Taranto – Si restringe il cerchio delle indagini sull’omicidio di Palagiano. Dall’autopsia emergono nuovi dettagli
Cosimo Dragone – massafrese di 45 anni ucciso nella sua casa rurale nelle vicinanze di Palagiano, in località Pino Lemme e ritrovato dal padre il 6 gennaio – non sarebbe stato ucciso con un’arma da taglio. E’ quanto emerge dall’esame autoptico eseguito dal Dr. Marcello Chironi (l’articolo completo a questo link).
Secondo i primi risultati dell’autopsia, l’uomo sarebbe stato ucciso – almeno 24 ore prima del ritrovamento – con un colpo di fucile esploso a distanza ravvicinata. Cosimo Dragone, separato e senza lavoro da qualche tempo, viveva da solo nella sua abitazione e quel 6 gennaio era stato trovato riverso sul divano dal padre, che non avendo notizie del figlio da diverse ore, si era recato nella sua abitazione.
I primi rilievi della scientifica hanno poi evidenziato l’assenza di segni di colluttazione e questo dettaglio, unito alla presenza di sostanza stupefacente rinvenuta nella camera da letto della vittima, avrebbe indotto a pensare che al momento dell’aggressione, l’uomo potesse essere incapace di difendersi dal suo assassino, poiché sotto effetto di droga.
Molto riserbo sulle indagini del Nucleo investigativo, che nei momenti successivi al ritrovamento del corpo senza vita di Cosimo Dragone, ha proceduto ad interrogare e ascoltare i familiari e amici.
Nella ristretta cerchia di conoscenti dell’uomo, si potrebbe celare il suo assassino. I carabinieri sono a caccia di un uomo che è stato visto più volte in compagnia della vittima.