Lecce – Minaccia di nuovo la prostituta che, due anni fa, sequestrò per tre settimane. I Carabinieri di Maglie lo arrestano
Il 4 agosto 2016, alle ore 11.00, i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Maglie hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce, su richiesta della Procura della Repubblica, a carico di Pietro Longo, cinquantatreenne, di Galatina, già noto, poiché a suo carico sono stati raccolti idonei e concordanti indizi di reità in relazione ai reati di sequestro di persona, consumato e tentato, e violenza sessuale aggravata.
I fatti risalgono al mese di settembre del 2014, quando, sulla Maglie – Cutrofiano, una giovane donna bulgara viene rapita da una persona. Ma solo qualche giorno dopo arriva la denuncia di un’amica che, presentatasi presso la Compagnia Carabinieri di Maglie, sporge denuncia di scomparsa della connazionale. La donna racconta ai Carabinieri che, proprio lungo la S.P. 361 Maglie – Gallipoli, erano solite prostituirsi insieme e che il 1° settembre del 2014, si erano incontrate al solito posto perlavorare sino al primo pomeriggio. Verso le 14:00, riceveva una telefonata dall’utenza in uso all’amica che le chiedeva aiuto, dicendole che era chiusa a bordo dell’autovettura di un suo cliente che già in passato l’aveva aggredita e derubata; inoltre la denunciante riferiva di aver parlato per telefono anche con il rapitore, che le aveva manifestato di non essere interessato ai soldi della ragazza, ma che era intenzionato ad ucciderla.
Ricevuta la denuncia iniziavano da subito le indagini, anche con le intercettazioni telefoniche. Dopo qualche giorno l’utenza della donna veniva localizzata in Noha di Galatina poiché, secondo quanto è emerso, il sequestratore concedeva alla vittima poche telefonate di conforto ad una donna con la quale viveva prima di essere rapita. Dopo ventuno giorni in casa di Pietro Longo, la bulgara, approfittando di un momento di distrazione dell’uomo, colto dal sonno profondo, riusciva a scappare dall’abitazione ed il 22 settembre, verso sera, dopo essere riuscita a rintracciare l’amica con il suo telefono cellulare, veniva raggiunta ed accompagnata a Lecce.
Il 26 settembre 2014 la vittima sporge denuncia/querela contro Pietro Longo, accusandolo del suo rapimento. La ragazza riesce ad esporre i fatti partendo dal momento in cui era stata privata della libertà, quando fu avvicinata da Longo, suo abituale cliente che conosceva come Piero che, dopo averla minacciata con un coltello, la faceva salire a bordo della sua autovettura, di colore bianco. Dopo averla privata di tutti i suoi averi, la legava con una corda mani e piedi facendola stendere nel bagagliaio. In seguito si era ritrovata a casa dell’uomo dove veniva picchiata ripetutamente, per poi essere rinchiusa in una stanza. La stanza veniva preventivamente chiusa a chiave dall’aguzzino che, solo alcune ore dopo slegava la malcapitata per darle da mangiare e quando usciva dalla stanza la chiudeva sempre a chiave. La donna ha anche riferito di essere stata violentata. Dopo alcuni giorni di prigionia, Longo, forse credendo di averla educata, le permetteva di stare fuori dalla stanza ma sempre in sua presenza, persino in bagno. L’energumeno la picchiava anche con un bastone o con la scopa, minacciandola di morte con un coltello se avesse tentato di fuggire. Ciò avveniva soprattutto quando lui andava a dormire con lei, pretendendo continue prestazioni sessuali, con rapporti non protetti. Raccontava anche di avere sempre una sensazione di stanchezza, ritenendo probabile che le possa essere stata somministrata droga con l’inganno attraverso cibo o bevande. Raccontava che non le era consentito di telefonare neanche ai suoi familiari e quelle poche volte che lei aveva cercato di nascosto di recuperare il telefono, era stata picchiata. Il 22 settembre, verso le 23:00, approfittando del fatto che Longo era ubriaco e drogato, dopo aver recuperato il suo telefonino, fuggiva a piedi verso il centro abitato di Noha, riuscendo a contattare la sua amica, la denunciante, per poi nascondersi tra le autovetture in sosta in attesa di essere raggiunta dalla sua connazionale con un taxi per portarla a Lecce in albergo. Dopo la sua fuga, Longo aveva cercato di contattarla per telefono, con insistenza senza che lei rispondesse alle chiamate. Nell’abitazione dell’uomo aveva lasciato i suoi vestiti, tra cui un giubbotto marrone in pelle, un paio di jeans e la biancheria intima.
Presso il pronto soccorso dell’Ospedale di Scorrano, i medici riscontravano la presenza di ecchimosi diffuse, abrasioni e segni di violenza.
L’AGGRESSIONE A PIETRO LONGO
Il 26 settembre 2014, verso le 16:30, Pietro Longo veniva ferito da ignoti, picchiato ed accoltellato alla schiena, all’altezza del polmone destro e sul braccio destro, oltre ad essere attinto da due colpi di arma da fuoco sulla tibia sinistra. Solo in seguito e dopo aver chiesto aiuto, suo figlio lo rintracciava quasi esanime, nel cortile dietro la sua abitazione di Noha. Le indagini sono in corso.
IL TENTATIVO DI RAPIMENTO NEL GIUNGO 2016
Dopo quasi due anni, la storia si ripete. Il 3 ed il 9 giugno la vittima si ripresenta dai Carabinieri, denunciando che sulla SP Maglie – Collepasso, era stata avvicinata da Longo, che aveva cercato di costringerla a salire in autovettura, minacciandola con un coltello. Al rifiuto della donna, Longo scendeva dal veicolo nel tentativo di raggiungerla, minacciando che le avrebbe tagliato la gola. In quel frangente la bulgara notava che l’uomo aveva difficoltà motorie vedendolo zoppicare e quindi riusciva a scappare chiedendo aiuto ad un automobilista di passaggio, che l’accompagnava dai Carabinieri ove sporgeva una nuova denuncia.
Ieri mattina, 4 agosto 2016, Carabinieri dell’Aliquota Operativa di Maglie e quelli della Stazione di Galatina, hanno rintracciato Pietro Longo Pietro e lo hanno arrestato in arresto in esecuzione dell’ordinanza di custodia Cautelare in Carcere.