Taranto – Peacelink e il video girato in uno dei reparti Ilva: “Questa è l’aria che respirate ogni giorno.”
TARANTO – Nel video pubblicato pochi minuti fa da Luciano Manna, di Peacelink, viene mostrata la mancanza di sicurezza all’interno di uno dei reparti dell’Ilva. La polvere, come evidente dal filmato, si sollevano senza alcun filtro di areazione, disperdendosi nell’aria e finendo per essere respirate dagli operai e dagli abitanti del quartiere, con conseguente rischio per la salute.
https://www.facebook.com/luciano19manna/videos/10215627948959605/
Tali impianti – come ricordato anche da Luciano Manna nel post che riportiamo di seguito integralmente – secondo prescrizione AIA dovrebbero essere chiusi . L’associazione Peacelink – si legge nel post – sta depositando il video alla Procura.
“Questa è l’aria che respirate ogni giorno grazie ai fatiscenti impianti Ilva, ma vi dicono che la qualità dell’aria è buona. Questo è il reparto Agglomerato, linea D dell’Ilva di Taranto. Da questo stesso reparto è uscita la diossina che ha contaminato le pecore e le capre della masseria Carmine della famiglia Fornaro. Animali abbattuti e smaltiti come rifiuti tossiti. Questi sono invece i nastri trasportatori che emettono polveri nel reparto che poi raggiungono il testo senza nessuna aspirazione e si disperdono nell’aria.
Le case del Tamburi sono a poche centinaia di metri. Per terra finisce di tutto, fanghi e minerali di ogni genere, cade acqua dagli stessi impianti. Gli operai che lavorano qui non sono tutelati, rischiano la vita ogni giorno e si ammalano ogni giorno perché questo è ciò che respirano, e come loro i cittadini di Taranto.
Questi impianti, i nastri e le loro cadute, dovevano essere chiusi molti anni fa secondo le prescrizioni AIA. Lavori mai eseguiti, ora ce li rimandano al 2023. Stiamo depositando questo video in Procura della Repubblica. Il procuratore capo Capristo non può più rimanere fermo di fronte a questo evidente rischio per la salute degli uomini. Questi impianti vanno fermati, non intervenire significa assumersi grosse responsabilità. Non intervenire significa rimanere impassibili di fronte a chi si ammala e muore per le inadempienze dell’uomo. Noi vi ricorderemo le vostre responsabilità sino all’ultimo giorno della nostra vita, le lacrime sonno finite, ci rimane la vostra ingiustizia, perché qui a TARANTO LA LEGGE E’ MORTA!“