Foggia – grande vittoria del No al referendum di Manfredonia sul progetto per una centrale GPL della società Energas, in una intervista esclusiva al nostro giornale il Coordinatore Lipu per la Puglia dichiara: “ una forte risposta sociale”
Si è tenuto a Manfredonia nella giornata di domenica 13 Novembre il Referendum consultivo, non vincolante, sull’approvazione o meno del progetto della società Energas, che intende installare un deposito di stoccaggio per il GPL in questo territorio, nello specifico nella zona di Santo Spiriticchio. Dopo innumerevoli polemiche sollevatesi sulla questione nelle scorse settimane (che avevano investito anche Lino Banfi, interprete di uno spot per la promozione del GPL Energas proprio in questi giorni, da alcuni visto come legato a reclamizzare tale progetto), l’esito della votazione ha fugato qualsiasi dubbio sulla volontà attuale dei cittadini di Manfredonia sulla questione Energas: il 96.02 % dei votanti a risposto No all’installazione di tale impianto. Grande soddisfazione è stata espressa da diversi ambienti cittadini e non solo, legati alla lotta contro questo progetto. In una intervista esclusiva al nostro quotidiano, il coordinatore Lipu per la regione Puglia Enzo Cripezzi, riguardo l’esito del referendum, ha ufficialmente dichiarato:
“l’esito del referendum non era affatto scontato e Manfredonia ha dimostrato grande vitalità sociale. La Q8/Energas ha adottato una politica accattivante e di subdola persuasione, con il solito ricatto occupazionale e poi con altri metodi di basso livello. Per una comunità sofferente sul piano delle disponibilità lavorative, questo è un metodo di persuasione forte ancorchè discutibile sul piano etico e morale. Q8/Energas ha anche inviato lettere a casa dei Manfredoniani anticipando la sua volontà di voler spiegare la bontà del proprio progetto… In realtà, fin tanto che ha potuto, la società ha mantenuto un basso profilo come si conviene a chi ambirebbe a che i procedimenti si svolgano nell’ombra: le stesse mini righe dell’Avviso per la VIA furono pubblicati su “Il Mattino”, di chiara diffusione partenopea, e sul Quotidiano di Puglia che ha una diffusione decisamente limitata. Q8/Energas poteva comunicarlo anche su un quotidiano letto nell’area della Daunia ! E’ il caso di ricordare come nell’ambito della procedura di VIA, la LIPU aveva invocato al Ministero Ambiente la necessità di una “inchiesta pubblica” come era nelle facoltà del Ministero nel caso di progetti complessi, appunto come questo, ma l’esito è stato negativo. Ora la disponibilità al dialogo della Q8/Energas appariva decisamente tardiva e chiaramente strumentale, ancor più alla luce delle minacce legali che aveva mosso ai componenti del consiglio comunale dall’approvare provvedimenti ostativi. Ma alla aggressività di Q8/Energas Manfredonia ha risposto per le rime, nelle urne referendarie.”
E in merito agli eventuali futuri scenari, alla possibilità eventuale che Energas non tenga conto di tale risultato, e continui l’iter per l’approvazione del suo progetto, Cripezzi ha anche dichiarato: “Il referendum è stato un forte atto di risposta sociale, pur con tutti i limiti insiti in questo strumento: è stato tardivo e si tratta di un procedimento consultivo che tecnicamente non vincola il procedimento autorizzativo. Tuttavia è innegabile come politicamente rappresenti uno scudo di attenzione sociale che non può essere trascurato dal Ministero allo Sviluppo Economico. Presso quest’ultimo, infatti, sono approdati da mesi tutti i pareri e le valutazioni (positive e negative) sul progetto. Non resterebbe che decidere. A fronte della discordanza dei pareri, il MISE potrebbe anche rimettere la decisione al Consiglio dei Ministri. E anche questi dovrebbe assumersi la responsabilità di fronte ai circa 25.000 NO referendari. Non bisogna poi dimenticare che vi sono anche i ricorsi contro la VIA positiva pendenti al TAR Puglia, intrapresi sia dalla LIPU che dal Comune che dal Comitato di Associazioni. Infine sta per riesplodere la procedura di infrazione comunitaria già causata a suo tempo con la distruzione della stessa ZPS dal contratto d’area di Manfredonia e oggi nuovamente aggredita con questo progetto in violazione alle direttive comunitarie.”