Taranto – ILVA: Peacelink e il documento di criticità sulla situazione ambientale.
L’associazione Peacelink, presieduta da Alessandro Marescotti, con la propria delegazione ha presentato il Position Paper Ilva 2017, agli europarlamentari presenti in visita a Taranto, un documento dell’Associazione ambientalista che spiega la loro posizione in merito ad aggiornamenti su questioni di criticità che ancora perdurano.
Nel documento – il pdf è consultabile sul sito http://www.peacelink.it/ecologia/a/44585.html – viene evidenziato il posizionamento errato dell’area a caldo dell’Acciaieria rispetto ai quartieri abitati, con il posizionamento a Nord Ovest dei forni e conseguente sollevamento delle polveri sottili nei giorni di Wind Day.
Nel Position Paper , si riporta lo studio di SENTIERI, che cita i dati dell’EPIAir, con la conclusione che la qualità tossica della PM10 – le polveri sottili – rendano le stesse, 2,2 volte più cancerogene della sostanza già di per sé tossica, e pone Taranto in una situazione doppiamente vulnerabile, a parità di livello di emissione, rispetto ad una qualunque città italiana.
Gli effetti sanitari delle PM10 presenti nell’atmosfera a Taranto, sono incomparabili rispetto a quelli prodotti a parità di concentrazione.
Il livello che l’OMS indica come al limite della tollerabilità sanitaria è di 20 microgrammi/m3 all’anno (limite che la legge a Taranto, attesta a 40 microgrammi).
Le statistiche riportate da Arpa Puglia nel 2016, per le emissioni di Via Orsini – quartiere Tamburi – si confermano a 29 microgrammi a metro cubo.
Il documento prosegue con la presentazione di uno studio condotto da EpiAir sulla provata tossicità delle polveri, e segnala inoltre il Report presentato da Peacelink alla Commissione Industria del Senato – tenutasi a Taranto il 26 gennaio 2017 – in cui si evidenziano i consigli della Asl durante i giorni di Wind Day per i soggetti con particolari patologie cardiache e respiratorie.
Oltre a questo, le concentrazioni di PM10 attestatesi per 158 giorni a 25 microgrammi, nel quartiere Tamburi. Concentrazione prolungata quindi ad un agente cancerogeno, con rischio di infarti ed ictus per le fasce sensibili della popolazione residente nel quartiere e con una statistica condotta dal Centro Salute e Ambiente di Taranto rispetto alla significativa incidenza della mortalità per cause cardiovascolari, cardiache e respiratorie, in considerazione dell’effetto a breve termine dell’inquinamento industriale nei giorni successivi al Wind Day (nell’ordine di 2-3 giorni successivi ai giorni di Wind Day).
Peacelink racconta poi la situazione surreale che vivono i bambini del quartiere Tamburi, nei giorni di Wind Day, quando sotto consiglio della Asl, e delle direttive applicate dagli Istituti scolastici, i bimbi sono praticamente murati negli edifici, nell’impossibilità di usare gli spazi aperti, loro adibiti, e con l’obbligo per le scuole di avere le finestre chiuse.
L’incidenza delle polveri sottili sulla salute dei bambini è confermata dai dati della Sanità, che con uno studio dell’ISS documenta un rapporto di proporzionalità diretta tra la riduzione del Quoziente di Intelligenza e la vicinanza all’area dell’Ilva.
Molti altri gli effetti riscontrati nei vari studi e riportati nelle 19 pagine del documento – tra cui le aberrazioni cromosomiche determinate dalla naftalina – secondo un campione di urine delle donne di Taranto e Statte – l’ipotizzata e ancor non confermata correlazione della magnetite, delle particelle di ossido di ferro, tra gli agenti scatenanti per il morbo di Alzheimer.
La proposta di Peacelink di un Osservatorio della mortalità in tempo reale è stato presentata ora al Sindaco appena eletto. Inoltre nessun registro dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni, sembra essere istituito dal 1994, nonostante lo studio del Dr. Forastiere del 2012, avesse documentato che gli operai presentavano un’incidenza altissima di tumori allo stomaco, della pleura, della prostata e della vescica, oltre alle malattie cardiache e di natura neurologica.
I picchi di diossina da record tra il 2014 e il 2016; i dati della contaminazione delle falde sotto i parchi minerari dell’Ilva e la conseguente preoccupazione di uno stoccaggio e raccolta non sicuri di scaglie ferrose, fanghi e del polverino d’altoforno; la coltivazione a ridosso delle aree inquinante e dei prodotti biologici soggetta probabilmente a contaminazione; la pesca a rischio di inquinamento nel primo seno del Mar Piccolo e, il divieto di pascolo nelle aree incolte fino a 20 km dall’Ilva, per la diossina, sono alcune delle conseguenze dell’inquinamento scaturito dalla produzione dell’acciaieria e presentati da Peacelink nel documento.
L’Associazione si interroga inoltre sulle disposizioni dell’A.I.A. conditio sine qua non per il proseguimento dell’attività industriale dell’Ilva e non ancora attuate, con proroghe di applicazione allungate a dismisura.
Sono 320mila le storie dal 1998 al 2014, che con dati anagrafici e schede ospedaliere e di mortalità, sono state presentate con documento al Presidente della Regione Michele Emiliano, che si appresta a renderlo pubblico e presentarlo ai giudici nel processo “Ambiente Svenduto”, di Margherita De Bac con la coordinazione del Dipartimento di epidemiologia del Lazio con Asl di Taranto, Arpa Puglia e Ares Puglia, un dossier istituzionale che mette la parola fine alle controversie sulla responsabilità delle sostanze prodotte dall’acciaieria: “Alla fine del 2014, 36.580 abitanti non c’erano più.”