Taranto- Calci, insulti e minacce al presidente Arcigay. “Vattene, sei tu che stai rovinando la città!”
Calci, insulti e minacce. La comunità LGBT nuovamente colpita dallo spettro dell’omofobia. Questa volta è successo a Taranto, dove appena sabato scorso, il presidente dell’Arcigay del posto, Luigi Pignatelli, sarebbe stato aggredito da alcuni ragazzini mentre era in piazza Maria Immacolata con un banchetto di beneficenza allestito contro ogni forma di discriminazione e violenza; dall’omofobia fino ai maltrattamenti sulle donne. E invece, proprio dell’ignoranza e del pregiudizio lui stesso sarebbe stato vittima. Un gruppetto di ragazzini di 14 e 15 anni, infatti, dopo averlo avvicinato lo avrebbe aggredito verbalmente e fisicamente, arrivando addirittura a divellere il banchetto informativo adibito anche alla donazione di preservativi. Un’ondata di rabbia che si sarebbe consumata, oltretutto, tra i ghigni e i sorrisetti di un capannello di 50enni ritrovatosi lì in piazza e che, coma ha scritto lo stesso Luigi poi su Facebook, sarebbero rimasti a guardare mentre avrebbero detto: “Vattene, sei tu che stai rovinando la città!”
Fortunatamente, prima che la situazione degenerasse, il presidente dell’Arcigay di Taranto è stato soccorso da alcuni studenti di passaggio che con i loro corpi lo hanno letteralmente protetto.
Ignoranza oppure omofobia? chiediamo a Luigi. Ma lui nel rispondere ha pochi dubbi. “Nell’atto dei ragazzini non vedo omofobia ma ignoranza- ci confessa al telefono- Nelle persone di 50 anni vedo invece omofobia.” E continua ancora: “Sto rovinando io Taranto? Non mi vogliono in città perché sto portando avanti lotte a favore dei diritti civili.”
Ovviamente, l’episodio è stato denunciato alla polizia che, come ci assicura Luigi, è sempre molto vicina a questo tipo di cause. Sensibile all’accaduto e vicina all’Arcigay di Taranto e alla persona del militante arcobaleno è la presidente della Camera Laura Boldrini che su twitter ha scritto: “Solidarietà al presidente dell’Arcigay di Taranto, vittima di un un vergognoso episodio di violenza. Le differenze sono un valore. Subito legge su omofobia“.
“Taranto non è omofoba,” scrive Luigi anche su Facebook, ” I suoi figli e le sue figlie amano e valorizzano le differenze e uno sparuto gruppo di individui poco inclini al dialogo non ne è e non ne sarà mai espressione. Qui lo dico e qui non lo nego: esiste un clan che tenta in tutti modi di distruggermi psicologicamente, per via delle mie scelte artistiche e della militanza in prima linea non solo per la comunità lgbtiq. A questi io dico: non spegnerete mai il mio entusiasmo! Non mi piegherete! Non mi zittirete mai! Taranto è tutto ciò che ho, è tutto ciò che abbiamo e voi siete la parte marcia che bonificheremo. Non sono solo, sappiatelo!”
E dopo la cronaca resta l’amarezza di prendere atto che alle proprie lotte personali, a volte, si aggiungono quelle di un’intera collettività che nonostante i proclami e le bandiere resta sempre a mezza voce, e che pochi si sforzano di comprendere, per paura, noia o rabbia.