FOGGIA – la tanto discussa vicenda del progetto legato alla costruzione a Manfredonia di un impianto di stoccaggio GPL della società Energas, il coordinatore regionale Lipu Enzo Cripezzi dichiara “conseguenze disastrose”.
E’ ormai un caso a Manfredonia il progetto della società Energas per la costruzione di un impianto di stoccaggio GPL in una zona non lontana dalla costa, nello specifico Santo Spiriticchio, a ridosso del Parco naturale del Gargano, in un territorio dall’alto valore paesaggistico e faunistico, data la presenza di alcune importanti specie protette di uccelli, come il Falco Grillaio e la Cicogna Bianca . Se ne discute da tanto in questa cittadina, che ancora ricorda la tragedia accaduta 40 anni fa, quando da una delle torri dello stabilimento chimico dell’Enichem si elevò una enorme nube tossica, che inquinò irreparabilmente i campi circostanti, causando tanti danni alla salute della popolazione e a quella degli operai stessi. In molti in questa città temono ora i possibili rischi per l’ambiente legati all’attività di tale impianto. Il 13 Novembre si terrà in questa città un referendum, per stabilire se la popolazione vuole acconsentire alla realizzazione di questo progetto o meno. Ma in realtà, i cittadini di Manfredonia si stanno muovendo da tanti anni, con vivaci proteste e manifestazioni contro tale progetto, è sempre stata attiva da anni su tale fronte l’Amministrazione Comunale, e si muovono ormai da diverso tempo anche le organizzazioni e le associazioni ambientaliste. Nell’ambito dello schieramento di sigle che si è delineato in questi anni, riguardo la lotta sostenuta contro questo progetto della società Energas, Enzo Cripezzi, coordinatore regionale Lipu, ha dichiarato per il nostro giornale che “il coro di dissenso e la mobilitazione a questo progetto faraonico è unanime: associazioni e comitati, non solo ambientalisti, ma anche consiglio e amministrazione comunale, partiti e perfino la Chiesa, oltre alle aggregazioni studentesche. Manfredonia è passata dai Nastri d’oro al disastro dell’Enichem, fino alla industrializzazione del contratto d’area, tanto forzata quanto fallimentare. Ora ha la possibilità di cambiare pagina evitando gli errori del passato e rispettando la vocazione del territorio. Questo impianto non serve a nessuno e quello occupazionale è l’ennesimo, becero ricatto ai danni di una comunità pesantemente provata. Cui prodest allora? E’ evidente: questo impianto è finalizzato solo a ingrassare i conti correnti della Q8/Energas “. E in merito alle conseguenze derivanti da tale progetto, Enzo Cripezzi ha poi precisato che “Vi sarebbero ripercussioni di carattere territoriale, in tutte le sue componenti. Mentre si predica di fermare il consumo di territorio divorato sempre più dal cancro cementizio, qui scomparirebbero fisicamente quasi 20 ettari di territorio prezioso, che per di più si tradurrebbe in una irruzione su una ben più vasta area la cui omogeneità ed estensione verrebbe irrimediabilmente frammentata da questa enorme alterazione . Sarebbe del tutto palese la violazione delle direttive comunitarie di tutela della Rete natura 2000 con una nuova procedura di infrazione per la distruzione di habitat e indirettamente per il danneggiamento di specie prioritarie. Ma non bisogna trascurare il rischio di incidente rilevante e le conseguenze disastrose che ne possono derivare, a causa non solo di questo gigantesco impianto industriale ma anche delle opere accessorie (come i 10 km di gasdotto) e della imponente movimentazione di GPL con grandi mezzi di trasporto. Questo progetto inciderebbe e condizionerebbe negativamente le aree balneari e archeologiche di Siponto, le aree di pesca a mare, e i delicati equilibri ecologici, fino al porto. Senza contare il solo traffico di questo idrocarburo su rotaia che per forza di cose dovrà transitare tutto dallo snodo ferroviario inglobato nella città di Foggia: 200 convogli da 480 tonnellate ogni anno ! Viareggio insegnerà qualcosa ? “
A Manfredonia si attende ora solo l’esito del referendum.