Lecce- Visita guidata a Santa Croce per tutti, ma i disabili devono essere “a norma”.
Visita guidata a Santa Croce per tutti, ma i disabili devono essere “a norma”.
Per chi non lo sapesse, in questo periodo è possibile prenotare visite guidate e completamente gratuite presso la basilica di Santa Croce, a Lecce, attualmente in fase di restauro nell’ambito di un progetto della Soprintendenza e cofinanziato dall’Unione Europea. Attraverso l’ausilio di un ascensore panoramico, applicato all’ingabbiamento di metallo esterno al quale è costretta la chiesa per i lavori, si può accedere a una serie di passatoie in legno a più livelli che scorrono lungo il frontale dell’edificio e che permettono di mirare da una vicinanza davvero notevole i fregi e le decorazioni allegoriche della chiesa. Una trovata che restituisce ai cittadini leccesi, e non solo, il loro pregiatissimo patrimonio artistico, simbolo del barocco, che altrimenti rimarrebbe schermato alla vista dietro i metalli e alle impalcature, per circa due anni.
Lodevole, quindi, l’iniziativa di programmare mini tour guidati e completamente gratuiti. La raccomandazione qui però è d’obbligo. Se i curiosi, turisti o residenti che siano, sono disabili potrebbero incorrere in qualche disagio con l’utilizzo dell’ascensore.
Perché disabili sì, ma con qualche riserva.
Sembrerebbe infatti che le persone in sedia a rotelle possano usufruire del servizio, ammesso che queste non occupino suppergiù più di 110 cm di profondità. Una limitazione che non sembrerebbe causata dal ristretto spazio interno all’elevatore ma dall’erroneo criterio di aperture delle porte. Queste infatti si aprirebbero verso l’interno sottraendo spazio utile alla comoda permanenza di una persona con invalidità, diciamo così, fuori dalla “norma”.
A segnalare ciò è proprio una persona disabile, Vito Berti, ex Presidente della Commissione Pari Opportunità di Nardò, tetraplegico, che per primo ha voluto sperimentare l’accessibilità al servizio guidato, salvo poi essere richiamato perché le “misure” della sua sedia a rotelle non sono risultate conformi alla struttura.
Vito, che dipende totalmente dalla sua carrozzina e non riesce a piegare le gambe, occupa una profondità di circa 145 cm, quindi eccessiva per poter usufruire dell’elevatore.
Insomma, pare proprio che durante la realizzazione del carrello qualcuno non abbia pensato al fatto che la disabilità non è standardizzabile, che i portatori di Handicap non sono prodotti in serie e che gli “spazi” abitativi di cui necessitano hanno “taglie” diverse, da regolare in base a ogni singolo caso di invalidità. Com’è possibile allora che si sia incorsi in questa gaffe visto che proprio sul sito dedicato appositamente alle prenotazioni on-line dell’escursione si fa chiaro riferimento a una “Accessibilità e fruibilità per un’utenza ampliata”?
“Requisiti imprescindibili per rendere pienamente fruibili i luoghi della cultura a tutti i visitatori sono l’accessibilità fisica e sensoriale- si può leggere sul portale (http://booking.restaurosantacrocelecce.it/) – Il cantiere, pertanto, è stato pensato e realizzato per consentire la visita guidata anche alle persone, accompagnate, con ridotte o impedite capacità motorie e sensoriali.”
“Se dobbiamo creare qualcosa per la disabilità facciamolo seriamente,- ci riferisce invece Vito, indignato.- Questo non è il modo serio di affrontare il problema delle barriere architettoniche.”
Resta dunque l’amaro in bocca e un sotteso senso di frustrazione, soprattutto per i cittadini come Vito che inciampano in questi farraginosi gap architettonici e che vivono sulla propria pelle la distanza oceanica che intercorre tra la forte volontà di vivere una vita quanto meno normale e le innumerevoli fatiche che a questa speranza si interpongono. Anche visitare la facciata monumentale di un gioiello di rilevante pregio come lo è la basilica di Santa Croce diventa, per una persona in carrozzina, l’ennesimo, frustrante, desiderio inespresso, a sua volta risultato manifesto di una cultura che non vive la disabilità e che, quando prova a farlo, esordisce con applicazioni che possiedono sempre delle note insufficienti o di demerito.
In tempi non sospetti, infatti, si inaugurarono i locali sotterranei del castello Carlo V, anche lì senza garantire accesso ai disabili. Una storia, quindi, che paradossalmente si ripete.