Ha vestito il principe William per il suo matrimonio, ora vestirà Trump. L’arte sartoriale arriva da Taranto
Ha disegnato camicie per celebrities come Checco Zalone, ha raggiunto con la sua arte sartoriale anche Buckingham Palace – creando la camicia indossata da William nel giorno del suo “sì” a Kate – e ora sta per affrontare la sua “impresa” lavorativa mediaticamente più appariscente, perché il personaggio che sta per vestire è chiacchierato (e criticato) da tutti: Angelo Inglese sarà il sarto pronto a realizzare la camicia che Donald Trump, il neoeletto presidente degli Stati Uniti, vestirà nel giorno del suo insediamento.
Angelo ha ereditato la professione di famiglia e confeziona le camicie e gli abiti delle sue collezioni in un piccolo laboratorio di Ginosa, in provincia di Taranto, lavorando a stretto contatto con pochi, fidatissimi collaboratori. Ma i suoi abiti sono arrivati fino in capo al mondo e ora si apprestano a varcare le porte della Casa Bianca, per una cerimonia tra le più discusse degli ultimi anni, a cui molti artisti hanno detto no.
Riportiamo integralmente l’intervista rilasciata all’HuffingtonPost
Lo abbia raggiunto al telefono e ci siamo fatti spiegare come è riuscito a vestire il 45 presidente degli Usa e cosa ne pensa dei rifiuti di connazionali illustri.
Lei sarà il camiciaio che vestirà Donald Trump nel giorno dell’insediamento alla Casa Bianca. Com’è stato scelto dal nuovo presidente degli Stati Uniti e da chi è stato contattato direttamente?
Sono stato contattato dal suo entourage, principalmente da una persona molto vicina e a lui [George Lombardi, ndr.] e membro dell’associazione Mad for Italy, che fa cultura italiana in America rivolta agli italoamericani, col fine di conoscere tutta la cultura italiana (ossia le eccellenze italiane nei vari abiti: l’enogastronomia, lo spettacolo, la moda, il lifestyle ecc.). Io e la mia sartoria facciamo parte di questo progetto e così siamo entrati in contatto col nuovo presidente degli Stati Uniti.
Che camicia ha pensato per l’occasione? È già pronta?
Già consegnata. Si tratta di una camicia di altissima qualità, realizzata con un tessuto pregiato (di titolo 300 a 2), in cotone. Sarà bianca classica, non sfarzosa, come rientra nei nostri standard qualitativi.
Crede che il lavoro che le è stato affidato possa essere l’inizio di una collaborazione con la Casa Bianca?
Il presidente è un grande estimatore del bello e del made in Italy, di tutto quello che è della nostra cultura, quindi sicuramente ci sarà un seguito.
Come avrà avuto modo di sentire, c’è stata una polemica intorno alla recente scelta di Melania Trump di vestire, nella notte di capodanno, Dolce e Gabbana – quindi con un abito made in Italy e non di matrice americana. Non teme che delle polemiche simili possano scatenarsi intorno al suo ingaggio?
Non bisogna criticare, perché la moda è italiana. Tanti anni fa le maggiori riviste di moda come Vogue americana iniziavano a portare in copertina le foto di modelle americane con addosso degli abiti italiani; da lì è nata una tendenza che difficilmente si potrà estirpare. La grande moda è ormai associata irrimediabilmente al nostro Paese, abbiamo superato anche i francesi in questo. Tutti ambiscono al Made in Italy nel mondo.
Come giudica il rifiuto di Andrea Bocelli e de Il Volo di presenziare al gala di insediamento di Trump?
Non reputo il mio ingaggio come una questione politica. Io cerco di fare bene il mio lavoro al di là dell’ideologia. Voglio portare in alto la bandiera del made in Italy, partendo dalle piccole realtà produttive. Io sono onorato di essere stato scelto da Donald Trump e ringrazio la comunità italo-americana, non vi va di entrare nei dettagli delle sue idee politiche. C’è una grande voglia di aiutare gli italiani dal punto di vista lavorativo: noi siamo molto bravi, ma abbiamo bisogno di una mano dall’estero in questo momento.
Bocelli e Il Volo, dicendo di no al presidente degli Usa, non hanno detto di no a nome loro, hanno detto di no a nome dell’Italia. Non hanno chiesto agli italiani che cosa ne pensavano. Loro sono le colonne portanti della musica italiana, rappresentano l’Italia, quindi dovrebbero avere una responsabilità in più, nell’accettare come nel dire di no. Sono i portabandiera del nostro Paese.
Tra i suoi incarichi celebri c’è stato anche quello ricevuto da William d´Inghilterra per disegnare la camicia del matrimonio con Kate. Dei suoi tanti e prestigiosi lavori, qual è quello a cui lei è più affezionato?
Non ce n’è uno in particolare, a me interessa che venga fuori la professionalità e la bravura da cui nascono manufatti: la pazienza dei miei collaboratori, la ricerca, il prodotto, il territorio. È questa la cosa più importante.