Taranto – Cimino: Condanne, assoluzioni e intervenuta prescrizione. Ecco i dettagli della sentenza
Associazione per delinquere, falso, peculato e bancarotta fraudolenta. Nel settembre 2016 furono chiesti oltre 180 anni di carcere dal Pubblico Ministero Pietro Argentino, negli ambiti del processo relativo al Parco Cimino.
La gestione del parco fu affidata dal 2001 alla Day Service. Secondo l’accusa, il comune di Taranto, amministrato dall’allora sindaco Rossana Di Bello, a causa di un presunto illecito accordo tra i funzionari della pubblica amministrazione arrestati e la ditta privata beneficiaria dei pagamenti, sarebbero stati adottati provvedimenti amministrativi illegittimi. Con un considerevole dispendio di denaro pubblico sarebbe stata, infatti, favorita la ditta privata, procurandole un ingiusto profitto quantificato in circa 5 milioni di euro.
L’indagine risalente agli anni a partire dal 2001, portò nel 2006 all’arresto di sette dirigenti del comune di Taranto e due imprenditori.
Nella serata di ieri il Tribunale di Taranto in seduta collegiale ha emesso la sua sentenza. Dichiarata la falsità degli atti di liquidazione oggetto dei capi di imputazione, ai sensi dell’articolo 537 del Codice di Procedura Penale,
Sono stati condannati a vario titolo:
• Luigi Casimiro Lubelli alla pena di 6 anni di reclusione (compreso pagamento spese processuali, spese mantenimento in custodia cautelare e interdizione in perpetuo dai pubblici uffici); al risarcimento dei danni patrimoniali e non in favore del Comune di Taranto, costituito parte civile, da liquidarsi in separata sede e alla rifusione delle spese di costituzione e giudizio pari a 2700 euro, e una provvisionale immediatamente esecutiva in favore del Comune di Taranto, pari a 120 mila euro (insieme a Patella, Barraccato, Ladiana Loredana e Fanelli), con confisca del conto corrente di cui al decreto di sequestro emesso dal Gup il 21 aprile 2009;
• Carlo Patella alla pena di 5 anni e 9 mesi di reclusione (compreso pagamento spese processuali, spese mantenimento in custodia cautelare e interdizione in perpetuo dai pubblici uffici); con confisca delle polizze stipulate di cui al decreto di sequestro emesso dal Gip il 18 luglio 2007
• Santo Barraccato alla pena di 3 anni di reclusione e interdetto in perpetuo dai pubblici uffici;
• Adele Aloisio alla pena di 3 anni e un mese di reclusione (compreso pagamento spese processuali e di mantenimento in custodia cautelare e interdizione dai pubblici uffici per 5 anni), riconosciute in suo favore le attenuanti generiche equivalenti rispetto alle contestate aggravanti con il vincolo della continuazione; in più dichiarata, ai visto l’art. 216 Legge Fallimentare, inabilitata all’esercizio di una impresa commerciale per dieci anni e incapace per la stessa durata ad esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa; condannata altresì al risarcimento dei danni non patrimoniali in favore della Curatela fallimentare Day Service costituitasi parte civile;
• Loredana Ladiana condannata alla pena di 3 anni, 5 mesi e 20 giorni di reclusione e al pagamento di una multa di 1840 euro (compreso pagamento spese processuali e di mantenimento in custodia cautelare e interdizione dai pubblici uffici per 5 anni); in più dichiarata, visto l’art. 216 Legge Fallimentare, inabilitata all’esercizio di una impresa commerciale per dieci anni e incapace per la stessa durata ad esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa; condannata altresì al risarcimento dei danni non patrimoniali in favore della Curatela fallimentare Day Service costituitasi parte civile; con confisca dei libretti postali a lei intestati di cui al decreto di sequestro emesso dal Gup in data 21 aprile 2009;
• Olimpia Ladiana condannata alla pena di 3 anni e un mese di reclusione e al pagamento di una multa di 1700 euro; in più dichiarata, visto l’art. 216 Legge Fallimentare, inabilitata all’esercizio di una impresa commerciale per dieci anni e incapace per la stessa durata ad esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa; condannata altresì al risarcimento dei danni non patrimoniali in favore della Curatela fallimentare Day Service costituitasi parte civile;
• Antonia Ladiana condannata a 2 anni di reclusione; condannata altresì al risarcimento dei danni non patrimoniali in favore della Curatela fallimentare Day Service costituitasi parte civile;
• Filomena Fanelli condannata a 3 anni di reclusione e al pagamento di una multa di 1500 euro, con confisca della polizza a vita e del libretto postale di cui al decreto di sequestro emesso dal Gup in data 21 aprile 2009.
Tutti gli imputati su citati sono stati altresì condannati al pagamento delle spese processuali.
Il Tribunale ha rigettato la richiesta risarcitoria avanzata in favore di Giuseppe Ladiana costituitosi parte civile; la richiesta risarcitoria avanzata nei confronti dei responsabili civili Società Cooperativa il Panda e Morelli Giuseppe; la richiesta di pagamento di provvisionale immediatamente esecutiva in favore della Curatela fallimentare Day Service.
Sono stati invece assolti: Cosimo Damiano Borsci; Giuseppe Licciardello; Fernanda Prenna; Rosario D’Oronzo; Ines Barnaba; Rossana Di Bello; Michele Tucci; Raffaele Di Campo; Giuseppe Luigi Spada; Stefano Campanella; Francesco Maiorino; Clara Funicello; Ettore Rossi.
Per l’ex sindaco Rossana Di Bello e l’ex vice sindaco Michele Tucci il Tribunale ha dichiarato estinto il reato di associazione a delinquere per intervenuta prescrizione.
Reati estinti per intervenuta prescrizione anche per Antonio Liscio, Nicola Gravina, Anselmo Nevoli.