Lecce- Il collettivo MADA, proposte per una ricerca nel campo dell’arte.
LECCE- Continua il nostro viaggio nel mondo artistico sondando questa volta nel terreno del contemporaneo un’esperienza in particolare quella cioè di due giovani artisti, Marina Catalano e Dario Giancane, la prima siciliana, l’altro leccese che hanno deciso di riunire forze, sforzi, intenti e passioni nel collettivo MADA.
Da dove deriva e cosa significa il nome del vostro gruppo?
MADA è il nostro acronimo (Marina-Dario), come inizio di una nuova avventura professionale, incipit di una nuova fase esistenziale in risposta ad una condizione di incertezza sociale e perciò come dicevamo “esistenziale”. Siamo una coppia nel lavoro, amici da una vita, caratteri estremamente diversi ma che, proprio per questo, si compensano ed equilibrano nel raggiungimento di uno stesso obiettivo che è quello di portare avanti il gusto per un’arte al momento agonizzante dal punto di vista estetico. (https://www.facebook.com/MADAstudiolabdesign/).
Quali sono i riferimenti culturali e figurativi della vostra attività?
Siamo entrambi nati in due punti strategici del Meridione italiano: Palermo e Lecce. Camminando e crescendo in queste città, attraversando piazze e piazzette, lo sguardo ha spesso incrociato suggestive presenze scolpite e decorative; dal bronzo al marmo, alla dolce pietra, alle meravigliose facciate di casali rinascimentali, barocchi e arabeggianti. Nella maggior parte dei casi si ignora chi rappresentino, eppure anche solo per un attimo ci rapiscono. C’è stato già fin dai primi anni di vita in noi due, inconsapevolmente quindi, un imprinting formativo legato al gusto estetico sensoriale dell’arte. Il tutto ancor più accentuato perché in casa di Marina il padre è stato pittore da cavalletto ed i primi ricordi si concentrano soprattutto sulle collaborazioni artistiche dei personaggi di spicco della Palermo anni 70/80 che frequentavano il “salone” di casa. Dario ha avuto la fortuna di spiare e “rubare” le antiche tecniche fabbrili del padre, tra gli ultimi maestri di una artigianalità perduta. Gli studi contemporanei in età adulta nelle accademie di Brera, Palermo e Lecce hanno permesso poi di raffinare il gusto estetico.
Quali i materiali prevalentemente utilizzati e quali le tecniche?
Tutti i tipi di leghe metalliche; una maggiore attenzione è rivolta al ferro, al rame e all’ottone. Punto forte viene dalla tecnica dell’ageminatura rivisitata in chiave contemporanea (fusione di rame/ottone all’interno di incavi creati su lamiera ferrosa).
Quale la natura degli interventi (oggetti d’arredo, land art, etc.)?
MADA progetta e costruisce complementi d’arredo in equilibrio tra arte e design nell’assoluto rispetto della tradizione fabbrile italiana. Obiettivo è quello di connettere i diversi punti d’osservazione sull’ estetica dei componenti dell’ arredamento contemporaneo attraverso la sinestesia dei due piani sensoriali / sensibili, quello della pittura e quello della scultura. Il pezzo d’arredo acquista un’importante valenza artistica e concettuale, diventa opera creativa, un fine non un mezzo (perché l’arte è disinteressata anche quando è commissionata). Questo è l’obiettivo principale ma vista la natura del collettivo MADA, i cui componenti sono inseriti da sempre all’interno del circuito dell’arte contemporanea, sia in Italia che all’estero, non ci sono limiti alla specificità della creazione e dell’intervento.
Da dove nasce la necessità di formare un gruppo di lavoro?
Non c’è mai stata una necessità vera e propria; è nato il tutto in maniera naturale il giorno stesso che ci siamo conosciuti. Da subito c’è stato questo trasporto di idee e collaborazione. Da una parte la grande esperienza di Marina Catalano che ha saputo dare un giusto indirizzo ai concetti già applicati nella sua pittura, dall’altra l’evoluzione di una artigianalità antica e quasi perduta che Dario Giancane ha valorizzato già durante gli studi accademici nelle sue sculture in ferro battuto. La “fusione” delle due menti è avvenuta quindi per reciproca stima e passione.
Quali i nomi e le esperienze artistiche moderne e contemporanee che sembrano più vicine alla vostra espressività?
Si ritrovano gli echi di una cultura mediterranea reinterpretata con nuovi grafismi e con ironia. Sono stati i viaggi a fondare la nostra espressività. Viaggi e naufragi in cui abbiamo condiviso idee, progetti e desideri, proiettandoli su strade che di volta in volta, per studio, per lavoro o per piacere, abbiamo intrapreso; una moltitudine di strade che abbiamo intrecciato affinché diventassero la nostra, unica e possibile, strada da perseguire. Viaggi visionari, di critiche spietate, di silenzi; viaggi che hanno esaltato la nostra adesione alla storia evitando, al tempo stesso, la retorica del passato e l’elogio della contemporaneità. Non ci sono nomi specifici, si potrebbero citare alcuni ed erroneamente tralasciarne altri. Per noi ciò che è estremamente importante, è la ricerca estetica continua. La nostra espressività ha un solo “Dio”, una sola Musa; la NATURA; compositrice del mondo.
Fabio A. Grasso