Taranto – In serata arriva al porto un carico di pet coke: tra i più tossici e cancerogeni esistenti.
Questa sera alle 21:00 arriverà nel Golfo di Taranto la GH RICH WALL, con un carico di 53mila tonnellate di Pet Coke ( petroleum coke, anche detto coke petrolifero).
In Italia ormai da qualche anno viene autorizzato dalla legge l’impiego del Pet Coke, che con una particolare caratteristica chimica diventa un combustibile.
Nei prossimi 5 giorni la nave che arriva da Houston – in Texas (USA) – sosterà per le attività di scarico al molo polisettoriale nel Porto di Taranto.
Il Pet Coke era considerato scarto di produzione delle raffinerie e quindi soggetto esclusivamente allo smaltimento.
È un materiale tra i più tossici e cancerogeni esistenti, tanto che per il solo transito con mezzi su gomma, l’Autorità portuale invia una pec ad Asl, Arpa, Capitaneria e Regione e obbliga la Carmed – agenzia responsabile del transito del Pet Coke – di adottare tutte le misure necessarie per scongiurare l’inquinamento di aria e mare durante lo scarico al molo polisettoriale.
Questa mattina su Facebook, in un post di Luciano Manna, dell’Associazione ambientalista Peacelink – che dal 2015 si occupa della questione – si legge:
“(…) Dove viene utilizzato questo pet coke? Lo abbiamo chiesto più volte, nessuno ha ritenuto giusto informarci, ma sappiamo che Ilva non può né usarlo né detenerlo, Cementir ha l’area a caldo spenta. Certo una cosa è sicura, per far arrivare 53mila tonnellate dagli Usa (un quantitativo per i traffici marittimi molto contenuto) questo pet deve fruttare molto e questo può avvenire solo se utilizzato come combustibile, trovo impensabile che un petroliere americano spenda soldi per smaltirlo in Italia e non nel suo paese. Andrà in qualche cementificio lucano, forse. In conclusione alle nostre ipotesi fronteggia solo una certezza, il veleno passa per il porto di Taranto e quando arriverà la GH RICH WALL nessuno si farà un selfie con il comandante della nave. La primavera è morta…”
Noi abbiamo contattato Luciano Manna, che si è reso disponibile a darci qualche informazione in più. Gli abbiamo chiesto se avessero segnalato la questione alle Autorità e quale fosse stato il feedback ricevuto: “Abbiamo fatto un accesso agli atti in giornata, interpellando ASL, Arpa, Regione, Autorità portuale e Capitaneria di Porto, oltre ad informare per conoscenza la Procura. Chiediamo di conoscere tutte la azioni applicare dalle Istituzioni – ognuno per le proprie competenze – per evitare il rischio di inquinamento nell’aria e nel mare, anche al fine di tutelare la salute dei cittadini e dei lavoratori”.
Quale pensa possa essere il fine di questo scarico? : “Il Pet Coke è normalmente utilizzato come combustibile prevalentemente nei cementifici. Ipotizziamo possa essere diretto in uno di questi in Basilicata o in altri situati in Puglia. Abbiamo chiesto più volte di conoscerne l’impiego ma non ci è dato saperlo. Abbiamo l’accesso agli atti in materia di informazioni ambientali, ma almeno formalmente, l’utilizzo del Pet Coke non rientra tra questi”.
Oltre a Luciano Manna e a Peacelink, anche la popolazione si interroga sul tema salute e ambiente e vuole risposte dalle Autorità. Questione impellente e troppe volte scavalcata e bypassata per ragioni produttive o di interesse regionale/nazionale.