Taranto, Sanità – “Ottenere una prestazione al poliambulatorio di Crispiano: un terno al lotto”
“Quattro, sei, otto mesi, ma anche un anno e più per avere la prenotazione all’Asl di una visita medica o un esame clinico; c’è l’urgenza? La risposta è sempre la stessa; l’alternativa consigliata, anche quando si ha di fronte una persona con la pensione minima, è quella di “andare a pagamento”. In tal caso i tempi miracolosamente si accorciano, anzi si quantificano in ore. Certo si può andare all’ospedale, sottoporsi a visita intramoenia, ovviamente pagando, oppure chiamare il 118, farsi ricoverare, con il rischio di attendere ore al pronto soccorso, di essere curato su una barella e quando finalmente si libera un letto, di non avere il cuscino o le lenzuola. Poi bisogna essere fortunati, specialmente in caso di intervento, di non finire nelle mani di un chirurgo distratto e rimetterci la parte buona del corpo o essere dimesso con qualche arnese dimenticato all’interno. E c’è chi vorrebbe obbligare, nel piano della salute, i pugliesi a curarsi nei presidi ospedalieri nostrani. In Italia, in generale, è difficile mettere in pratica la prevenzione della salute, tanto consigliata dal prof. Veronesi a partire dai venti anni, e la criticità degli ospedali è molto diffusa, ma ci sono centri di eccellenza che meritano di essere tenuti in considerazione, specie quando si tratta di malattie gravi.
Ottenere una prestazione in loco, a Crispiano, dove è stato costruito un poliambulatorio nuovo con ampie vetrate e saloni illuminati anche di notte, significa prendere un terno al lotto. Fatta la prenotazione, normalmente occorre percorrere circa 80 chilometri, andata e ritorno, per raggiungere i centri ospedalieri. Non vi sono problemi per le analisi del sangue e delle urine, anche se c’è un limite di prenotazioni e il risultato viene consegnato dopo la settimana.
Questa è l’Asl in Puglia, ma è lecito domandarsi: i politici si preoccupano di migliorare i servizi, abbreviare i tempi delle prestazioni, evitare ulteriori oneri economici in aggiunta a quelli che i lavoratori si vedono sottrarre dalla busta paga, oppure sono impegnati solo ad approvare un piano per sottrarre altri posti letto, aggravando la già precaria situazione degli ospedali in Puglia? Sembra che ci sia interesse a ridurre la durata della vita, cosa che comincia a verificarsi, per risolvere le sorti del bilancio dell’Inps.
I rappresentanti politici pugliesi dell’opposizione, pare siano impegnati in altre questioni più importanti, considerato che della sanità si parla poco, nonostante assorba più del 60% delle risorse del bilancio regionale; che la disoccupazione giovanile superi il 22%, che la nostra economia è sempre più critica e che tante famiglie vivono nell’assoluta precarietà, tanto da preferire non curarsi e “mettersi nelle mani del Signore”. Naturalmente, durante la campagna elettorale, come sempre, le promesse non mancheranno”.
Michele Annese