Moto GP- Dominio di Lorenzo in Qatar davanti a Dovizioso, Rossi “solo” quarto
Il motomondiale 2016 inizia con il trionfo del campione del mondo in carica Jorge Lorenzo a Losail, nel suggestivo granpremio notturno del Qatar. La Moto GP di quest’anno presenta alcune sostanziali novità, moto nuove, con un nuovo tipo di elettronica, meno “avanzata” rispetto a quella delle ultime stagioni e con il ritorno alle gomme Michelin. Si temeva, alla vigilia, di assistere ad una gara lenta, con gomme inaffidabili, il cui comportamento è ancora tutto da studiare, nonostante i numerosi test invernali. Sulla griglia di partenza Rossi (qualificato quinto) e Marquez (qualificato secondo) scelgono la gomma dura al posteriore, puntando sull’usura degli pneumatici degli avversari nella seconda metà di gara. Lorenzo e le due Ducati di Iannone e Dovizioso partono con la gomma morbida. La tattica scelta da Rossi e Marquez, dati alla mano, non ha sortito l’effetto sperato, con Valentino che, pur riuscendo a tenere il ritmo dei primi, non ha mai avuto modo di effettuare un sorpasso, gli mancava qualcosa, come ha dichiarato lui stesso nel dopo gara, quel mezzo decimo necessario per arrivare a podio. Quarto posto per il dottore, dietro Marquez, terzo, che ha provato fino all’ultima curva a strappare la seconda posizione ad Andrea Dovizioso, ma lo strapotere del motore Ducati in circuiti come quello di Losail è risaputo e si conferma anche quest’anno. C’è grande rammarico per l’altro ducatista, Andrea Iannone, out dopo pochi giri, non prima di aver dimostrato di potersi giocare la vittoria o, almeno, il podio, con la grinta e la foga che contraddistinguono il suo stile di guida. Jorge Lorenzo trionfa, dominando la gara con un ritmo altissimo e costante, riuscendo a stabilire il tempo record di 1:54:927 al terzultimo giro. La gara non è stata, nel complesso, spettacolare e divertente come quella dello scorso anno, ma è stata comunque più veloce, contrariamente a tutte le previsioni e le preoccupazioni sulle modifiche apportate alle moto. Facendo un bilancio, le Michelin si sono comportate bene, almeno su questo circuito, le Yamaha sembrano, anche quest’anno, le moto più equilibrate, mentre le Honda sono leggermente più indietro nello sviluppo. Le Ducati sono competitive, ma bisognerà aspettare circuiti con caratteristiche diverse, meno congeniali al motore del prototipo italiano, per dare una valutazione più completa sui loro progressi. La Suzuki merita un discorso a parte, trattandosi di una moto in continuo sviluppo che, dopo i test e le qualifiche, sembrava essere sulla strada giusta per colmare il gap con le altre scuderie factory. La scarsa potenza è un punto debole ancora evidente, soprattutto in partenza, e non è chiaro quanto influisca sul giudizio generale della moto l’ottimo stato di forma di Maverick Viñales, partito in prima fila ed arrivato sesto dietro Dani Pedrosa.
Il week-end si è concluso con almeno un italiano sul podio in ogni categoria del motomondiale: in Moto 3 troviamo addirittura 5 italiani nelle prime 6 posizioni. Primo Niccolò Antonelli, con appena 7 millesimi di vantaggio su Brad Binder, terzo Bagnaia con la Mahindra, non esattamente una moto da podio, seguito da Romano Fenati, Enea Bastianini e l’esordiente Nicolò Bulega. In Moto 2, prima posizione per Thomas Luthi, seconda per Luis Salom e terza per Simone Corsi, autore di un’ottima gara e protagonista di un avvincente duello con Sandro Cortese. Da segnalare la spettacolare gara di Franco Morbidelli, ufficialmente settimo, ma solo dopo aver subito, con Cortese, una penalità di 20 secondi per falsa partenza. La direzione gara è stata troppo lenta nel prendere una decisione su tutte le partenze “in dubbio” non riuscendo a gestire adeguatamente la singolare situazione che si è venuta a creare in gara, visto che già altri piloti erano stati puniti nei primi giri con un ride through (passaggio obbligatorio dalla corsia box) per falsa partenza (in tutto, ben otto piloti, tra cui alcuni potenziali protagonisti come Zarco, Rins e Lowes, hanno commesso questo errore al semaforo).