Taranto – Tempa Rossa: la Commissione Europea risponde a Peacelink e cova contro
La Commissione Europea accende i riflettori su Tempa Rossa: “i cittadini devono essere informati sugli impatti ambientali”.
La Commissione Europea, Direzione Generale Ambiente, ha inviato oggi una lettera a Peacelink e Cova Contro, nella quale sottolinea che la Commissione non è in possesso di informazioni dettagliate sul progetto Tempa Rossa in Basilicata ma che probabilmente esso deve essere letto nell’ottica della Direttiva 2010/75/EU sulle emissioni industriali e della Direttiva 2011/92/EU sugli effetti di progetti pubblici e privati sull’ambiente.
In particolare, scrive la Commissione, si potrebbe esaminare il progetto Tempa Rossa alla luce dell’allegato 2 della Direttiva 2011/92/EU, secondo il quale gli Stati Membri devono determinare, attraverso un esame di fattibilità caso per caso o attraverso criteri fissati con limiti soglia, i possibili effetti dei progetti in questione sull’ambiente, prendendo in considerazione tutti i criteri rilevanti definiti nell’allegato 3 della Direttiva 2011/92/EU.
Se lo Stato Membro (l’Italia), scrive la Commissione, determina che il progetto possa avere conseguenze importanti per l’ambiente, uno studio di fattibilità deve essere realizzato e gli Stati Membri sono obbligati a rendere pubblici i risultati di tali studi. Quindi, al momento, dalle informazioni a noi disponibili, scrive la Commissione, non possiamo verificare se le esigenze ed i requisiti primari siano stati rispettati.
Nella lettera a Peacelink, la Commissione sottolinea che la Direttiva 2010/75/EU sulle emissioni industriali obbliga gli Stati Membri ad assicurare che le installazioni industriali siano in regola con le condizioni definite dal permesso di produrre/funzionare, sulla base delle BAT (best available techniques, migliori tecniche disponibili) e sulla base di limiti fissati per le emissioni di sostanze inquinanti in aria, acqua e suolo. Ma la Direttiva sulle Emissioni Industriali non si applica alle raffinerie, né alle attività relative.
La Direttiva EIA (sugli effetti dell’inquinamento sull’ambiente) sottolinea, negli articoli 23 e 24, che i cittadini hanno il diritto di essere messi a conoscenza degli effetti delle installazioni industriali, attraverso l’informazione, la partecipazione pubblica alle procedure che definiscono l’ottenimento dei permessi e in termini di ispezioni nel caso di gravi denunce sull’impatto ambientale. Tali strumenti possono mettere i cittadini in grado di ottenere risposte alle richieste sollevate.
Comunque, conclude la lettera, se la Commissione riceverà indicazioni chiare del fatto che c’è una evidente violazione della legislazione europea in materia, considererà l’apertura di una procedura di investigazione.
Peacelink e Cova Contro si ritengono molto soddisfatte della comunicazione della Commissione e hanno cominciato a preparare un dossier da inviare agli uffici europei preposti al fine di dimostrare le possibili violazioni in materia ambientale.
Nella lettera scritta alla Commissione, Cova Contro e Peacelink avevano sottolineato l’urgenza di diverse criticità ambientali in Basilicata e la Commissione ha ritenuto, nella risposta di oggi, di dare la priorità alla questione Tempa Rossa. Le altre questioni, tuttavia, rimangono aperte e oggetto di attenzione da parte delle associazioni.