Bari- 25enne barese morta a Bologna. Lo sciacallaggio del web sulla foto choc pubblicata dalla mamma.
Jenni Galloni, di origini baresi, aveva 25 anni ed era al quarto mese di gravidanza quando è stata ritrovata senza vita in un appartamento che condivideva con alcuni studenti a Bologna, il 28 novembre scorso. Le cause della sua morte sarebbero tutt’ora avvolte nel mistero. Anche l’autopsia disposta sul corpo della giovane non ha permesso di chiarirne il motivo. Si attende quindi il risultato dei prossimi esami tossicologici e istologici. Il giorno prima dell’improvviso decesso, Jenni sarebbe andata a dormire presto, lamentando un leggero stato di malessere, ma da quel sonno non si è più svegliata. Inutile l’intervento del 118, per lei non c’è stato più niente da fare.
Se possibile, quello che succede dopo ha ancor più dell’incredibile. La mamma della giovane, tra dolore e sdegno, affida a Facebook un suo personale messaggio, facendolo precedere a una foto choc che ritrae il cadavere di sua figlia disteso forse sul lettino dell’obitorio.
“Dopo che ho visto gente di merda…scrivere di mia figlia- dice pubblicamente la donna- io ora voglio che VOI ve la ricordiate come purtroppo questa immagine non me la leverò mai dalla mente, ora non la potete più toccare con le vostre sporche mani con le vostre false parole con i vostri plagi……” E il post non si ferma qui, continua con altrettante parole dure. La foto quindi diventa virale e viene esposta alla gogna mediatica che non fa aperta disistima, additandola come esempio di spettacolarizzazione del dolore privato. Ma è sufficiente leggere i commenti in coda al post-choc per vedere i toni accendersi, per scendere nello zoo del cinismo che consuma lo sciacallaggio più becero. Alcuni utenti, non si esclude perfino qualche troll, non si sono risparmiati in commenti ingiuriosi che oscillano dalle offese al nero e inopportuno sarcasmo nei confronti del corpo di Jenni e di sua madre.
Se da un lato c’è lo sfogo discutibile di una madre, scelta che alcuni hanno disapprovato, dall’altra c’è l’indiscussa ed eccessiva leggerezza della puerilità, che strizza l’occhio al livore, dei “leoni da tastiera” che non piega la testa nemmeno davanti alla foto pallida della morte.
Adesso, gli inquirenti hanno acquistato la pagina facebook dedicata a Jenni Galloni e non si esclude che possa avere qualche rilevanza per le indagini in corso.