Taranto – Shiro, sparata per gioco. Le parole del suo proprietario al responsabile.
TARANTO – Abbiamo raccontato ieri la storia di Shiro, cagnolina randagia adottata da una famiglia tarantina che con tanto amore ha deciso di prendersene cura alcuni anni fa.
La piccola, ieri, è stata usata letteralmente come bersaglio di un tiro a segno crudele. Qualcuno avrebbe esploso uno, o forse più colpi di fucile – fucile da caccia, secondo quanto raccontatoci ieri dal suo proprietario – in pieno viso, alla testa, all’occhio e ai polmoni.
Shiro era stata ritrovata per terra e insanguinata dal papà di Marco, che come sempre è andato per portarle da mangiare e accudirla, in una cuccia confortevole costruita per lei a Carosino. Portata urgentemente in un ambulatorio di Taranto, lotta da ieri per vivere.
Di seguito, il post apparso alcune ore fa sulla pagina di Marco Grastolla, proprietario di Shiro:
“COME STA IL CANE?
In tantissimi mi avete posto questa domanda e vi ringrazio davvero per la vicinanza di ognuno di voi. Mi è impossibile rispondervi ad ognuno singolarmente perciò lo faccio qui. Shiro lotta per la vita. Come ieri. (…)
Non se la passa bene e non so come andrà a finire. Io sono stufo di vedere questa gente che fa i comodi suoi restando impunita. Non è populismo il mio. E nemmeno vendetta. Io voglio il nome per denunciarlo correttamente e lasciar fare alla legge poiché io, a differenza di questi elementi, sono una persona con coscienza in primis. Mi serve il nome però.
In questo chiedo aiuto a tutti. Una persona che spara ad un cane come fosse un esecutore nazista non è molto lontano da quest’ultimo. È uno squilibrato e va fermato, un pericolo per ognuno di noi.
Però una cosa la preciso e ci metto la faccia. Se scopro il nome, lo do alla legge, ma essa deve funzionare per bene e ho fiducia in questo, ma se per qualsiasi motivo la fa franca, poi la legge dovrà correre appresso a me. Io sono del parere che se non funziona essa è il cittadino in dovere di sopperire alle sue mancanze.
Ma so che non accadrà, so che se avrò il nome questa volta vedrò professionalità da parte di coloro a cui è designato il compito di far rispettare le regole e punire nella giusta misura.
Mi affido prima ai miei conoscenti e ai giornali per far uscire il nome di questo pericolo ambulante, poi mi affido a chi di competenza. È inaccettabile lasciare impuniti gesti di questa gravità al di là che sia successo a me o ad altri. Un saluto a tutti e grazie del vostro supporto.”
Le parole esasperate del suo proprietario, sono da intendersi come uno sfogo naturale per il dolore e la rabbia provati dopo un’azione vile e impietosa, come quella di accanirsi con una creatura indifesa e innocente.
Continueremo a seguire la vicenda, nella speranza che Shiro possa riprendersi e tornare quanto prima dalla sua famiglia adottiva.