Brindisi- Sospensione dell’obbligatorietà vaccinale nell’età evolutiva, anche a San Pietro si raccolgono firme
SAN PIETRO VERNOTICO- Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa diffuso dal comitato locale “Libertà di Scelta”
“Da lunedi 16 Luglio 2018, presso il Comune di San Pietro Vernotico, è possibile firmare la proposta di legge d’iniziativa popolare, da presentare in Parlamento, per la sospensione dell’obbligatorietà vaccinale nell’età evolutiva, secondo quanto previsto dalla normativa vigente. La proposta è sostenuta da 65 realtà fra associazioni, comitati e gruppi spontanei di genitori. La Puglia con le sue associazioni e gruppi di genitori partecipa attivamente nella raccolta delle firme. Ogni cittadino munito di documento di riconoscimento si può recare presso il comune di appartenenza e supportare la proposta di legge firmando sui moduli depositati in comune.
“In Italia, la Regione Veneto (che ha una popolazione di cinque milioni di persone) con la legge regionale n. 7 del 23 marzo 2007 ha sancito la sospensione dell’obbligo vaccinale per l’età evolutiva per tutti i nuovi nati a partire dal 1 gennaio 2008 contro difterite, tetano, poliomielite ed epatite B. In seguito a questa decisione, l’andamento della copertura è attentamente monitorato e un’indagine, condotta nella Regione durante il 2010 sulla coorte di nascita 2008 (prima coorte coinvolta nel cambiamento), ha mostrato un leggero declino dei tassi di copertura vaccinale per tutte la vaccinazioni per le quali c’era l’obbligo prima del 2008. Ciononostante, i livelli rimangono ben sopra l’obiettivo del 95% fissato dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale. Un’attenta valutazione di questa esperienza potrebbe portare, nel tempo, a cambiamenti legislativi a livello nazionale.” Queste parole comparivano il 7 giugno 2012 al “Venice 2010 survey on the ways of implementing national vaccination programmes” pubblicato su Eurosurveillance.
Queste parole comparivano il 7 giugno 2012 al “Venice 2010 survey on the ways of implementing national vaccination programmes” pubblicato su Eurosurveillance. Il 19 Maggio 2017 veniva emanato DL 73 con la motivazione che in Italia, si era sotto la soglia “consigliata” dall’OMS del 95% di vaccinati (senza specificare se il 95% si riferisce sull’intera popolazione o solo alla fascia che riguarda la fascia 0\16 anni) in seguito alla quale era in corso un epidemia di morbillo che a detta del ministro non si era mai vista. Se si osservano i dati degli anni precedenti riportati da www.epicentro.iss.it (Il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica) si possono notare annate con maggior numero di infetti con percentuale di vaccinazioni più alte.
In sintesi questa legge sancisce il passaggio da un numero di 4 vaccinazioni obbligatorie ( anche se gia di fatto ne venivano praticate 6 con l ‘esavalente) a 10 vaccinazioni obbligatorie. Le criticità esposte da più parti sia dal mondo scientifico che di quello sociale, erano relative al fatto che un tale numero di vaccinazioni non era previsto da nessuna parte nel mondo dove addirittura esistono esperienze attive di libera scelta senza nessun obbligo e che non c’erano dati per stabilire se tale numero potesse essere o no lesivo della salute dei bambini. La percezione è quella di partecipare ad un esperimento. L’articolo 1 definisce anche la sanzione in cui incorrono i genitori che non provvedono a regolarizzare lo stato vaccinale del bambino.
Il DL 73 quindi, portava le vaccinazioni obbligatorie da 4 a 12 per poi scendere a 10 in fase di discussione. Come dichiarato dallo stesso ex presidente del consiglio Gentiloni, non c’era un’emergenza e quindi ci si chiede se la decisione di usare il decreto d’urgenza, contravvenendo ad un articolo ben preciso della costituzione, non nasconda la volontà del ministro di voler mantenere ad ogni costo gli impegni presi dell’Italia come capofila nella promozione delle vaccinazioni, al costo della libertà di scelta degli individui, giustificando invece il decreto d’urgenza, a causa di una ridotta copertura vaccinale che andava a ledere, secondo un pensiero scientifico consolidato, i parametri di sicurezza secondo il principio di “immunità di gregge”, che non è tuttavia di per se un paradigma scientifico incontroverso.
La conversione in legge 119\17 del Dl 73 \17, si porta quindi dietro tutta una serie di contraddizioni, inesattezze e discriminazioni e presta il fianco sotto il profilo scientifico a numerose altre critiche.
• Nonostante quanto raccomandato anche dalla Corte Costituzionale, il nuovo massiccio obbligo vaccinale non prevede l’espletamento di alcun esame sui rischi potenziali di reazioni avverse, una palese lesione del c.d. principio di precauzione.
• La legge non garantisce in alcun modo l’accesso a vaccini con componenti diversificate e personalizzate (monovalenti), per cui può accadere che chi abbia già contratto la malattia per via naturale debba comunque sottoporsi alle relative vaccinazioni, con un’inutile esposizione ad un rischio di reazioni avverse non giustificato da alcun beneficio per sé e per la comunità.
• Vi sono nazioni in Europa dove la copertura vaccinale è molto più bassa e comunque diversa che in Italia, e dove alcune vaccinazioni rese obbligatorie in Italia non sono neppure contemplate fra quelle facoltative, senza che nessuno abbia sentito l’esigenza di assumere una misura così cogente.
• I dati epidemiologici sul morbillo – che sono stati utilizzati come motivazione prevalente per l’approvazione del decreto – hanno registrato focolai che hanno colpito in nettissima prevalenza – al 74% – persone adulte escluse dalla fascia di età 0-16 soggetta all’obbligo di cui al d.l. 73/2017.
• L’aspetto di maggiore criticità del d.l. 73/2017 è senza dubbio rappresentato dal diniego all’accesso ai servizi educativi per l’infanzia in caso di inadempimento agli obblighi vaccinali.
• La frequenza negli asili appare dunque principalmente una misura di sostegno dell’obbligo non supportata da concrete evidenze epidemiologiche, posto che anche in ipotesi di contagi, i nostri bambini anche all’interno degli asili hanno infinite possibilità di venire a contatto con adulti quali maestre, bidelli, cuochi, autisti, personale della pulizia, altri genitori.
• Ai fini dell’eventuale esenzione dalla vaccinazione per ragioni mediche, complicazioni sanitarie anche gravi o complesse che spesso coinvolgono il sistema immunitario dovranno essere accertate dal pediatra dell’ASL, non potendo le famiglie avvalersi di certificazioni di medici specialisti; gli stessi pediatri che oggi però esitano e indugiano nel mettere per iscritto un differimento e/o un esonero anche nei casi in cui questo sia indicato come prudente e necessario da specialisti, e persino in quei casi in cui la “Guida alle controindicazioni” redatta da Aifa consiglia prudenza. Ciò è da imputare al fatto che si è venuta a creare una sorta di “tabù” intorno alla questione vaccini, e chi osa applicare il semplice principio di precauzione, in relazione a casi clinici particolari, rischia di fatto di veder lesa la propria reputazione.
• Uno dei punti cardine del no al decreto e che questo va a ledere e contraddire un principio ormai acquisito e riconosciuto a livello giuridico e morale, attraverso anche la convenzione di Oviedo, e cioè il principio del consenso informato, principio cardine per l’espletamento di qualsiasi attività sanitaria. La Corte Costituzionale ha, a tal proposito, affermato che “il consenso informato, quale espressione della consapevole adesione al trattamento sanitario proposto dal medico” deve considerarsi “principio fondamentale in materia di tutela della salute”, trovando “fondamento negli artt. 2, 13 e 32 della costituzione” (corte costituzionale sentenza 43/2008). Solo con quest’ultimo punto, ma non ultimo in senso assoluto, tutto l’apparato di obbligatorietà mette in evidenza la sua illegittimità contravvenendo ai dettami stessi della costituzione ed è per questo e per i motivi citati sopra che nasce la proposta di legge d’iniziativa popolare che si prefigge di eliminare l’obbligatorietà vaccinale ponendo come base della legge, quella regionale Veneta che è stata in vigore per 10 anni dando ottimi risultati sia dal punto di vista delle coperture vaccinali che per quanto riguarda la farmacovigilanza attiva. Con il supporto di medici, avvocati e deputati la legge ha avuto il suo iter di discussione che ha portato la proposta di legge nella sua forma attuale.
La proposta è formata da 4 articoli e prevede sospensione dell’obbligo e abrogazione della 119, farmacovigilanza attiva, istituzione di un comitato scientifico, ripristino dell’obbligo solo in caso di reali epidemie accertate dal ISS senza però precludere l’accesso ai servizi educativi per l’infanzia.”