Taranto – Processo “Cloning” le auto di lusso prima venivano noleggiate e poi “sparivano”, a processo in 28 | NOMI e DETTAGLI
Saranno 28 persone a finire sotto processo per una presunta associazione finalizzata al riciclaggio e alla ricettazione di macchine lusso, nonché per appropriazione indebita e falso documentale. A chiedere il rinvio a giudizio, che passa ora all’esame del gup del tribunale di Taranto, è stato il pm inquirente dottoressa Filomena Di Tursi.
Il processo prende il via dall’operazione congiunta della Guardia di Finanza di Taranto e della Polizia Stradale del 29 giungo 2016 denominata Cloning che portò a notificare avvisi di conclusione delle indagini e informazioni di garanzia nei confronti di 28 persone, tra le quali figuravano commercianti d’auto di Taranto e di altre province, sia in Puglia che in altre Regioni nonché nei confronti di alcuni pregiudicati di Taranto.
Le indagini avrebbero consentito di individuare una ben organizzata associazione per delinquere finalizzata all’indebita distrazione e all’illecita appropriazione di lussuose autovetture e di automezzi di rilevante valore commerciale, gestiti in regime di leasing, con ulteriore commissione di reati di falso documentale, finalizzati alla definitiva vendita dei beni a terzi acquirenti in buona fede.
L’attività di polizia giudiziaria aveva avuto la sua origine da una querela formulata dal legale rappresentante di una società di autonoleggio lombarda, che aveva constatato, in occasione del pagamento della tassa di proprietà per una propria autovettura AUDI A5, presso uno sportello ACI, che il veicolo era stato oggetto di ben cinque trasferimenti di proprietà in un breve lasso di tempo, nonostante lo stesso fosse ancora parte del proprio compendio aziendale.
In un primo momento gli accertamenti giudiziari furono indirizzati nei confronti di una società commerciale di Leporano (TA), formalmente intestata a persona di origine albanese residente a Martina Franca (TA), società concretamente inesistente, nonostante il titolare fosse risultato intestatario di numerosi veicoli, oggetto, per la maggior parte, di contratti di leasing stipulati da società di autonoleggio. Le indagini congiuntamente svolte avrebbero consentito di accertare che gli imprenditori coinvolti nell’illecito traffico, attraverso una società commerciale martinese e altra analoga con sede in Montesilvano (PE), avrebbero stipulato numerosi contratti di leasing per il successivo noleggio di autovetture di lusso, che generalmente sarebbero rimasti insoluti dopo il pagamento di alcune rate. Le autovetture, a quanto pare, furono poi oggetto di una serie di atti di vendita simulati, che avrebbero prodotto fittizie intestazioni dei veicoli ad ignari soggetti, prima di essere destinate, con attribuzione di una diversa targa, alla vendita ai definitivi acquirenti in “buona fede”, sia sul territorio nazionale che all’estero. Tra le vittime di questo raggiro ci sarebbero la Unicredit Leasing Spa, la Alphabet Italia Spa, la Mercedes Benz Service Italia Spa, Mercantile Leasing e tante altre.
Il giro d’affari, valutato intorno ai due milioni di euro, somma questa relativa alle sole 24 autovetture individuate dagli investigatori, avrebbe consentito la sopravvivenza di complicità e collusioni attraverso la regia di quattro persone, a vario titolo coinvolte nel procedimento, tutte accusate del reato associativo: Egidio Saracino Stevens, Fatjon Tanushi, Paolo De Flaviis e Sergio Leggieri.
Alcuni esponenti del presunto clan Scarci sono accusati invece di estorsione perchè sospettati di aver costretto Saracino Stevens (che i questo caso figura come parte offesa nel procedimento) a consegnare loro una Mini Cooper come ricompensa per avergli fatto riavere un’imbarcazione e una Porsche che gli erano stati sottratti precedentemente da altri soggetti tarantini, anche loro imputati per estorsione.
Tra gli indagati figura un incaricato dell’Aci (Leggieri), il quale avrebbe attestato l’autenticità delle diverse operazioni di trasferimento di proprietà dei veicoli, dichiarando quindi il falso. L’operazione di polizia avrebbe consentito di individuare il “riciclaggio” di 24 vetture, tutte di elevato valore commerciale, con marchi Porsche, Range Rover, BMW ed Audi.
Le indagini avrebbero individuato un complesso episodio di estorsione che avrebbe avuto come protagonisti personaggi di spicco della criminalità organizzata tarantina, intervenuti per “dirimere” controversie tra i protagonisti dell’illecito traffico oggetto delle investigazioni.