detenuti, di cui molti vicini all’ex rais Gheddafi, sarebbero riusciti ad evadere da un carcere nelle vicinanze di Tripoli.
Un incendio si sarebbe anche sviluppato in queste ore all’ambasciata Usa a Tripoli in . Lo riporta l’agenzia di stampa Ansa.
Un accorato appello è giunto dall’Unione Europea, che ha richiesto di “cessare immediatamente le ostilità”.
L’Onu ha espresso preoccupazione il destino di rifugiati e richiedenti asilo presenti in queste ore nel paese.
La Farnesina nelle ultime ore ha precisato che l’ambasciata italiana in Libia resta per il momento operativa, anche se in parte. L’Eni avrebbe confermato che le sue attività nella regione proseguiranno nonostante la grave crisi politica in atto. Palazzo Chigi ha ieri pomeriggio smentito la possibilità di inviare unità dei nostri corpi speciali nello stato nord – africano. Matteo Salvini dopo aver rassicurato su una pronta collaborazione con altri paesi europei per risolvere la crisi libica, ha ulteriormente dichiarato: “spero non ci siano altri che invece stanno speculando sulla guerra come in Libia come già fatto in passato”. Critiche erano già state espresse ieri nei confronti del Presidente francese Macron.
La questione Libia sarà probabilmente al centro di un vertice convocato per questo pomeriggio alle 17 a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte, alla presenza di vari ministri, tra cui Matteo Salvini, ministro dell’Interno, Enzo Moavero Milanesi, ministro degli Affari Esteri, ed Elisabetta Trenta, ministro della difesa. Preoccupazioni potrebbero scaturire sul piano migratorio in seguito all’esplosione di violenze nel paese libico.
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