Taranto – Maxi-inchiesta sugli ex agenti della Provincia. Assenteismo, soldi, pranzi, olio e pesce fresco per “chiudere gli occhi”. Chiesto il rinvio a giudizio per 9
L’indagine condotta da parte dei Carabinieri di Taranto iniziò circa 4 anni fa. Due agenti della Polizia Provinciale (corpo soppresso a seguito della riforma delle Province) durante un posto di blocco fermarono un camion. L’autista sprovvisto di patente di guida C per sanare l’irregolarità avrebbe inserito nel libretto del mezzo una banconota da 50 euro. Gli agenti avrebbero chiusero tutt’e due gli occhi non sanzionandolo.
Da qui partì una serie di indagini dei Carabinieri e della Procura di Taranto.
I primi dell’ex Provinciale a finire con le manette ai polsi, l’estate scorsa, furono Antonio Marinelli di 42 anni e Antonio Carrieri di 44 anni. Dovranno rispondere di induzione indebita e truffa aggravata.
Poi a finire nella rete delle intercettazioni furono altri due: Fabio Gentile e Pietro Marzolla, sovrintendenti, rispettivamente di 33 e 53 anni,dovranno rispondere di truffa aggravata. Questi si sarebbero allontanati dal posto di lavoro senza segnalare l’assenza.
Per altri 5 l’accusa è di peculato. Secondo l’impianto accusatorio avrebbero utilizzato i mezzi in dotazione al Corpo per esigenze di carattere personale. E sono: Leonardo Genimale di 67 anni, Giovanni De Gennaro di 62 anni, Giuseppe Putino di 60 anni, Giovanni Battista D’Amati di 54 anni; Giuseppe Ciriello di 53 anni.
Alcuni agenti avrebbero chiuso gli occhi anche su alcuni lavori di edilizia privi di autorizzazioni amministrative. In cambio, a un ristoratore, avrebbero chiesto un pranzo gratis per festeggiare la comunione della figlia di uno dei due.
Un giro fatto di soldi, olio, pesce fresco e pranzi per non cadere nelle maglie della legge, un corposo fascicolo pieno delle malefatte che preoccupa e non poco gli ex della Provincia di Taranto.
Altri agenti, infine, sarebbero stati accusati di assenteismo. I coinvolti in questa maxi-inchiesta sarebbero 17.