Taranto – Pestarono a sangue un pastore per rubargli il gregge, in Appello sentenza ribaltata.
Nella giornata di ieri la Corte di appello di Lecce, presidente Dr. Scardia, ha celebrato il processo di Appello avverso la condanna di primo grado per il tragico fatto di sangue accaduto il 13 maggio del 2013 nelle campagne di Nardò. Un pastore rumeno fu legato, imbavagliato e derubato del gregge, per essere infine caricato a bordo di un furgone condotto da quattro rapinatori ed abbandonato nelle campagne leccesi.
Le indagini condussero all’arresto dei tre fratelli Merico Luigi (45enne) , Merico Giuseppe (42enne) e Merico Dajgoro (28enne), pastori di Monteparano (TA) , e di Esposito Salvatore (35enne) di San Pancrazio Salentino (LE).
Gli inquirenti attraverso il riconoscimento della vittima e le indagini condotte anche attraverso l’acquisizione delle celle di localizzazione dei telefoni personali degli indagati, strinsero il cerchio intorno ai presunti autori del tragico fatto. La sentenza di primo grado emessa in seguito a rito abbreviato dal Gup di Lecce dottoressa De Benedictis vide la irrogazione di 24 anni di carcere complessivi, così ripartiti: 6 anni e 4 mesi per Esposito Salvatore, 6 anni per Merico Luigi e Giuseppe, 5 anni per Merico Dajgoro.
Il tragico fatto davvero per mera fatalità non vide conclusioni ben più gravi, tenuto conto che la vittima legata ed imbavagliata fu abbandonata nelle campagne di Nardò. La stessa fu liberata dando l’allarme chiamando le Forze dell’Ordine attraverso un telefonino che riuscì ad occultare. Alla vittima, costituitasi parte civile, fu riconosciuto il risarcimento del danno da liquidarsi in separata sede.
Il collegio difensivo, rappresentato dagli Avv.ti Luigi Danucci e Franz Pesare , Tiziana Dell’Anna e Giuseppe Miccoli, impugnò la sentenza di primo grado.
La Corte di Appello di Lecce ieri, 23.03.16, ha riformato la sentenza di primo grado, assolvendo Esposito Salvatore per non aver commesso il fatto, e riducendo la pena a tutti gli imputati ad anni 4 di reclusione.